Capitolo 14

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Beatrice entrò a lavoro stranita per la telefonata della madre, e in più era sconvolta per Esteban, le rimbombavano nella testa e nel cuore quelle parole.

"CAZZO Beatrice... IO TI AMO!"

Sembravano dette con sentimento, sembravano veramente dette col cuore.

Salutò velocemente tutti i ragazzi che lavoravano nell'open space e si fiondò nell'ufficio, dove Filippo la salutò guardandola stranamente.

"Tutto bene?" le chiese gentilmente.

"Eh..." rispose guardandolo mentre cercava di riprendersi.

"Ah...sì, sì grazie" gli disse poi mentre si sedeva e accendeva il pc.

Filippo alzò le spalle e si rimise a lavoro.
Era più di un'ora che stava davanti al computer e aveva fatto ben poco, la sua testa era altrove, si stava trastullando tra il computer e il foglio da disegno quando Enrico fece la sua comparsa.

"Allora come và lo spot per Ferragamo?" chiese con arroganza.

"Male" ammise sincera..

Lui aggrottò la fronte mettendosi al suo fianco e guardando il pc, il suo profumo le invase le narici, facendola sospirare.

"Che c'è Locatelli, non ti piace il mio profumo?" le domandò stuzzicandola.

"Non mi piace averla accanto Morelli, è ben diverso" ribattè acida.

"Oggi siamo di malumore o sbaglio?" le domandò continuando a starle accanto.

"Non sono affari che la riguardano, signore" esordì senza degnarlo di uno sguardo.
Era sicura che se lo avesse guardato nei suoi splendidi occhi azzurri, sarebbe sicuramente capitolata.

Lui sogghignò e continuò mentre Filippo li osservava di sott'occhi divertito.

"Mi riguardano se il lavoro non viene svolto a dovere. Affari di cuore, Beatrice?" chiese con serietà ma guardandola divertito continuando a stuzzicarla.

Lei si girò di scatto fulminandolo e lui la guardò nei suoi occhi verdi, quegli occhi che gli facevano perdere ore di sonno e fare qualche doccia fredda.

"Ah, Ah ho ragione... vero?" la canzonò lui.

"Ripeto... non sono affari TUOI!" ribattè alzando leggermente la voce su quel "TUOI".

"Bene, bene adesso siamo tornati al TU! Perfetto! E ora rimettiti a lavoro se non vuoi fare... Notte!" le disse mentre si allontanava da lei, mettendosi però dall'altra parte della sua scrivania e sedendosi osservandola.

"Vuoi stare lì per tutto il pomeriggio a guardarmi?" chiese perplessa.

"Non credere che stia qui per guardare il tuo bel faccino. Stò solo controllando che tu svolga il tuo lavoro... così potrai andare via alla tua ora, per andare da "quello" che ti stà facendo perdere la concentrazione" dichiarò diretto e conciso, anche se non era del tutto vero quello che le aveva detto.
Le piaceva guardarla, osservarla e ammirarla di nascosto.

"Non perdo la concentrazione per NESSUNO" rispose a denti stretti rimettendosi a studiare la bozza al computer.

Erano due ore che Enrico le stava davanti, sentiva il suo sguardo addosso quando non guardava il telefono o scherzava con Filippo, e questo la rendeva ancora più nervosa.

"Sembri una cavalletta su quella sedia" le disse ad un tratto Enrico.

"E tu sembri un gufo che aspetta la preda" rispose di getto.

"Vorresti essere la preda Beatrice?" le domandò maliziosamente.

E a Filippo scappò da ridere, Bea lo guardò male per poi rivolgere lo sguardo verso Enrico.

Sotto il cielo di Firenze (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora