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"Hem... ah si! Ho preso la colazione" dissi "sinceramente mi aspettavo un ringraziamento più caloroso, ma ognuno ha i suoi modi" finii la frase sorridendo, sotto il suo sguardo ancora confuso.
"Io non dicevo la colazione" disse squadrandomi dinuovo "ma le tue braccia e le tue gambe" e indicandole abbassai la testa.
Ero caduta un paio di volte dal penny, ma non pensavo di essermi fatta male.
"Dio! Che sbadata! Ho preso il tuo penny, ma non ci so andare e sono caduta un paio di volte hahahah" risi imbarazzata da quella situazione.
"Tu, prendi il mio penny, e non ci sai andare? È come salire su una macchina che non sai guidare! Te ne rendi conto!?" Ora. Era arrabbiato. Se avesse potuto mi avrebbe uscciso con lo sguardo. Risi alla scena del suo occhio uscire dall'orbita e dirigersi verso di me con un coltello in mano. Che immaginazione forbita che avevo.
"E ridi anche, guarda che ti sei fatta" disse preoccupato.
"Andiamo Ric... cardo, stai zitto e goditi il panorama con i cornetti francesi. Non mi hai neanche detto grazie" lo guardai sbalordita dalla sua maleducazione.
Cazzo, ti porto i cornetti e il cappuccino e tu ti arrabbi perchè mi sono fatta male? Ammetto che è carino da parte tua ma almeno un grazie.
"Sei un' incosciente. " detto ciò si sedette al tavolo a mamgiare, anzi, ad abbuffarsi.
No ma, Prego. Tranquillo io mi faccio male per portarti la colazione e per ringraziarti per darmi un passaggio a casa, e non merito un grazie.
Lascia stare Ab, è una causa persa. Disse il mio subconscio. Hai ragione Mini Ab, è una causa persa.
Mangiammo in silenzio con quel bellissimo panorama. Quando finimmo di abbuffarci Rick si alzò dalla sedia e si diresse verso la camera senza dire nulla. C'era il silenzio più totale, quando sentii dei passi avvicinarsi a me e per poi fermarsi proprio dietro.
"Emm... g-grazie"
"Apprezzo il tuo sforzo hahaha" sembrava che le parole non riuscivano ad uscirgli dalla bocca.
Mi alzai dalla sedia e tolsi tutto dal tavolo per poi lavare tutto in cucina.
Dopo qualche minuto interruppi il silenzio.
"Ei... ma a che ora partiamo" chiesi di colpo.
"Ora." Sentivo la sua voce, i suoi passi, avvicinarsi a me per farmi voltare.
"Oddio" disse squadrandomi "stai ancora così?"
Mi guardai anche io, notando che avevo le ciabatte, quindi mi fiondai verso il bagno e mi sistemai.
"Meglio?" Chiesi sorridendo.
"Beh senza ciabatte si." Freddo. Bipolare e stronzo. Ma tremendamente bello.
"Andiamo dai" detto ciò mi prese per il braccio trascinandomi fuori dalla porta.Eravamo in macchina da due ore almeno. Nessuso parlava, e io mi stavo annoiando a morte, ma il panorama era bellissimo. Passavamo tra i campi e avevamo preso la statale al posto della tangienziale, proprio per ammirare i paesaggi. La musica di Virgin Radio rimbombava nell'auto, ma non la stavo ascoltando.
Da un po' di tempo continuavo a pensare a cosa avesse indotto il ragazzo alla mia sinistra a pensare che l'amore non gli appartiene. Tutti abbiamo bisogno d'amore e tutti lo ricambiamo in qualche modo. Mi voltai ad ossevarlo, chiunque aveva indotto il ragazzo a pensare queste cose doveva averlo ferito molto, per farlo arrivare a tal punto.
Era bellissimo, come il sole. Ma freddo, come la pietra.
Per un istante si voltò e i nostri sguardi si incrociarono, ma distolsi subito lo sguardo abbassandolo.
Avete presente quella sensazione chiamata imbarazzo? Si, quella quando i tuoi piedi diventano improvvisamente interessanti ed inizi ad esaminare le tue scarpe. Effettivamente, non mi ero accorta che le mie erano quasi rotte. Le mie fantastiche Globe. Erano rosse, con i lati grigi, classiche. Ma belle.
Ero immersa nei miei pensieri che neanche mi accorsi che Riccardo mi stava fissando, con quegli occhi preoccupati che vidi la scorsa sera, quando mi svegliai dall'incubo.
"A che pensi?" Chiese tranquillamente riposando gli occhi sulla strada.
"A... all'incubo di s-sta notte..."
"Vuoi dirmi cos'era?" Chiese passando gli occhi dolci sui miei.
Scossi la testa e tornai a guardare fuori dal finestrino.
"Nulla di importante..." sussurrai.
Una melodia familiare mi entrò piano piano nelle orecchie. Cercai di riconoscerla ma non ci riuscivo. Poi ascoltai bene, nel silenzio totale si distingueva holiday dei green day. In fretta presi la manopola per alzare il volume, ma non fui l'unica ad avere quell'idea. La mia mano e quella di Rick si sfiorarono e rimanemmo così per qualche minuto. Finchè lui non scostó la sua mano per passarsela tra i capelli.
A quel punto alzai il volume della musica.
"Non sapevo ti piacessero i Green Day" disse sorridendo.
"Giá... "
"E oltre a loro che musica ascolti?"
"Emm... i Blink, i Sum41, All Time Low e qualche volta i Fall Out Boy"
"Bei gusti..."commentò.
"Grazie..."
Ci furono svariati minuti di silenzio, che furono interrotti dalla sua voce melodiosa
" And bleed the company lost the war
today ... canta con me" disse... e non me lo feci ripete.
"I beg to dream and differ,
From the hollow lies, This is the dawning of the rest of our lives On Holiday" iniziai a ridere e insieme a me anche la risata di Riccardo echeggiava nell'auto.
"Hear the drum pounding out of time..." mi porse la mano come se fosse un microfono, incitandomi a continuare la canzone.
"Another protester has crossed the line.... to find the money's on the other side"
Continuammo così fino alla fine della canzone per poi scoppiare a ridere. Riccardo aveva le lacrime agli occhi.
"Non ho MAI riso così tanto, la tua interpretazione di Billy è fantastica... comunque, hai una bella voce"
"Grazie, anche tu sai? Davvero non scherzo, non sei niente male... intendo, per la voce" certo certo...
"Grazie" rispose.
I bei momenti finiscono sempre presto...
"Ab, io... avrei fame" mi disse Riccardo.
"Guarda che sei tu che mi stai accompagnando, se vuoi che ci fermiamo a mangiare per me va benissimo, anzi anche io sto morendo di fame"
"Perfetto, ho... dei panini, li ho preparati sta mattina quando eri in bagno" disse voltandosi verso di me "ti piace il salame?"*se a qualcuno interessa sto scrivendo una nuova fan fiction su Nash Grier "Il mio nuovo vicino" probabilmente pubblico il primo capitolo oggi pomeriggio
Baci LukyGirl xx*
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Vagabonda a Parigi || Riccardo Ridolfi
FanfictionAbigail Celli è una normale ragazza, che ama la musica più di se stessa. Si trova a Parigi, chiusa in una metropolitana per raccogliere dei soldi e tornare a casa. Farà la conoscenza di un ragazzo, che la aiuterà a tornare a Roma e chissà, magari le...