~ set three.

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Dall'episodio del bacio, erano passati tre giorni. Tre giorni di allenamenti, tre giorni di silenzio, tre giorni di sguardi nascosti. Tre giorni di pensieri, tre giorni di domande, tre giorni di paranoie, tre giorni di confusione e completo caos.

Louis avrebbe voluto fermarlo, prenderlo da parte e chiedergli cosa gli fosse preso, cosa stesse pensando nel bagno del ristorante, ma non ne aveva il coraggio. Non riusciva a guardarlo propriamente negli occhi ed era spaventato; dopotutto, Harry sembrava cambiare umore come lui stesso cambiava le mutande, perciò non voleva rischiare. Ne aveva parlato a lungo con Liam, dopo essere usciti dal locale la sera dell'accaduto, ma per l'amico la soluzione era sempre la stessa: lasciare perdere e cercare di non pensarci. Certo, era facile dirlo senza trovarsi nella situazione, dando un consiglio dall'esterno. Ma, probabilmente, anche Liam si sarebbe trovato in difficoltà al suo posto, era poco ma sicuro. Lo conosceva da anni e l'aveva visto evolversi man mano, passando dal ragazzino sicuro di sé e forte - caratterialmente parlando - fino ad arrivare alla persona matura, ragionevole e tremendamente insicura ch'era diventato ultimamente. Forse era per via della sua storia con Sophia, forse era perché la vita lo aveva messo davanti a diversi ostacoli più o meno difficili da superare o forse era semplicemente così che doveva essere. Louis esattamente non lo sapeva, ma cercava di ascoltarlo e di non prendere alla lettera tutto ciò che gli diceva. Insomma, avrebbe pur sempre dovuto prendere lui le sue decisioni, sbagliare e pagarne le conseguenze, com'era giusto che fosse.

Sbuffò sonoramente e decise di andare a sedersi sul divano, magari a guardare qualche programma insulso come Geordie Shore o qualcosa di simile. Non aveva intenzione di uscire, nonostante Zayn gli avesse chiesto, qualche ora prima, di accompagnarlo ad una festa, ma non era in vena e glielo aveva spiegato; Zayn aveva capito e, seppur ci fosse rimasto male, aveva sospirato e l'aveva salutato con un «Okay allora, ci vediamo domani all'allenamento.». Louis lo aveva ringraziato mentalmente per non aver insistito e, soprattutto, per non averlo tempestato di domande, cosa che sicuramente avrebbe fatto Niall se si fosse trovato al posto di Zayn.

Accese il televisore e le voci di Nev e Max di Catfish risuonarono per il salotto, facendolo sobbalzare appena; abbassò il volume, poggiò la testa contro lo schienale e socchiuse gli occhi. Quel programma non lo interessava particolarmente, soprattutto perché non concepiva come le persone riuscissero a fingere per così tanto tempo, quando lui riusciva a malapena a nascondere alle sue sorelle i regali di Natale.

Scosse leggermente il capo e sospirò, allungando una mano accanto a sé per recuperare il suo cellulare, intenzionato ad inviare un messaggio a Niall, magari chiedendogli se aveva voglia di passare da lui e di mangiare una pizza, per poi concedersi un torneo di Mario Kart o di un qualsiasi gioco della Wii. Il suo intento, però, venne interrotto dalla leggera vibrazione dell'oggetto che teneva stretto fra le dita.

Diede un'occhiata veloce e lesse il nome del destinatario del messaggio, corrugando leggermente la fronte. Qualcuno, lassù, probabilmente ce l'aveva a morte con lui, perché quell'Harry che troneggiava sullo schermo, non preannunciava nulla di buono.

Sbloccò la schermata e rimase shockato. Faceva sul serio?

Da Harry: Hey Tomlinson, sempre a farti seghe pensando a me? Ho visto come mi guardavi ieri, non mi stupirei se in questo momento la tua mano fosse umida e completamente bianca. ;)

Louis si passò una mano fra i capelli lisci, spettinandoli appena. Possibile che non gli fosse concesso di passare una serata in santa pace, senza farsi tormentare da Harry e da qualsiasi cosa lo riguardasse? E poi, cazzo, cosa gli era saltato in mente?

Il telefono vibrò una seconda volta e, sbuffando, fece scorrere gli occhi sull'ennesimo messaggio da parte del riccio.

Da Harry: Chissà come diventa acuta la tua voce mentre urli il mio nome.

