~ set six.

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A/N: In questo capitolo ci sarà un cambio di POV quindi, finalmente, capirete cosa passa nella testa di Harry. :D

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Harry chiuse gli occhi, inarcando la schiena. Le labbra di Charlie avvolgevano la sua erezione, muovendosi lentamente su e giù, soffermandosi sulla punta di tanto in tanto, per stuzzicarla con la lingua. Harry, però, non riusciva a concentrarsi, a godersi appieno il momento. L'unica cosa a cui pensava era Louis e no, non andava per niente bene. Il suo ragazzo gli stava facendo un pompino e lui era impegnato a fantasticare su qualcun altro. Ma non poteva farci nulla, era una cosa involontaria - più o meno -, non credeva nemmeno gli sarebbe mai successa una cosa simile; eppure era arrivato addirittura a rivalutare il suo rapporto con Charlie, non era più sicuro di niente. Sapeva solo che era tremendamente attratto da Louis e che avrebbe voluto baciarlo ancora, ancora e ancora. E Louis aveva ragione, baciare qualcuno di diverso dal proprio partner era tradimento, ma il cuore, Dio, il cuore gli diceva ch'era la cosa più giusta da fare.

Un gemito sfuggì dalle sue labbra carnose, mentre Charlie continuava il suo lavoretto, aiutandosi con una mano per colmare lo spazio in cui non riusciva ad arrivare con la bocca, ma non era abbastanza, non riusciva a lasciarsi andare completamente. E, cazzo, com'era possibile? Non aveva mai avuto problemi di questo genere ed ora si sentiva strano, perso. Voleva capire cosa lo spingesse a pensare agli occhi azzurri di Louis, alle sue gambe toniche, i fianchi vagamente femminili e quel culo da paura. Perché, beh, aveva un culo che urlava mangiami. Ed Harry non sapeva se sarebbe riuscito a resistergli ancora per molto - non che ci stesse provando, comunque -.

Portò una mano fra i capelli di Charlie, costringendolo ad aumentare il ritmo, mentre la sua testa immaginava Louis al suo posto, le sue labbra sottili, la sua lingua a saggiare tutta la sua lunghezza, le sue dita minute ad artigliargli i fianchi. Era fottuto.

Non ragionava, i pensieri confusi e la voglia di perdersi nei meandri della bellezza del ragazzo dagli occhi color del mare, lo portarono a sussurrare un «Lou» appena udibile. Ma era certo che Charlie lo avesse sentito, perché lo stava guardando confuso.

«Cos'hai detto?» chiese, scostandosi appena, tenendo gli occhi castani fissi nei suoi.

«Love, perché?» rispose il riccio, mordendosi forte le labbra. Non poteva permettere che Charlie lo scoprisse, che sospettasse qualcosa. Per questo gli sfiorò una guancia con il dorso della mano, portandola poi dietro alla sua nuca tirandoselo addosso; gli sorrise, tentando di essere il più convincente possibile e lo coinvolse in un bacio bagnato, fatto di denti e respiri affannati. Non c'era passione, non quella vera almeno e non da parte di Harry. E, a dirla tutta, si sentiva in colpa e più passava il tempo, più pensava che Louis lo avrebbe fatto finire involontariamente in un manicomio.

Il riccio si passò mentalmente una mano sulla fronte, era riuscito a scamparla, ma per quanto ancora sarebbe riuscito ad andare avanti? Non lo sapeva, me sentiva il bisogno di parlare con Louis. E okay, non era il momento adatto per pensarci, e probabilmente il castano non lo avrebbe nemmeno ascoltato, ma valeva la pena provare.





A Louis: Possiamo vederci?

Da Louis: No.

A Louis: Per favore, ho bisogno di vederti.


Harry si torturò le labbra, sospirando appena. Charlie lo guardò curioso e «Che succede, amore?» chiese, poggiando la testa sulla sua spalla. Il riccio nascose immediatamente il telefono e scosse la testa.

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