5 ~ Fabian

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-E quindi?-

-E quindi, cosa?-

-Ah! Come devo fare con te, Cla'? Nome, età, che lavoro fa. È single?-

-Ma non lo so, ci siamo scambiati due parole e poi sono arrivati clienti...-

-No, non è possibile 'sta storia. Fausto!- disse Romina, indignata. -Dobbiamo fare qualcosa-

-Ma lascialo stare. Si vede che in fondo non gli piace. Magari pensa ancora a Fabian...-

-Uh, non me lo nominare, quello! Il nemico-

-Ma quale Fabian e Fabian...-

-Come se non l'avessimo capito che ti piace Fabian- e con questa perla di saggezza, Fausto smise di seguire i nostri discorsi e si andò ad accomodare in poltrona, iniziando a smanettare con il cellulare.

Accanto a lui, intento a occupare il tavolino davanti la bottiglieria dei vini bianchi, il nostro unico cliente, in quel momento: il signor Pennisi, intento a far colazione alle dodici e quindici del mattino. Abbastanza rimbambito dall'età e sordo a sufficienza per poter portare avanti quella conversazione con la mia collega senza crearmi troppi problemi.

-Me lo diceva l'altro giorno- mi disse Romina, giocherellando con la lancia della macchina del caffè, facendole produrre vapore a caso. -Che secondo lui, a te Fabian non dispiace. E secondo me pure-

Mi strinsi nelle spalle. -Fabian è una persona poco raccomandabile...-

-Sicuro. È il nemico. Mi ci sono litigata. Ma si vede che ha un debole per te...-

-E per chissà quanti altri nel mondo. Sicuro ha una fidanzata ufficiale, pure- Romina rise. -Potrei diventare uno dei suoi amanti. Magari ha pure una moglie, oltre la fidanzata-

-Vero! È sempre in viaggio, quello. Altro che photoreporter! Sicuro è un agente della CIA! Ce l'ha proprio la faccia dell'agente stronzo. E con quei capelli agli anni Ottanta. Non gliel'hanno detto che gli anni Ottanta sono finiti? Sembra uno di Baywatch!-

Ridacchiai imbarazzato. Era vero che avevo un debole per Fabian. Ammetterlo, sapendo quanto Romina lo detestasse, però, era tutta un'altra storia. Una storia per cui, decisamente, non ero pronto.

Mi piaceva Fabian perché era gentile – o almeno, con me lo era sempre stato. Mi riempiva sempre di complimenti, sorrideva spesso. Per lui ero sempre bellissimo, gentilissimo – e in ogni aggettivo si portava sempre dietro il suo pesante accento inglese, strappandomi un sorriso. Mi piaceva Fabian, anche se aveva litigato pesantemente con Romina, in passato, e lei non tollerava più neppure il pensiero della sua esistenza. Da un po' di tempo lui stava persino tentando di rientrare nelle sue grazie, ma Romina – e la capivo, perché io ero esattamente come lei – quando decideva di tagliare qualcuno fuori dalla sua vita era per sempre. Non era facile al perdono, più propensa al rancore.

-Tanto non c'è, per ora- mormorai e fissai lo sguardo verso le automobili che sfrecciavano per strada, senza mai rallentare all'incrocio.

-Sarà partito- e fece sbuffare di nuovo la lancia. -Dobbiamo trovarti un fidanzato. Uno vero, però. Quel tizio di stamattina non mi convince granché-

Alzai gli occhi al cielo. -Non lo voglio un fidanzato-

-Ancora con questa storia!-

-Beh. Se arrivasse qualcuno non penso che direi di no, ma cercarlo apposta non mi interessa. E anche se arrivasse, non so... Penso di essere quel tipo di persona attratta più dall'idea dell'amore che dall'amore in sé- ed era vero, assolutamente vero. Ne ero convinto ed ero arrivato a quella conclusione dopo tanti fallimenti amorosi. -Ogni volta che inizio a frequentare qualcuno sono sempre entusiasta, ma poi ci esco, e nel giro di un paio d'ore l'entusiasmo si esaurisce. Mi emoziona l'idea di uscire con qualcuno, di interessare a qualcuno, penso. Perché di solito sono invisibile, passo inosservato...- era proprio quello che mi attraeva in Fabian: per lui, non ero invisibile.

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