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Il ragazzo dai capelli blu se ne stava seduto sulla sua scrivania a bere una tazza di caffè mentre lavorava al computer.

Erano solo le due e un quarto del pomeriggio quando bussarono alla porta. Il blu gridò il solito "Avanti!" facendo capire alla persona dall'altra parte della porta di aprire quest'ultima.

Nella stanza entrò un suo collega alto e con i capelli corvini e una ciocca tinta di colore bianco.

Lasciò il suo caffè sulla scrivania alzandosi dalla sedia. "Jeonghan hyung, che succede?" Domandò subito appena vide l'espressione seria e dura del suo collega.
"Succede che se non ti muovi il capo ti licenzia. Abbiamo un nuovo caso."

Il ragazzo si mosse subito, affiancando il suo hyung. Solitamente ritardava di qualche secondo quando il capo riuniva tutta la squadra per parlare di un nuovo crimine commesso.

I due colleghi entrarono nella stanza trovando già la maggior parte della squadra. Mancavano giusto solo tre persone che non tardarono ad arrivare.

"Oh, oh, ma guarda un po' te." Un ragazzo dai capelli metà castani e metà biondi si avvicinò al blu. "Han Jisung, in orario? Ora nevica." Scherzò, ridendo insieme al suo amico.
"Ringrazia Jeonghan hyung. Se non mi avesse chiamato in tempo, ora non sarei qui."

"Wooyoung, Jisung, state zitti." Un altro ragazzo disse a loro di fare silenzio, e ciò significava che fosse arrivato finalmente il loro capo, Kang Rhino.

Era un uomo pelato e un po' in sovrappeso. Avrà avuto una quarantina d'anni, alto sul metro e settanta. Era divertente, ma molto severo con le persone che se lo meritavano.

Si avvicinò ad una lavagnetta bianca attaccando delle foto. "Ieri notte, verso le dieci, è stata trovata morta la sedicenne thailandese Suwan Yuri. È stata proprio la madre della ragazza a trovarla vicino ai bidoni della spazzatura."

Le foto ritraevano la sedicenne in una pozza di sangue con gli occhi aperti e le labbra schiuse. "È stata colpita sull'addome cinquanta volte da un pugnale." Fece vedere l'arma del delitto in una busta appoggiata sulla scrivania. "Per poi venir sparata in fronte da quella che dovrebbe essere una calibro 92."

"Perché spararle in testa? Non bastavano tutte quelle accoltellate?" Si chiese uno dei ragazzi continuando a guardare le foto.
"Forse l'assassino non era soddisfatto del suo lavoro." Provò a rispondere Jeonghan.
"Potrebbe essere." Il capo Kang incrociò le braccia al petto. "Tuttavia non abbiamo nessun sospettato al momento, ma dal modo in cui ha ucciso la sua vittima..."

"... Si può trattare solo ed esclusivamente di Lee Minho."

"Mi scusi capo." Jisung portò l'attenzione di tutti su di lui. "Io non penso sia stato Lee Minho."

Kang alzò un sopracciglio. "Come mai?"
"Solitamente Minho lascerebbe un segno o una frase per far capire di esser stato lui a commettere quell'omicidio, ma lei non ha parlato di nulla di tutto questo. O sbaglio?"
"Non sbagli, Han." Concordò con l'ipotesi del ragazzo. "Non abbiamo trovato nessun riferimento a Lee Minho sulla scena del crimine o sul corpo della ragazza."

"Allora l'assassino avrà utilizzato la stessa tecnica di Minho sulla sua vittima per incastrarlo."
"Non credo. Minho non ha mai avuto dei nemici, tutti hanno paura di lui."

𝐕𝐄𝐍𝐎𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora