Capitolo 7

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*eccomi scusate il ritardo ma ero in vacanza e non prendeva una cippa. Continuo a 25 voti e 15 commenti"

"Come nei film?" La voce roca di Riccardo risuonava nell'auto, come in preda al panico. Con gli occhi chiusi riuscivo a sentire meglio i rumori, senza concentrarmi su ciò che vedevo. Sentivo bene i passi rumorosi e vicini degli sconosciuti, il rumore dei cavi elettrici che facevano contatto, i sussurri di Riccardo. E infine ho sentito il rombo vivace della macchina, le ruote che giravano sull'asfalto, la voce di Rick che risuonava nell'auto ora in movimento e sfuggita dal pericolo. Lottavo con me stessa cercando di aprire gli occhi, ma per ora riuscivo solo a strizzarli peggiorando la situazione: dovevo rilassarmi.

"Ab" la voce ferma e preoccupata del ragazzo moro era accompagnata dal frenare dell'auto "Rispondi, dai apri gli occhi. Sento il tuo respiro regolare, perché non ti svegli?" sussurrava queste parole, mentre mi passava una mano sulla guancia. Tenevo gli occhi chiusi, godendomi il momento di tenerezza "Ab, andiamo, come faccio senza di te? Non so la strada e poi, mi sentirei solo senza la tua vivacità. Okay lo ammetto conoscerti è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Sei stata il raggio di sole nella mia tempesta. Troppo sdolcinato? Si decisamente. Ho sbagliato scusa, non è stata colpa tua se ci hanno rubato l'auto, ero così arrabbiato con me stesso che..." Ridacchiai, non riuscendo a trattenere l'istinto di sorridere mentre cercava nuovamente di scusarsi. "Te l'ho mai detto che le tue scuse sono originali?" Dissi aprendo gli occhi, notando che il suo viso era poco distante dal mio, mi misi a sedere comoda sul sedile per allontanarmi. "Si, almeno un centinaio di volte" iniziò a ridere anche lui, una risata cristallina mentre eravamo dispersi nei campi al buio. "Allora... Dove siamo?" Chiesi spezzando le risate e facendomi seria tutt'un tratto "Non so, forse dovremmo seguire le luci laggiù" indicò dei fasci di luci, probabilmente il centro abitato in cui ci trovavamo prima "okay, ma non ci fermiamo questa volta" dissi iniziando a ridere con lui mentre la macchina ripartiva verso le luci.

"Poi ho iniziato ad entrare nel panico" disse tra una risata e un'altra "Non riuscivo a capire cosa dovevo fare, insomma sei tu l'esperta e mi eri appena svenuta sotto gli occhi" mi stava raccontando come aveva acceso la macchina. Eravamo quasi vicino a Torino, mancava un ora circa ed ero elettrizzata dal ritornare in patria. Avevo iniziato a conoscere Riccardo sotto un'altra luce, una più bella di prima. Si voltò di scatto verso di me guardandomi dolcemente "perchè non ti riposi? Con la botta che hai preso..." mi avvicinai cautamente a lui e gli stampai un bacio sulla guancia, sentendo che questa volta era meno freddo sotto il mio tocco. Sentivo il bisogno di farlo, in fondo ci aveva salvati, se così possiamo definire quello che era appena successo. Mi misi comoda appoggiando la testa sul finestrino della macchina. "Da chi ci fermiamo quando arriviamo a Torino?" Gli domandai perplessa "Hai amici in tutte le parti d'Italia?" Continuai non sentendo una sua risposta. "Bhe diciamo che ho molti amici in giro per l'Italia, abbiamo fatto molte collaborazioni... hai presente?" Non sapendo cosa volesse dire collaborazione glie lo chiesi e gli scappò una risatina non curante del mio anno passato in Francia. "Scusa" disse poi notando la mia espressione abbastanza offesa "mi ero dimenticato che hai passato un anno a Parigi".

"Allora provando a dirtelo nel modo meno complicato possibile, io e la mia band facciamo dei video e li mettimo su internet, insomma cerchiamo di farci conoscere no? In oltre facciamo raduni o incontri con dei fan" gli scappò un sorriso a quella parola, come se non si fosse ancora abituato a tutti questo. "Quindi io ora sono in macchina con una persona famosa?" Dissi facendomi uscire una risatina involontaria "oh guarda che non è divertente" si finse offeso mentre io ridevo più forte "è strano no? Tu passi per la strada e ti riconoscono?" Smisi di ridere aspettando una sua risposta. "Si" sussurrò quasi come se non ci credesse "alcuni mi riconoscono, è strano anche per me. Anzi è più strano per me che per te, ma non mi da fastidio, a meno che non intralcino la mia privacy" ci fu qualche istante di silenzio dopo quella sua affermazione, ma io non tardai a spezzarlo: "Dicevamo di queste collaborazioni?".

"Ah si, giusto. Spesso facciamo dei video con altre persone che fanno la stassa cosa che facciamo noi: loro cercando di farsi conoscere dai nostri 'fan' e noi dai loro. Questa è una collaborazione" disse infine concludendo il discorso. "Quindi ovviamente vi siete fatti nuovi amici" supposi ad alta voce mentre il suo sguardo passava da me alla strada. "Certo, sai se vi divretite insieme poi vi tenete in contatto, questo mondo è piccolo infondo" pensieroso continuava a guardare dritto davanti a se, evitando il mio sguardo questa volta "Allora, da chi ci fermiamo a Torino?" Mentre le mie palpebre si stavano abbassando per la stanchezza sentii la risposta di Riccardo arrivarmi alle orecchie: "Si chiama Lorenzo, è simapatico" e poi, il buio.

Una mano passava delicatamente sulla mia guancia mentre strizzavo gli occhi per aprirli, ancora impastati dal sonno. "Siamo arrivati?" Chiesi con gli occhi ancora chiusi, sapevo che quello era il tocco di Riccardo, avrei riconosciuto subito lo strano brivido che mi provocava. "Ei Ab, apri gli occhi dai" sussurravaa dolcemente, avrei voluto rimanere con la sua mano sulla mia guancia per sempre, ma non potevo. Aprii piano gli occhi e mi guardai intorno "Siamo arrivati?" Gli chiesi nuovamente notando che ero ancora distesa nella sua auto "Si siamo arrivati, andiamo?" Misi bene a fuoco, i suoi occhi erano puntati sui miei, mezzi spalancati, ancora una volta troppo vicini ai miei. Mi sedetti bene sul sedile e infine uscii dalla macchina voltando la testa a destra e a sinistra: mi circondava una piccola via asfaltata, contornata da un mucchietto di villette colorate, alcune con dei fiori fresci, altre con un erbetta sottile. Insomma quelle casette erano tutte ben curate. Mentre ero ancora immersa nei miei pensieri osservando la piccola via sentivo delle voci alle mie spalle: "Riccardo Ridolfi" disse una voce alquanto sconosciuta, ma potevo distinguere che era piene di sorpresa ed entusiasmo "Lorenzo Ostuni" e questo era Rick, il quale dalle sue labbra sottili scappò la solita risatina. "Vedo che hai portato qualcuno..." ripetee la voce sconosciuta mentre quella di Riccardo mi richiamava "Ab vieni, ti presento una persona". Mi voltai di scatto prendendo la mia borsa e avvicinandomi ad una casetta rossa: era a due piani e il giardinetto sembrava il più bello tra tutti quelli che avevo visto, anche se non riuscivo ancora a scorgerlo del tutto. Salii i brevi gradini per poi posizionarmi davanti ad un ragazzo abbastanza alto, ma non troppo: aveva gli occhi color nocciola e i capelli di un marroncino scuro, il viso non mi era familiare e mi porse la sua mano accompagnata da un "Piacere, Lorenzo". La strinsi delicatamente, notando che il suo tocco non era minimamente paragonabile a quello di Riccardo. "Ciao, io sono Abigail." Sorrisi di poco al nuovo ragazzo mentre lui ci faceva accomodare in casa.

Vagabonda a Parigi || Riccardo RidolfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora