~ set ten.

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A/N: questo capitolo sarà un flashback, perciò sarà scritto in corsivo. As usual, ricordate che potete commentare la storia anche su Twitter, con l'hashtag #BritishRogueAU ! xx

«Ho lasciato Charlie.» il moro disse.

Louis rimase a bocca aperta, incapace di formulare una frase di senso compiuto. Non credeva alle sue orecchie, non ci riusciva. Per mesi aveva sperato di sentire quelle parole, eppure in quel momento tutto ciò che era in grado di fare era fissarlo, in silenzio, le labbra strette fra i denti e la testa incasinata, quasi fosse in procinto di scoppiare.

«Perché?» chiese il castano, dopo essersi ricomposto un attimo, rimanendo sempre fuori dalla porta, mentre Harry lo guardava confuso e si spostava appena, intenzionato a farlo entrare. E Louis lo accontentò titubante, dopo qualche secondo.

Si sentiva strano, ma non capiva cosa, effettivamente, gli stesse passando per la mente. Quel groviglio di pensieri era troppo e non riusciva propriamente a ragionare, mentre prendeva posto sul divano, mettendosi in un angolo, il più lontano possibile dal riccio che si era seduto dall'altro lato.

Harry sospirò, passandosi una mano fra i capelli e «Non andavamo più d'accordo. O meglio, non c'era più intesa? Insomma, provavo affetto e lo provo tutt'ora, ma in modo fraterno, capisci? Litigavamo continuamente, soprattutto nell'ultimo periodo e, uhm, non me la sentivo più di portare avanti la nostra relazione. Soprattutto perché, beh, lo sai.» disse, abbassando lo sguardo sulle sue stesse gambe, fissando le pieghe quasi invisibili dei suoi skinny jeans neri.

Louis scosse il capo e «No, no, no. Perché l'hai fatto? Non mi interessano le motivazioni che ti hanno spinto a farlo, ma... Perché, Harry? Perché?» domandò, girandosi ed osservando il profilo di Harry che scrollò le spalle e lo guardò a sua volta, sorridendo lievemente.

«L'ho fatto per te? Pensavo fosse ciò che volessi e, a dire il vero, è ciò che voglio io. Quindi... Mi sembrava la cosa giusta da fare?» rispose, leggermente insicuro, intrecciando le mani e giocherellandoci appena.

«E lo so, lo so che ci ho messo un po' per capirlo, ma ora sono qui e ti voglio, non immagini nemmeno quando, Lou.» continuò il riccio, abbassando il tono di voce.

Louis scansionò le sue parole, ad una ad una, analizzandole e scuotendo velocemente la testa.

Non era così che doveva andare. Non era così che Harry si sarebbe dovuto comportare. Non era così e basta. Perché Louis era consapevole di quelle cose, ormai le aveva capite grazie alle attenzioni che Harry gli dedicava, ai messaggi e a tutti quei regali che aveva ricevuto in quelle settimane, ma non era così che doveva finire. Harry sarebbe dovuto rimanere con Charlie, avrebbe dovuto capire che non c'era nulla da fare, che Louis ormai stava cercando di costruire qualcosa con Martin, nonostante andasse contro la sua stessa volontà. Ma era la cosa migliore da fare, per tutti, e Louis era stanco di stare male, di subire, di farsi trattare come una pezza da piedi. E sì, Harry era cambiato e glielo aveva dimostrato, certo. Ma se Liam avesse avuto ragione? Se Harry, dopo aver ottenuto ciò che voleva, avesse cominciato a trattarlo nuovamente come una nullità?

Era un casino, un problema, e Louis non ce la faceva, semplicemente. Perciò si alzò in piedi e «Nessuno te l'ha chiesto, Harry, nessuno.» mormorò, sospirando pesantemente.

«Non dovevi, non dovevi e basta. Non era così che doveva andare.» riprese, dopo essersi guardato attorno alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi.

«E come sarebbe dovuta andare, Lou? Come?» chiese il riccio, alzando lo sguardo e puntandolo sulla figura di Louis, immobile in mezzo al salotto.

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