A Harry: Harry, che cazzo stai dicendo?

Da Harry: La verità, non è forse così che passi il tuo tempo libero?

A Harry: Si da il caso che abbia di meglio da fare piuttosto che pensare al tuo corpo perfetto.

Louis rispose di getto, pentendosi un secondo dopo. Si era fregato da solo, lo sapeva, sperava solo che Harry non ci facesse caso o che, semplicemente, la smettesse di inviargli messaggi.

Da Harry: Oh, so di essere perfetto, ma grazie per avermelo ricordato. ;)

A Harry: Non hai nient'altro da fare, questa sera? Dov'è il tuo fidanzato? Sicuramente a lui farebbe piacere ricevere i tuoi messaggi. A me no.

Non era del tutto vero e, questo, Louis lo sapeva bene. Ma cosa doveva fare? Dargli corda? Non era sua intenzione. Sì, Harry gli piaceva - e parecchio anche - ma non si sarebbe abbassato a questi livelli. Insomma, dovevano ancora chiarire la questione del bacio, possibile che Harry l'avesse già accantonata e superata?

Da Harry: Sei sicuro?

A Harry: Sicurissimo.

Si morse forte il labbro inferiore e si chiese che cosa avesse fatto di male, in una possibile vita precedente, per meritarsi tutta quella frustrazione. Più passavano i giorni, più si convinceva che sarebbe presto finito in un manicomio, in cella d'isolamento, a sbattere la testa contro le pareti bianche.

Da Harry: Sai, Tomlinson, sono solo nella mia stanza e sono davvero curioso di sapere come sarebbe avere le tue labbra attorno al mio cazzo. Le sto immaginando e la sensazione non è niente male. Peccato che a fare tutto il lavoro sporco ci sia la mia mano e non la tua bocca.

A Harry: Harry smettila, sei fidanzato ed io non sono il tuo stupido sfogo. Chiaro?

Da Harry: Dai Lou, che ti costa? È divertente e non è certo come se stessi tradendo Charlie.

A Harry: Smettila brutto idiota!

Louis non ne poteva più, quei messaggi lo stavano confondendo maggiormente e, sì, stavano risvegliando qualcosa, o meglio qualcuno, nel suo basso ventre. E no, non avrebbe ceduto, avrebbe resistito, a costo di lanciare il telefono contro il muro e vederlo andare in frantumi.

Da Harry: Lo farò solo quando sarai venuto... Sei venuto?

A Harry: No, ma me ne sto andando. Ciao Harry.

Ciò che non si aspettava dopo avergli risposto, era l'ennesimo messaggio da parte del riccio. Quando lo aprì, alzando gli occhi al cielo, questi ultimi si spalancarono assieme alle sue labbra. No, non era assolutamente possibile, Harry gli aveva inviato una foto del suo cazzo stretto fra le mani, completamente eretto.

Si morse nuovamente il labbro inferiore e gettò il telefono dall'altra parte del divano, sfilandosi velocemente i pantaloni della tuta e, contemporaneamente, anche i boxer, afferrando la sua stessa erezione, cominciando a massaggiarla frettolosamente. Non era ciò che voleva, ma Harry era semplicemente troppo e, seppur andasse contro le sue promesse, non era riuscito a non cedere. Insomma, l'astinenza era pur sempre astinenza e quella foto di Harry era... Beh.

Gemette, chiudendo gli occhi ed inarcando la schiena, aumentando leggermente il ritmo, ormai sudato e vicino al culmine. Possibile che una semplice immagine gli facesse quell'effetto? Possibile che dovesse sempre andare contro il suo volere? Dio, se Liam lo avesse saputo, probabilmente gli avrebbe fatto la paternale e avrebbe preso a calci il riccio. Ma... No, sicuramente non sarebbe andato a raccontarglielo. Ciò che stava facendo poteva tranquillamente rimanere un segreto ed era certo che lo avrebbe tenuto ben nascosto.

La sua mano rafforzò la presa e nel giro di pochi secondi si riversò sul suo stomaco, stremato e incapace di respirare regolarmente.

Portò due dita sugli addominali e raccolse qualche goccia del suo piacere, avvicinandole alle labbra e leccandole con gli occhi chiusi, assaporando se stesso ed immaginando di fare lo stesso con il seme di Harry.

British Rogue ⚓︎ l.s. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora