DEEP END

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(🪦)

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Il braccio teso in avanti e la mano che teneva stretta il glock modello trentasette, il dito sul grilletto pronto a schiacciare e...

La pistola era scarica.

Chan cliccò più di una volta il grilletto ma dal glock non uscì alcun proiettile, non uscì alcun suono.

"Ma come è possibile? L'avevo caricata prima!" Esclamò il castano controllando i proiettili che aveva inserito precedentemente nella pistola.
"Dovresti fare più attenzione a dove metti le cose."

I muscoli di Chan si fecero tesi, la voce di quel ragazzo poco più distante da lui lo fece voltare alla sua destra dove trovò quel tipo appoggiato con la schiena al tronco dell'albero, i capelli biondi legati da un elastico nero e tra le mani tutti i proiettili che si trovavano nel glock. "Ti facevo più furbo, Bang Chan."

Jisung esultò internamente per l'apparsa improvvisa dell'assassino mentre Chan digrignò i denti. "Hwang Hyunjin, ti davo per morto ormai."
Hyunjin inclinò la testa ghignando. "Mi piace il fatto che tu abbia pensato questo. In verità mi ero preso qualche giorno di ferie, sai, stavo lavorando troppo nell'ultimo periodo." Usò un tono alquanto scherzoso mentre pronunciava quelle parole con tanta facilità e buttando per terra i proiettili.

"Almeno noi siamo in dodici, voi siete solo quattro... anzi, due!" Chan rise alle disgrazie dei due ragazzi che aveva rapito.
"Ti consiglio di licenziare i tuoi uomini, non sanno fare nemmeno un nodo decente." A fatica Minho si alzò dalla sedia con un braccio penzolante e l'altro con la mano occupata dalla corda la quale gli aveva procurato segni evidenti sui polsi. Chan roteò gli occhi e poi guardò intensamente i suoi sottoposti, facendo segno a questi di attaccare. Due di loro avanzarono verso Minho che, anche se con un braccio ferito, riuscì a sferrare un pugno ad uno e accoltellare l'altro dritto sul cuore con il coltello di Felix. Hyunjin raggiunse Minho mettendo la sua schiena contro quella del suo hyung pronto a scagliare pugni a chiunque si fosse avvicinato a loro.

Intanto, in mezzo all'inizio di quel casino, Felix si avvicinò a Jisung slegandolo dalla corda sfibrata con cui l'avevano bloccato. "Sei di nuovo in te." Commento il blu girando la testa per vedere il suo amico.
"Può essere." Il ragazzo sciolse prima il nodo e poi lanciò via la corda. Jisung portò davanti al suo viso le mani toccando con i polpastrelli i polsi marchiati e sibilando qualcosa di incomprensibile. "Più tardi ti racconterò tutto, basta segreti."
"Mi sei mancato." Ammise Jisung lasciando di stucco il corvino.
Felix non poté far a meno di sorridere. "Anche tu, ma adesso abbiamo una questione da sistemare, non credi, Jis?"
"Hai perfettamente ragione, Lix." Si alzò dalla sedia stiracchiandosi un po' prima di partire all'azione.

Felix prese dalla scarpa un coltellino svizzero colpendo con esso la spalla di uno e atterrandolo poi con un calcio in viso con una mossa di taekwondo. Jisung, al suo fianco, diede un pugno dritto allo stomaco di un altro ragazzo ricevendo poi da quest'ultimo un altrettanto pugno, ma riuscì comunque a fargli perdere i sensi grazie al colpo che gli diede con il ginocchio nelle parti intime e al colpo in testa che gli procurò una volta che cadde a terra.

Hyunjin tagliò la gola all'ennesimo uomo mentre Minho sferrava pugni con la mano sinistra. Uno dopo l'altro Felix si avvicinò sempre di più a Chan e, una volta davanti a lui, si mise in posizione di combattimento.

"Sai, Yongbok, pensavo fossi diverso." Chan gettò la pistola in acqua. "Invece sei uguale a tutti gli altri."
"È qui che ti sbagli, Christopher. Sei tu che sei uguale a tutti gli altri, a tutti quei bastardi che si trovano qua fuori." Controbattè Felix. "Mi hai manipolato e ricattato per anni!"
"Ma ti ho salvato, Yongbok, ti ho salvato da lui! Non mi sono mai permesso di tradirti, non ti ho mai toccato e tantomeno sfiorato... e tu mi tratti così?"

𝐕𝐄𝐍𝐎𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora