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Il biondo se ne stava seduto su un tavolo del bar a bere un cappuccino.

Quel giorno era iniziato in uno dei modi più noiosi e tranquilli che mai esistessero nel mondo, a detta di Hyunjin.

Quando si era alzato dal letto aveva notato che in casa non ci fosse Minho, e già lì sapeva che la sua giornata sarebbe stata dipinta da quel colore grigio che tanto detestava.

I suoi capelli lunghi erano legati da una coda fatta a caso mentre usciva di casa, addosso portava solo una maglia un po' larga e un jeans.

Continuò a sorseggiare il suo cappuccino mattutino mentre guardava gli altri clienti seduti nei rispettivi tavolini.

Una volta finito di bere, si alzò con la tazza e il piattino portandolo sul bancone e pagando inseguito alla cassa.

E mentre si stava per girare, qualcuno -- per sbaglio -- lo investì.

E per fortuna che non aveva il caffè o qualsiasi altra bevanda tra le mani.

"Scusami!" Disse subito il ragazzo che gli era appena andato contro.
"Tranquillo, ma stai più attento la prossima volta."

Hyunjin sorrise appena, ma quando si accorse chi gli fosse finito addosso, il suo sorriso si trasformò in un piccolo ghigno.

"Aspetta, ma tu sei il ragazzo dell'altro giorno! Quello che mi ha quasi fatto cadere per terra."
"Oh... che coincidenza." Rise nervosamente il più basso.

"Comunque, scusami... non so proprio dov'è che ho la testa in sti giorni."
"Ma va, vai tranquillo, veramente." Lo rassicurò. "Capita."

"Parlando d'altro... come ti chiami? Visto che siamo qua, perché non presentarci?" Domandò il biondo.
"Mi chiamo Felix. Tu?"
"Hyunjin."

Il corvino alzò un sopracciglio, tenendo un sorrisino sul volto. "Hyunjin, hai detto? È lo stesso nome dell'assassino."
Il biondo ridacchiò. "Tutti me lo dicono, ormai vengo ricordato con 'quello che ha lo stesso nome del serial killer'."

Felix scosse la testa. "È bello il tuo nome."
"Oh, grazie. Anche il tuo lo è, però non è coreano."
"Già, io in realtà sono australiano, ma ho orgini coreane." Spiegò il corvino.
"Figo."

"Ora meglio se vado." Hyunjin si allontanò dal ragazzo, salutandolo con la mano.

Felix sogghignò quando il biondo se ne andò via.

Hyunjin...

Penso proprio che mi divertirò.

[ VENOM ]

Jisung e Wooyoung erano in pausa caffè a parlare del più e del meno in pace e tranquillità.

La giornata stava proseguendo lentamente, ma il blu ne era felice alla fine.

Da loro arrivò un Jeonghan alquanto stressato e leggermente arrabbiato.

"Hey, hyung, tutto bene?" Domandò Wooyoung mentre il ragazzo prendeva dell'acqua.
"No, non va bene." Rispose secco mentre apriva la bottiglietta.

"Qualche problema con il caso?"
"Più o meno. Ho scoperto chi è stato il colpevole, ma c'è qualcosa che non quadra."

Jisung inclinò la testa. "Cosa, di preciso?"
"Beh, ho appena interrogato Park Jimin, ovvero l'assassino di Choi John. Ha detto che l'aveva ucciso perché, a quanto pare, John mandava lettere d'amore alla sua ragazza. Ma non capisco come abbia fatto a scoprire che fosse stato lui quando ha detto che non aveva mai visto nessuno imbucare quelle lettere nella loro cassetta."

𝐕𝐄𝐍𝐎𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora