Capitolo 10

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"Pensavo..." dissi cercando le parole giuste per iniziare la frase "Pensavi?" Chiese stupito Riccardo alla mia destra. Giravamo per le strade di Torino da più di un ora senza meta, passavano da un negozio ad un altro. Ma spesso non compravamo nulla, almeno io. Avevamo imparato a conoscerci meglio: sapevo il suo colore preferito, il suo gusto di gelato, il suo stile parlando di vestiti, come la pensava su certi argomenti. Come se ci conoscessimo da una vita senza saperlo. "Si, pensavo!" Con voce acuta gli feci capire che volevo continuare a parlare, ma lui mi precedette nuovamente "Oh mio Dio ma tu stavi pensando? E ne sei anche capace?" Mi guardò con un sorrisetto sghembo in faccia, e perdendomi in esso mi dimenticai ciò che avevo da dire. Gli tirai un pugnetto amichevole sulla spalla "Idiota mi hai fatto dimenticare che volevo dire". Scoppiò una sonora risata fuori dalle sue labbra. Era un momento di pace e tranquillità tra noi due. Finivamo sempre per litigare. Mi posò il braccio sulle spalle, in modo da avvolgerle delicatamente, mentre continuavamo a camminare. "Quando partiamo?" Chiesi poi, cercando di iniziare una conversazione e lui si voltò sorridendomi "Perchè non ti piace qui?" Rispose guardandosi intorno "Insomma, una vita tranquilla, ricominciando da capo no?" Aprì le braccia, come per farmi notare che così saremmo stati liberi. "Dopo un po' ti mancherebbero i tuoi amici, la tua vecchia vita" si bloccò voltandosi e posando le mani sule mie spalle, bloccando anche me di conseguenza. "Si, ma la mia vecchia vita faceva schifo e i miei amici potremmo andare a trovarli per Natale no?" si mise di nuovo al mio fianco per poi posare nuovamente il braccio sulle mie spalle "Staremo un po' da Lorenzo, mentre troveremo un lavoro e poi compreremo una casa" avevo giurato di vederli quasi gli occhi sognati, ma forse mi sbagliavo. "É difficile trovare lavoro in questi tempi, e di conseguenza anche rifarsi una vita"dissi, ma pensavo che sarebbe stato bello vivere con lui, insomma, quando vuole sa essere simpatico e dolce. "Oh ma abbiamo una piccola pessimista qua, non eri tu quella tutto "c'è sempre amore e bla bla" rispose cercando di imitare la mia voce e dandomi un pizzicotto sulla guancia "Non ti piacerebbe: Riccardo e Abigail, coinquilini per la vita" protese una mano in avanti come per citare uno slogan pubblicitario.

"Lo sai anche tu che come coinquilini, non resisteremo neanche un giorno" sussurrai poi. Io adoravo l'idea di andare a vivere con lui. Non sapevo neanche perchè ero tanto felice di una proposta del genere, in fondo non mi aveva mica chiesto di sposarlo. Eppure non mi dispiaceva riiniziare una vita con lui. Da amici, ovvio. Sembrò rattristirsi, ma tornò subito con il sorriso, anche se sapevo che in fondo avrebbe voluto anche lui rincominciare seriamente da capo. "Allora" continuò cambiando argomento "Dove andiamo ora?". L'unico posto dove vorrei andare ora, sarebbe a casa, magari sul divano a guardare un film, ma non credo che a lui piaccia l'idea. Non che non mi piaccia stare in giro con lui, ma in questa giornata avevamo incontrato un sacco di sue fan. "Rick" tentai "Possiamo andare a casa?" chiesi quasi supplicando, e lui si voltò a guardarmi intensamente negli occhi "Ti sei stufata?". "Non che non mi piaccia stare in giro con te, anzi,ma vorrei andare a riposarmi un po'..." risposi, morsicandomi il labbro inferiore per evitare di continuare a parlare. La parte brutta dell'essere me, è che dico quasi sempre quello che penso. "Okay allora, andiamo" sorrise per poi incamminarsi verso casa.

Mentre aprivamo casa con le chiavi che Lorenzo ci aveva gentilmente prestato, da fuori non si sentiva nulla, segno che probabilmente non era in casa. Aprì la porta ed entrammo nel silenzio più totale. "Guardiamo un film?" chiesi timidamente posando prima lo sguardo su di lui, poi a terra. "Certo perchè no" prese una piccola rincorsa per poi buttarsi sul divano ed accendere la televisione, "Allora, vediamo che ci propone". Era intento a guardare qualsiasi canale e qualsiasi programma gli proponesse la televisione, ma nessuno gli interessava abbastanza da fermarsi per continuare a guardarlo. Spesso borbottava tra se e se cose incomprensibili, e più lo guardavo, più sorridevo. Lo raggiunsi sul divano, quando lui si voltò a guardarmi per richiamarmi, mentre io ero immersa nei miei assurdi pensieri. Ero stanca, la notte precedente non avevo dormito abbastanza,: ogni volta mi svegliavo, mi giravo dalla parte di Rick e lo guardavo un po' dormire, per poi riaddormentarmi. Era strano, ne ero assolutamente consapevole, ma non sapevo nemmeno io il perchè. Mi sentivo diversa ogni volta che stavo con lui, non riuscendo a spiegare cosa mi succedeva. Almeno non a parole comprensibili: era tutto un sospiro, un sorriso, un sospiro, la tristezza, un sospiro, la confusione. E in men che non si dica mi trovavo a sospirare ancora. "Sei stanca?"mi chiese di punto in bianco distraendomi dai miei pensieri. "Un po', questa notte non ho dormito molto" e sospirai di nuovo, era tutto così melodrammatico nella mia testa "Se è per colpa mia"iniziò a parlare, ma non lo feci finire. Non era per colpa sua, anzi, adoravo dormire con lui, e non so neanche il perchè. "No, figurati. E' solo che, abbiamo camminato, e in più si aggiunge che non ho dormito molto" dissi per poi continuare "Solo che ora non riesco a dormire".Cercai una posizione comoda sul divano non trovandola, feci per alzarmi dal divano, ma prontamente Riccardo mi afferrò per i fianchi, trascinandomi giù con lui. Finii con la faccia schiacciata sul suo petto, una seconda volta. "Non lasciarmi qui da solo" sussurrò al mio orecchio, mentre io mi sistemavo sul suo petto. Inspirai lentamente il suo profumo. Cadendo poi nel sonno.

"Ehi" una voce risuonava nelle mie orecchie, non era quella dolce di Riccardo, era un'altra voce, una che avevo già sentito, ma non così tante volte da riconoscerla. "Dai svegliatevi!" era Lorenzo. Sentii Rick sotto muoversi, per poi svegliarsi."Che c'è Lorenzo!?" sembrava arrabbiato, come sempre in fondo,ma non era così prima. Stava diventando di colpo più espansivo, non so perchè. Cosa stava succedendo. "Ab, devi svegliarti, ora." aprii lentamente gli occhi, mentre mi appariva davanti Lorenzo, con le braccia incrociate al petto. "Dimmi" dissi lentamente, i suoi occhi passavano da me a Riccardo, e anche io sembravo rendermi conto nello stesso instante di com'eravamo avvinghiati. 

"Avete fatto un fottuto casino." disse freddo, guardandoci negli occhi.



Come promesso, il prossimo aggiornamento rimane alla prossima domenica

LukyGirl xx


Vagabonda a Parigi || Riccardo RidolfiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora