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Sono passati quasi sei mesi, sei mesi da quando il rapporto tra me e Max è entrato in stand-by.

So che ci siamo lasciati, sono stata proprio io a dirgli addio eppure allo stesso tempo non ho mai smesso di pensarlo, di sperare in un suo messaggio.

Mio fratello nonostante sia impegnato con la Ferrari e la nuova stagione che fortunatamente è iniziata benissimo sia per lui che per il team, viene spesso a Londra a trovarmi e proprio qualche settimana fa mi ha raccontato della chiacchierata con Max.

Max che adesso è diventato il suo principale rivale, ma che allo stesso tempo ha imparato nuovamente a rispettare e conoscere.

Charles mi ha detto che quest'ultimo gli ha chiesto come stessi, che ha provato persino a giustificarsi per le sue azioni senza però concludere la frase.

Il solito.

Oggi però è un altro giorno, è il mio di giorno. Oggi compio ventitré anni e nonostante mio fratello, che non può essere qui perché in questo momento sta correndo in Italia, cercando di difendere il più possibile la vetta del campionato che occupa; sto festeggiando.

O almeno ci sto provando.

Dopo mesi torno a festeggiare finalmente qualcosa, con mia madre, Kate, Sebastian, altri colleghi ed Elijah.

Elijah che qualche giorno fa ha provato a baciarmi e che io ho palesemente respinto. Non sono pronta ad andare avanti, forse non lo sarò mai e questo perché non ne ho voglia.

«Tanti auguri» dice Elijah avvicinandosi.
«Grazie» lui si guarda intorno e poi mi sussurra qualcosa.

«Mi dispiace per l'altro giorno»
«Non fa niente» sorrido e lo abbraccio.

È sempre stato il mio migliore amico, anche quando ci frequentavamo, era il mio posto sicuro e adesso più che mai ho bisogno di lui, senza però andare troppo oltre.

Anche perché lui non sarà mai il mio oltre.

«La gara è appena finita...tra qualche minuto dovrebbe chiamare tuo fratello. Prendete la torta!»
Mia madre corre da una parte all'altra, io nel frattempo prendo il mio laptop e aspetto la chiamata di Charles.

Nonostante sia a più di mille chilometri da qui, ci siamo messi d'accordo per fare un veloce face time giusto per spegnere le candeline tutti insieme.

Cinque minuti dopo è in linea.

«Ehi lo so che la gara non è andata come volevi, ma credo in te ok? Adesso ridi però altrimenti esci depresso» dico ridendo.

Lui mi mostra il medio e prima che nostra madre possa rimproverarlo come quando eravamo piccoli, soffio le candeline ed esprimo il mio desiderio.

Non ho mai creduto al destino, ma forse potrei ripensarci.

«Leclerc dev-»

Charles mi guarda imbarazzato e mette il muto. È troppo tardi però, riconoscerei la sua voce ovunque.

Chiudo la chiamata e mi allontano; pensavo che sentire la sua voce non sarebbe stato tanto devastante ma mi sbagliavo.

Mi chiudo in bagno e cerco di sopprimere le lacrime...«tempismo del cazzo» dico stringendo in mano un fazzoletto che dopo poco distruggo in mille pezzettini.

«Alyx fammi entrare» è mia madre che mi chiede supplichevole di aprire la porta, così mi alzo e giro la chiave; lei entra e senza dire niente mi abbraccia.

«Dì a Charles di prendere un biglietto anche per me per Monaco» dico singhiozzando tra una parola e l'altra.

Le si stacca da me e mi sorride orgogliosa, durante questi primi mesi della stagione mi sono infatti sempre rifiutata di andare alle gare di mio fratello.
Non riuscivo a mettere piede in quel paddock con la consapevolezza che avrei potuto scorgere lo sguardo di Max da qualche parte; anche perché la mia paura non era vederlo, ma era vederlo con qualche altra, vedere come voltava pagina senza soffermarsi troppo sul passato, senza neanche chiarire la situazione che si era, è creata.

DESTROY ME // max verstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora