~ set one.

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A/N: Primo capitolo, ebbene sì! L'ho postato soprattutto per ringraziare chi già l'ha aggiunta alla propria biblioteca e l'ha votata e commentata. Davvero, grazie mille. Siete l'amore! In più, vorrei consigliarvi di passare dal profilo di @oceanodidifetti e leggere "Snapchat". Spero il capitolo vi piaccia! Love you loads, x.

Louis scese velocemente dalla macchina e si avvicinò al bus con cui, solitamente, venivano scarrozzati a destra e a manca per via delle trasferte. Era in ritardo e, sicuramente, avrebbe ricevuto una strigliata da parte del Coach.

Spostò il borsone da una spalla all'altra mentre, con uno sbuffo, Carter apriva la porta per farlo entrare. Tutti gli sguardi erano puntati su di lui, ma non era affatto piacevole. Non era come essere davanti ad una folla urlante che ti incitava alla vittoria, assolutamente il contrario.

Si passò una mano fra i capelli lisci e «Mi dispiace Coach, mia mad-» cominciò, ma il Coach Collins non gli diede il tempo di finire che «Non m'importa, Tomlinson. Sai già che dovrai fare il doppio dei giri di campo durante il riscaldamento. Ora, vai a sederti accanto a Styles.» ordinò, indicandogli il seggiolino vuoto accanto ad Harry. Si morse nuovamente il labbro e pensò che la giornata non sarebbe potuta andare peggio di così. Non bastava convivere con l'ostilità che Harry provava nei suoi confronti durante gli allenamenti, da lontano, avrebbe dovuto passare le prossime tre ore di fianco a lui; sperava solo che quest'ultimo non cercasse di lanciare le sue solite frecciatine, probabilmente non avrebbe retto, nonostante tutto. E okay, forse si sarebbe dovuto accontentare di quelle lievi - seppur sbagliate - attenzioni che il moro gli riservava, ma credeva di non meritare tutta quella cattiveria gratuita.

«Styles.» disse, salutandolo con un cenno del capo. Per tutta risposta, il riccio alzò gli occhi al cielo e «Tomlinson.» mormorò, tornando a concentrarsi sul suo telefono. Probabilmente stava mandando messaggi al suo fidanzato e, a quel pensiero, Louis sentì qualcosa alla bocca dello stomaco, come un conato di vomito. In realtà non aveva nulla contro Charlie, o meglio sì, ma non era colpa sua; insomma, lui aveva Harry, lui poteva baciarlo, lui poteva accarezzarlo e, sempre lui, poteva stringerlo la notte, fra le lenzuola calde di un appartamento situato chissà dove. Era terribilmente geloso, sia del loro rapporto che del fatto che, beh, lui stesso non avrebbe mai potuto provare quelle sensazioni con Harry. Faceva male, ma cercava sempre di pensarci il meno possibile per riuscire a non rovinarsi le giornate. Certo, era difficile, ma faceva del suo meglio. E lo avrebbe fatto anche in quel momento; avrebbe passato quelle ore a farsi gli affari suoi, a giocare con il telefono o, semplicemente, ad ascoltare musica su Spotify.

Sospirò pesantemente e, dopo essersi infilato le cuffie nelle orecchie, lasciò andare completamente la testa contro il sedile, estraniandosi dal chiacchiericcio ininterrotto dei suoi compagni e dalle risate sguaiate di Niall. Dio, quell'Irlandese trovava divertente anche una formica che trasportava una mollica di pane, prima o poi gli avrebbe tappato la bocca con del nastro adesivo. Non che gli stesse antipatico, al contrario, gli voleva bene ed era una delle persone con cui preferiva passare il sabato sera, ma a volte era semplicemente troppo eccessivo.

Chiuse gli occhi e permise alle note di Loser of the year di insinuarsi nella sua testa, distraendolo completamente, portandolo ad addormentarsi nel giro di poco.

Sbadigliò portandosi una mano davanti alla bocca, socchiudendo leggermente le palpebre. Sbirciò l'orario sullo schermo del cellulare e si rese conto di aver dormito per più di un'ora; si stropicciò gli occhi e si voltò appena, in direzione del finestrino. Non se n'era accorto prima, ma lo sguardo di Harry era puntato su di lui e, a dire il vero, si sentiva in soggezione. Insomma, perché lo stava fissando e, soprattutto, perché si stava mordendo il labbro?

British Rogue ⚓︎ l.s. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora