CAPITOLO 9

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             BENTORNATO…ZIO CHRIS!

Per fortuna nonna e mamma rendono il tragitto piacevolmente leggero, cercando di mettere Noah a proprio agio.
Vorrei prestare attenzione a ciò che dicono, ma proprio non riesco.
Mi sento come se fossi in bilico su un filo a mezz’aria, pronta a cadere nel vuoto ogni volta che incrocio il suo sguardo.
Non posso evitarlo altrimenti desterei sospetti su questa battaglia silenziosa creatasi tra noi, ma non riesco nemmeno a fingere che nulla sia successo, anche se sembrava realmente dispiaciuto ieri.
D’ora in poi dovrò ponderare bene le mie mosse per far sì che non si verifichi più e che nessuno venga coinvolto.
Ieri ha oltrepassato i limiti seppur annebbiato dall’alcol, non so come sia potuto avvenire, è mio padre diamine...perché?
In un attimo il ricordo prende d’assalto brutalmente la psiche, facendomi rivivere con ripugnanza madornale l’attimo in cui la sua lingua scivolava sulla mia, le sue dita sul mio...
“Bimba ci sei?” Noah mi riscuote.

“Si certo...ehm dicevi?” bene, si sono accorti della mia assenza mentale.

“Tutto bene tesoro? C’è qualcosa che non va?” mamma è preoccupata e sento il peso dell’attenzione di tutti gravare su di me, e improvvisamente avverto il nodo che si è formato in gola stringersi, quasi a volermi soffocare.

“Piccola parla così ci fai preoccupare” la sua pacatezza alimenta la crescente ansia, non devo farmi intimidire proprio ora.

“Non ho nulla scusatemi sono solo un po' stanca, ho dormito poco per l’emozione e ancora non ci credo che stiamo per partire” l’unica scusa plausibile che sono riuscita a enunciare senza troppa fantasia.

“Vedi perché ti chiamo bimba” Noah mi abbraccia, baciandomi la fronte “sei unica...vedrai sarà una vacanza indimenticabile” non riesco a voltarmi nella sua direzione, ma sento i suoi occhi come tizzoni ardenti bruciare su di noi.

“Esatto, piccola, ti prometto che sarà tutto indimenticabile” trapela qualcosa di sinistro nella parola data e ho la netta sensazione che racchiuda di molto peggio.

“Immagino papà, tu rendi tutto inobliabile” sorrido, ormai sono un’attrice da premio Oscar.
Arrivati in aeroporto passiamo i controlli, in modo veloce e senza perder tempo.
È proprio vero il suo nome spalanca qualsiasi porta.
Saliamo a bordo del jet privato che ha affittato e il lusso del veicolo ci lascia di stucco, l’ambiente rispecchia il suo stile in nero, così come il mio, l’avrà fatto di proposito.
Come sempre il suo gusto è impeccabile, a differenza della sua condotta negli ultimi tempi.
Ci sistemiamo sui sedili e decolliamo dopo solo cinque minuti, che velocità!
Io e Noah sediamo vicini approfittando di questo tempo per condividere ogni cosa di questo viaggio emozionante, e iniziamo a scattarci le prime foto ricordo.
L’hostess ci offre una coppa di champagne che accettiamo di buon grado, ma reduce dalla precedente esperienza lo sorseggio lentamente.
Dopo all’incirca mezz’ora si addormentano tutti cullati dolcemente dal lento fluttuare dell’aereo, tutti tranne me e papà.
Sono poggiata comodamente sulla spalla di Noah, beandomi del calore che emana il suo corpo, e lui che è a due sedili dai nostri mi fissa eloquente.
Sembra evidentemente piccato.

“Non potrai evitarmi in eterno Aly, sai meglio di me che dobbiamo affrontare il discorso sull’episodio di ieri” ho i brividi.

“Chiariremo a tempo debito, da soli...ora non mi sembra il caso” il mio coraggio vacilla.

“Sono d’accordo, lo faremo da soli...io...e...te, senza nessuno tra i piedi a ostacolarci. Ho tante cose da farti capire e fremo al pensiero” l’oscurità di queste parole mi inibisce, ma non riesco a rimanere vigile per molto perché cedo alla stanchezza crollando in un sonno profondo dominato dai soliti incubi, solo che stavolta l’uomo ha gettato la maschera tra le fiamme rivelando la sua vera natura.
Dormo per non so quante ore, e vengo svegliata da Noah che mi scuote avvisandomi che siamo giunti a destinazione.
Tutta intirizzita mi alzo a fatica, sgranchendomi un po’.
Siamo all’aeroporto internazionale di Santorini, recuperiamo i bagagli passando per il controllo prima di poter uscire e trovare l’autista che ci porterà in albergo.
Durante il tragitto mi affaccio dal finestrino rimanendo strabiliata, la bellezza di questo posto è indescrivibile, così caratteristica.
Lo si può definire un vero e proprio paradiso terrestre dominato dal bianco e dall’azzurro in ogni sua sfumatura. Le vie sono candide e pullulano di tradizione.
L’hotel Luxury è una struttura stupefacente, arroccata sul fianco della scogliera, nata all’interno di un’antica grotta.
I facchini ci accolgono raccogliendo i nostri bagagli e conducendoci nelle nostre suite.
Ognuno ha la propria, tranne mamma e papà che condividono quella matrimoniale.
Entro nella mia e mi manca il fiato per quello che vedo, la camera è dotata di una piscina privata, che affaccia sul mare con vista diretta sul famoso tramonto di cui tutti parlano, che non vedo l’ora di ammirare.
Un vero e proprio sogno a occhi aperti!
Disfo le valigie e data l’ora tarda mi faccio un bagno rilassante, stasera andremo al “kool club” uno dei locali più in voga della zona e voglio dare il meglio di me stessa per stupire il mio Noah.
Decido di indossare un tubino bianco in pizzo sangallo, con delle Loboutin tacco dodici color nude, applico un trucco più impegnativo mettendo in risalto gli occhi, e raccolgo i capelli lasciando qualche ciuffo scivolarmi sul viso.
Ammiro soddisfatta il risultato allo specchio e raggiungo tutti nella hall, capendo di essere riuscita nell’intento. Le bocche si spalancano e mi guardano con ammirazione.

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