CAPITOLO 7

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                              ERICK

Oh Aly, se solo potessi vederti con i miei occhi adesso, capiresti fino a quanto mi spingi sull'orlo del precipizio di questa dissennata passione.
Così dolce, casta, indifesa ma anche maledettamente seducente e libidinosa con quelle morbide curve che sono un delittuoso invito per la mia anima amorale, i tuoi seni pieni, impudiche lusinghe per il mio palato e la tua pelle delicata seta, pregna del mio odore preferito...la candida vaniglia.
Sei da considerare l'ottava meraviglia del mondo!
Giuro che ci provo con tutto me stesso a non cedere al vizioso richiamo del tuo corpo, ma sei più forte della mia stessa volontà e quando ti sono vicino mia amabile dea, oblitero il legame di cognazione che ci fa da unico ostacolo.
La moderna società prova a etichettare il mio sincero sentimento come incesto, come lo si può definire tale quando di base c'è un amore profondo e incontaminato?
Se solo spulciassero tra i libri di storia andando a ritroso nel tempo, scoprirebbero una pratica ancestrale risalente al mito delle origini.
Praticato dagli Dei stessi nella mitologia greca, o nell'antico Egitto da Cleopatra e ancora più recente nella Bibbia precisamente nella Genesi, dove si narra che Dio creò solo due esseri umani quindi di conseguenza ragionandoci su, diedero vita all'intera discendenza da rapporti incestuosi.
Quanto poco capace e mediocre è la mente umana!
Tralasciamo le tediose riflessioni sugli esseri viventi e concentriamoci su di te, mia musa.
Ti muovi mettendoti finalmente supina offrendomi il più stupefacente spettacolo, il tuo respiro è lento, sereno come la tua espressione, e le tue gambe leggermente spalancate mettono in mostra l'ammaliante antro che non vedo l'ora di varcare.
La mia lucidità vacilla e la solita sensazione di smania mi opprime a tal punto, da non resistere al desiderio smodato di possederti.
La carne brama ogni parte del tuo corpo creato per soddisfare il mio appetito, e non posso fare altro che assecondare questa fame approfittando che il tasso d'alcol che ti circola nel sangue è abbastanza alto da stordirti fino a domattina.
Avanzo carponi adagiandomi con cura su di te e solo questo contatto mi provoca la brusca e familiare rigidità che risveglia la costante eccitazione tra le mie gambe...un altro po' di pazienza mi ripeto poi potrò bere finalmente la tua purezza nel calice del nostro amplesso.
Respiro il tuo odore che è la mia dipendenza, sei come una droga di cui non posso fare a meno.
Con la lingua ne assaporo l'aroma zuccherino che fa aumentare il mio battito all'inverosimile tanta è la frenesia.
Voglio ancora di più quindi prendo a leccare i tuoi capezzoli fino a sentirne il turgore sulla lingua, li tengo tra i denti e ingordo li succhio voracemente mentre infilo la mano nello slip nero merlettato, e con le dita disegno cerchi sentendo gonfiare e pulsare il clitoride...Dio sto impazzendo!
Scendo con le labbra perché ho bisogno di sentirti palpitare sulla lingua e sei già tutta bagnata, ne approfitto per infilarti due dita dentro che danzano di pari passo assecondando il ritmo della bocca, inizi ad ansimare lo sento che sei al culmine mentre sussurri "ti prego...ancora...ti voglio".
Ti premi sul mio viso facendo penetrare di più le dita e in un attimo i tuoi umori si riversano cocenti in gola, sento che sto per esplodere.
Sfacciatamente accalorato ti giro di lato e mi masturbo senza pudore sfregando il pene sulle tue natiche "ancora un po' di pazienza piccola...presto...sarai solo mia" e mi svuoto senza decenza coprendoti con il mio seme.

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