CAPITOLO 1

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                                ALY

Dò un'ultima occhiata allo specchio prima di uscire, oggi indosso uno shorts di jeans, una shirt bianca e le sneackers dello stesso colore.
Ho raccolto i capelli in uno chignon e applicato un trucco semplice, che mette in risalto ancor di più la mia abbronzatura.
Ammiro il risultato finale compiaciuta e mi fiondo giù per le scale.
Varco la soglia della porta e ad aspettarmi c'è il mio incantevole papà, impegnato in una delle solite conversazioni telefoniche di lavoro.
Lo contemplo da lontano, è una vera e propria visione; bello come un angelo con quei suoi occhi color cielo, e i capelli nero corvino che gli incorniciano il volto armonioso in ogni suo lineamento.
Finalmente si accorge della mia presenza, e mostra quel sorriso speciale che riserva sempre e solo a me.
Il nostro è un rapporto unico che va oltre l'essere padre e figlia, lui è anche il mio migliore amico.
È sempre pronto ad ascoltarmi, dedicandomi tutto il suo tempo libero.
Infatti, oggi si è preso l'intera giornata per uscire a fare compere per la vacanza, che faremo in occasione del mio compleanno.
Sono così emozionata!
Gli corro incontro saltandogli in braccio.
"Sei pronta piccola mia?" mi dice felice afferrandomi e ricambiando la mia stretta.

"Si papà! Preparati che svuoterò la tua carta di credito" gli dico con uno slancio di entusiasmo.

Lui ride con fervore "Povero me, allora mi preparo al peggio" sospira con fare ironico e scoppiamo a ridere.
Entriamo in macchina, o come ama definirla lui ne "la sua bambina", una BMW X6.
Partiamo sulle note di "Save your tears" di The Weeknd.

"I saw you dancing in a crowded room
You look so happy when I'm not with you
But then you saw me, caught you by surprise
A single teardrop falling from your eye" la sua voce è così calda e intona la canzone perfettamente.
"Dai piccola è il tuo turno" mi passa il microfono immaginario che ha usato per esibirsi.
"Su non essere timida, il pubblico attende" il suo modo di fare è così coinvolgente, che è quasi impossibile non essere trascinata dal suo entusiasmo.

"Te la faccio vedere io la timidezza, le mie doti canore ti faranno sfigurare" mi concentro cercando di non stonare.
"I don't know why I run away
I'll make you cry when I run away" si tappa le orecchie fingendo smorfie di disappunto.
Cantiamo a squarciagola divertendoci come matti, trascorrendo ogni istante all'insegna dell'allegria.
Esausti, dopo aver svuotato quasi tutti i negozi in cui siamo entrati, ci dirigiamo verso casa anche se chiamarla così è riduttivo, visto che parliamo della nostra stupefacente villa di famiglia Jones: una struttura a tre piani, che gode di un ampio giardino botanico con una vasta varietà di fiori e piante di ogni tipo, che fanno da cornice allo strepitoso panorama.
A completare il tutto, un'estesa piscina immersa in un grazioso prato perfettamente curato, ornato da statue di pietra e costellato da luci che di notte rendono l'atmosfera più magica.
Parcheggiamo il suv e sull'uscio ci attende Serge il nostro maggiordomo, per occuparsi delle compere .
"Grazie Serge" gli dico mentre mi libera le mani dalle numerose buste.

"È un piacere mon petit" esclama con affetto.
Adoro quest'uomo, fa parte della mia vita da quando sono nata ecco perché continua a chiamarmi così, dice che per lui sarò sempre la sua bambina.
Corro per l'atrio piena di felicità in cerca della mia adorata mamma, una donna di una bellezza venerea con occhi color ambra, così rari e ipnotici.
Per non parlare dei lunghi capelli; fulgide onde mosse color caramello.
La sua bocca poi, così rosea e sensualmente carnosa.

"Mamma siamo tornati" le vado incontro stringendola, godendomi il suo dolce profumo e la sensazione di completezza, che mi dona ogni volta che sono tra le sue braccia.

"Finalmente tesoro mio, la cena è pronta corri a lavare le mani così possiamo sederci a tavola" papà ci raggiunge e la bacia, e io li osservo sognante, perché desidero un amore come il loro.
Dopo ventiquattro anni insieme si amano come il primo giorno.

"Clare nostra figlia ha ben deciso di non lasciare nessun articolo disponibile in ogni negozio della città" mi indica simulando dispiacere.

"Erick, mio caro, sei tu che la vizi troppo" si finge contrariata mamma.

"Ah giusto, ma la nostra Aly merita il meglio" fa gli occhi dolci per intenerirla.

"Se lo dici tu papà" dico, e scoppiamo tutti in una fragorosa risata.
Ci dirigiamo in sala da pranzo, già apparecchiata e imbandita con la nostra sontuosa cena.
Ceniamo con la solita atmosfera armoniosa, progettando ogni minimo dettaglio anche il più infinitesimale, per la partenza.
A fine pasto mentre gustiamo lo speciale tiramisù della nostra cuoca Cesira, chiedo il permesso di uscire visto che ho un appuntamento con Noah, il ragazzo che frequento da qualche settimana.
"Mamma, papà, se non vi dispiace io esco" spero che papà non la prenda a male, dal momento che non gli ho ancora detto nulla di questa frequentazione.

"No tesoro, vai pure" sorride mamma che è a conoscenza della mia cotta.

"Dove devi andare piccola?" si fa improvvisamente serio papà.
Lui non sa ancora nulla del mio piccolo segreto, ma odio tenergli nascoste le cose e mi sento così in colpa per non avergliene parlato, che opto per la verità diretta.

"Esco con un ragazzo da un po' papi" affermo imbarazzata osservando la sua espressione accigliata.

"Come si chiama? Quanti anni ha? Da dove salta fuori questo?" chiede freddamente.

"Si chiama Noah Lane e ha ventinove anni" il suo cambio d'umore improvviso mi stupisce.

"Da quanto tempo lo conosci?" serra la mascella.

"Usciamo da tre settimane" lo guardo allarmata.

"Capisco. Vai pure!" mi gela con lo sguardo, si alza sbattendo le mani sul tavolo con veemenza, e se ne va senza salutarmi.

"Tesoro non prendertela, lo sai come è papà. Lasciagli assimilare l'idea che non sei più una bambina" mi rassicura dolcemente mamma.

"Si, hai ragione" le dico, anche se mi sento stranita per la sua eccessiva reazione.
Con questo peso nel cuore mi alzo, la bacio ed esco.
Stasera non voglio pensarci, perché mi aspetta il mio Noah.

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