-No, va beh, Cla'!- Romina era sconvolta. -Non ci posso credere! Ma l'hai sentito che mi ha raccontato, Fa'?-
Sorrisi imbarazzato.
-Cosa?-
-No, Cla', queste cose manco me le devi raccontare! Cioè, gli si è seduto alle spalle! Alle spalle! C'è da morire- e scosse la testa rassegnata alla mia idiozia.
-E il serpente? Ero sconvolto ancora per il serpente!-
-Ma quale serpente e serpente...-
-Era un pitone! Enorme!- protestai.
-Sì- si intromise Fausto, ridendo. -Era sicuro il figlio del Signor Buffa...-
-Per me poteva essere pure il figlio del Presidente del Consiglio. Io non l'ho fatto entrare-
E Fausto rise di nuovo. -Ha dodici anni e alleva rettili in Egitto-
-Buon per lui. Si stia in Egitto- ribattei e incrociai le braccia sul petto.
-Ma!- protestò Romina, sbuffando e facendo sbuffare pure la lancia della macchina, mentre stava mezza stravaccata sulla parte interna del bancone. -Ci si è seduto alle spalle! È questa la cosa tragica!-
-Al serpente?- domandò Fausto, assumendo un'espressione confusa. Romina si batté una mano sul viso.
-Ciao, Claudio!- Marco entrò nel bar praticamente urlando, sorridendo nella mia direzione, ma dirigendosi a braccia aperte verso Romina.
-Oh, mio Dio! Il mio compagno c'è!- esclamò la mia collega, scendendo di corsa dal bancone.
-Che cosa sono quelle facce?-
Romina scosse la testa, ancora. -Non puoi capire che mi ha raccontato Claudio-
La storia del tizio l'aveva sconvolta più del pitone. Le priorità della mia collega...
Il mio sorriso si fece più tirato e imbarazzato e mentre la mia collega raccontava l'episodio esilarante, che mi vedeva protagonista, al suo compagno, io mi diressi verso il tavolo occupato dal signor Maniscalco, per servirgli il caffè.
-Oh! È sbocciata la primavera!- mi disse, facendomi sussultare, guardandomi con occhi colmi di entusiasmo. Per fortuna, la tazzina rimase sul suo piattino e il caffè si limitò a tremolare un po', restando al suo interno. Sorrisi emozionato e abbassai subito gli occhi. -Le sta benissimo questa maglietta a fiori. No tutto quel nero, che ogni volta sembrava a lutto-
Oh, si era accorto pure lui che vestivo sempre di nero, incredibile.
Che cosa dire in situazioni come questa?Romina!
Ma lei stava amoreggiando con il suo compagno e altri tre clienti stavano per fare il loro ingresso al bar.
-Grazie-
•
Era bastata una maglietta a fiori. Il complimento del signor Maniscalco era stato solo il primo di una lunga serie. A molti di quelli non avevo proprio creduto, altri mi avevano sorpreso, altri ancora si erano limitati a lusingarmi. Faceva strano. Era stranissimo.
Mi metteva a disagio.Non riuscivo a pensare ad altro, sentendomi gli occhi inquisitori di tutti addosso, per strada, mentre in una mano tenevo una sigaretta e nell'altra stringevo i manici del sacchetto del pollo. Mi sentivo come se stessi procedendo lungo una passerella, sotto i riflettori, con i volti delle persone che si giravano inequivocabilmente al mio passaggio.
-Claudio!- un urlò mi fece sobbalzare sul posto e mi girai nella direzione dalla quale era provenuto: il panificio.
-Ciao, Mario!-
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CI SONO ANCH'IO
RomanceClaudio lavora in un bar e vive questo suo lavoro come se, ogni giorno, si trovasse incastrato all'interno di una sitcom. Sempre a contatto con gente strana - normale, ma strana forte. Alle prese con le avventure che la vita di tutti i giorni rise...