𝐕𝐄𝐍𝐎𝐌

ALL IN

(🐺)

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Durante quelle ore ricoverato in ospedale non aveva fatto altro se non riposare e dormire. Come doveva fare un paziente, ovviamente. La testa priva di pensieri, il corpo adagiato sul lettino e coperto dal lenzuolo bianco latte. Faceva caldo ma lui non aveva mai preso la briga di alzarsi e sistemarsi meglio. L'unica promessa che si era fatto era stata questa: quando lo avrebbero dimesso dall'ospedale avrebbe ripreso il caso in mano e avrebbe scovato l'artefice di tutto quel disastro, nonché il capo del suo migliore amico.

Al suo ritorno, però, trovò altri dubbi e problemi in corso. La centrale di polizia ora era stata momentaneamente spostata in un altro distretto -- fortunatamente non c'era nessun problema per Jisung con i mezzi visto che lui era a casa per riposo --, Hyunjin era improvvisamente sparito e Felix sembrava aver subito un crollo morale molto grave.

Si sentiva in colpa perché non sapeva cosa fare per aiutare Felix e non sapeva cosa fosse successo a Hyunjin, nemmeno Minho ne era a conoscenza. Il suo amico-coinquilino era in condizioni pessime; oltre ad aver scoperto dei punti che aveva al fianco e che, meno male, ora erano guariti, aveva notato formarsi sotto gli occhi castani del ragazzo delle occhiaie bene evidenti. Sembrava stanco, assente, perennemente cupo e privo di emozione come se il suo cuore fosse stato ricoperto da ghiaccio per poi venir spaccato. Gli occhi sempre rossi e le guance appiccicose per colpa delle evidenti lacrime versate.

Solo in quel momento si rese conto quanto la situazione fu peggiorata.

Ma come si erano cacciati in tutto questo? Era una giornata come le altre a lavoro quando Minho lo chiamò per avvertirlo di un certo Im Seojoon che voleva conquistare l'intera Corea del Sud e, chissà, forse anche altre parti dell'Asia. Poi vennero a scoprire che in realtà Im Seojoon non fosse il capo ma solo uno dei dipendenti di quello vero e che, però, era stato ucciso per chissà quale ragione. Scoprirono anche che Felix lavorava per questo presunto capo e che era nella merda da più tempo di tutti loro messi assieme.

Cristo.

Jisung stava seduto sulla solita sedia della sala da pranzo con Minho che gli faceva compagnia. Felix? Non sapeva assolutamente dove fosse, non sapeva se fosse in camera o se fosse fuori. Ormai non sapeva più nulla del suo amico e non credeva più di conoscerlo poi così bene come diceva una volta. I fogli sparsi per la superficie legnosa del tavolo e i gomiti poggiati su quest'ultimo con l'aggiunta di mani tra i capelli. Se una settimana fa Jisung si stava rilassando parecchio all'ospedale, beh, ora era stressato più che mai. Più di prima.

Continuava a esaminare quelle foto pur sapendo che non avrebbe mai trovato in quelle immagini sanguinose la risposta alla domanda più importante, ovvero chi, ma erano gli unici indizi che possedeva e fino a quel momento aveva sempre lavorato con quelli. La sua testa però sembrava non riuscire più a ragionare dopo quello sparo alla tempia, non capiva più nulla e, anzi, pensava di aver bisogno di altro riposo, riposo che non si sarebbe mai concesso.

Minho, invece, era molto preoccupato sia per la salute mentale di Felix e sia per quella del suo amato. Già, amato, così definiva Jisung anche se non avevano chiarito del tutto la faccenda. Erano fidanzati? No, certo che no. Provavano qualcosa l'una per l'altra? Sì, tantissimo. Si baciavano? Assai ma, come detto prima, non stavano ancora assieme.

"Hyunjin? Sì è fatto sentire?" Chiese d'un tratto il blu tenendo gli occhi fissi sui fascicoli come se avesse paura che si potessero muovere da un momento all'altro.
"No." Rispose negativamente il maggiore concludendo la parola con uno sbuffo.

Era sempre la stessa storia, sempre le stesse domande e poi il silenzio. Non conversavano normalmente da giorni, Jisung aveva iniziato a mangiare di meno per lo stress e Minho non faceva altro che andargli dietro a preparargli pasti nel tentativo di fargli mettere qualcosa in pancia. Era strano che Jisung non mangiasse, lui tanto amante del cibo.