I just kissed my best friend

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Dopo aver passato una delle giornate peggiori della mia vita, ci mancava soltanto mia madre ad appesantire il carico. Uscì di casa sbattendo la porta, era ormai tardi e non sarei dovuta uscire, ma non riuscivo più a stare nella stessa casa con lei. Mi dava sui nervi. Non le andavo mai bene, qualunque cosa facessi era sbagliata.
Mi diressi nell'unico posto che in quel momento mi ricordava un posto sicuro: casa di Eddie.

Bussai alla porta, aspettandomi suo zio come al solito invece stavolta fu proprio Eddie ad aprire.
Aveva una sigaretta tra le labbra, i capelli leggermente scombinati che mi facevano venire voglia di aggiustarli e soltanto un paio di jeans.

Era ufficiale. Stava cercando di uccidermi.

"Liz? Che ci fai qua? È successo qualcosa? Dai entra" mi lasciò entrare e richiuse la porta.
Feci un sospiro e iniziai a camminare per il minuscolo soggiorno.
"Non è successo niente, beh in realtà si, però niente di grave. Ho litigato di nuovo con mia madre, stavolta pesantemente. Ti giuro sta diventando insostenibile. Sempre che urla, si lamenta per qualsiasi cosa faccia. E ora sto dando fastidio anche a te, lo sapevo non sarei dovuta venire qua" quando iniziavo a lamentarmi continuavo a ruota libera.

Mi avvicinai alla porta quando sentii Eddie alle mie spalle.
"Elizabeth girati" mi disse mettendo una mano sulla porta in modo che non potessi aprirla.
Mi girai lentamente e alzai il viso per guardarlo negli occhi
"Non voglio che tu vada via, primo perché mi piace sentire le tue lamentele, è divertente quando parli velocemente" sorrisi di istinto. "e secondo stavo giusto venendo a casa tua"
"Davvero? Perché" chiesi
Sorrise leggermente e spostò l'altra mano sulla mia guancia accarezzandola lentamente "perché mi mancavi e volevo vedere questo bellissimo viso"
Sentivo il cuore battermi forte nel petto. Era bello, bellissimo. Mi sentivo in un posto sicuro quando ero con lui.

Presi coraggio e con la mano iniziai ad accarezzargli il fianco, sentendo il bisogno di toccarlo.
La sua pelle divenne più sensibile nel punto in cui lo toccai e un suono gutturale si faceva spazio nella sua gola.
"Elizabeth.." sussurro avvicinandosi.
"Si?" dissi innocentemente guardalo
"Se inizi a toccarmi, non riuscirò più a fermarmi" ormai eravamo a nemmeno due centimetri di distanza
Mi avvicinai ancora di più, mettendomi in punta di piedi: "Chi ti ha detto di fermati?" sussurrai sulle sue labbra.
Un grugnito uscì dalla sua bocca che un'istante dopo era sulla mia.

Stavo baciando il mio migliore amico.

Allacciai le braccia intorno al suo collo, reggendomi meglio. Capì la mia difficoltà e mi prese per i fianchi alzandomi così da poter mettermi in braccio.
Non ci staccavamo nemmeno per prendere fiato. Un ansimo uscì dalla mia bocca quando le sue mani si fermarono sui miei glutei.
"Tu non sai l'effetto che mi fai" ansimò sulle mie labbra prima di portarmi verso la sua stanza e buttarmi sul letto.

Si mise sopra di me e mi guardò per un paio di secondi.
"Che c'è?" dissi sorridendo presa dalla passione.
Si avvicinò a me lasciandomi baci in tutto il viso. Prima la fronte, poi la guancia, il mento, il naso, l'altra guancia e poi si fermò.
"Sei la creatura più bella che abbia mai visto" disse guardandomi negli occhi.
Sorrisi stupita e lo avvicinai a me baciandolo.
Riprese ad ansimare e iniziò ad accarezzarmi i fianchi da sotto la maglietta.
Mi staccai da lui permettendogli di levarmela. Rimasi con il reggiseno e i pantaloni. Non ero del tutto nuda ma davanti a lui mi sentivo completamente spoglia.

Mi lascio baci sul collo, concentrandosi su un punto appena sopra la clavicola. Sentivo il suo respiro caldo, la sua lingua e le sue labbra morbide che giocavano con quel pezzo di pelle.

Scese sempre più giù fin quando non iniziò a lasciare baci sul mio seno. Ansimai più forte quando con la mano slacciò il reggiseno e lo tirò dall'altra parte della stanza.
Si mise in ginocchio a guardami.
Era completamente rapito. Si toccò le labbra per vedere se fosse tutto reale e quando capì che quella volta stava davvero succedendo e non era solo una delle nostre tante stuzzicate, sorrise e inizio a scendere sempre più giù.

Eddie Munson: fake scenariosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora