Capitolo 30

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Nei giorni a seguire Beatrice si era buttata a capofitto a studiare la tesi, l'aveva letta talmente tante volte che la sapeva a memoria.

Quel maledetto giorno Michela era rientrata a casa trovando Bea che piangeva nel letto e lì per lì si era preoccupata credendo che la nonna stesse male.
Ma poi dopo vari tentativi di farsi spiegare, Beatrice le aveva raccontato quello che era successo e mentre lei parlava Michela si arrabbiava via via con tutti, finendo col dirle che erano stati stronzi e che lei doveva smettere di piangere e mandarli tutti a quel paese.

Beatrice le aveva sorriso lievemente per poi scoppiare a piangere di nuovo e l'aveva fatto per tutta la notte.
Poi aveva raccontato tutto ad Alice che si era incazzata peggio di Michela, a quel punto si era decisa di buttarsi sullo studio, mangiando pochissimo e dormendo ancora meno.

"Guarda che se continui così alla Laurea ci arrivi strisciando" le aveva detto Michela un giorno in cucina.

"Adesso non ho fame Micky non insistere" le aveva risposto infastidita.

I giorni erano passati lenti e dolorosi fino ad arrivare al giorno della Laurea.
Michela si era comprata un bellissimo vestito lungo fino alle ginocchia blu elettrico, col corpetto di pizzo.
Bea aveva acquistato un tailleur pantalone classico di color nero, abbinandoci una camicetta chiara.

Michela l'aveva squadrata a lungo per poi dirle:
"Stai andando ad un funerale per caso?"

"Perché? che cosa ho che non va?" le aveva chiesto Bea con una leggera indifferenza.

L'amica le aveva dato un'occhiata perplessa poi le aveva risposto:
"A parte che ultimamente sei dimagrita qualche chilo e facciamo finta di niente, hai una faccia che sembri un morto che cammina, più ti vesti di nero... tira tu le conclusioni."

Beatrice non le aveva risposto, ma l'aveva guardata in malo modo e prima di uscire di casa si era voltata verso di lei e le aveva detto:
"Mi vesto di nero perché mi piace e non è vero che sono dimagrita, è il colore che mi fa più magra."
Ed era uscita di casa voltandole le spalle.

"Sì va bene... vai cammina che è meglio" aveva aggiunto Michela mentre chiudeva a chiave la porta di casa.

Le ragazze arrivarono all'Università trovando già lì ad aspettarle, Filippo che salutò dolcemente Michela e con imbarazzo Beatrice che gli sorrise con tristezza.
Giorgia e Jared salutarono Michela e poi Beatrice che fece finta di non vedere lo sguardo che le rivolse sua madre. E infine salutarono Jensen che le avvisò che Alice era già entrata chiamata da un professore per una questione di alcuni documenti.

E mentre entravano Giorgia si avvicinò a lei e le disse preoccupata:
"Tesoro stai bene?"

"Sì mamma stò bene" rispose cercando di farglielo credere.

"Ti ricordo che odi le bugie" le disse risentita.

Beatrice sbuffò.

"Che vuoi mamma?" le disse indispettita.

"Vorrei conoscere Enrico dopo" le chiese.

"Mi dispiace ma lui non c'è, non viene" rispose diretta con tono duro.

Un tono che a Giorgia non passò inosservato e guardandola sospettosa, la fermò prendendola per un braccio e mentre gli altri li superavano, la donna le domandò:
"Perché non viene?"

"Abbiamo avuto una discussione" le rispose seria.

"Bea che è successo?" continuò a domandare la donna.

Beatrice represse le lacrime facendo un respiro e le rispose:
"Niente adesso non ho voglia di parlarne. Devo affrontare l'esame."

E con quelle parole si allontanò da lei raggiungendo le amiche alla porta dell'aula dove entrarono tutte e tre ansiose.

Sotto il cielo di Firenze (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora