Kiss under the rain

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Alzai gli occhi sentendo degli schiamazzi avvicinarsi a me e notai Dustin e Mike
"Ciao, Liz" mi salutarono
"Ciao" dissi distratta mentre scrivevo l'ultima parte del mio tema di inglese.
Entrambi si sedettero accanto a me aspettando che gli dessi un po' di attenzione.
Sbuffai "Ditemi"
Si guardarono e poi si concentrarono su di me.
"Allora, stasera volevamo organizzare qualcosa. Sai magari dormire tutti da me visto che i miei sono fuori città" disse Mike torturandosi le dita delle mani.
"E poi sarebbe anche un modo per stare tutti insieme. Undi e Will arriveranno questo pomeriggio e sai manca a tutti stare insieme" continuò Dustin.
Sospirai "Non lo so... lunedì ho l'ultimo test di chimica e devo finire di scrivere la lettera per il college".
È vero, potevo sembrare troppo rigida, ma non lo facevo apposta.
Da quando la mia famiglia era morta in un incidente stradale, quando avevo 2 anni, ho vissuto in una casa famiglia a pochi km fuori da Hawkins. Essendo il luogo più vicino sono sempre andata a scuola lì e tutte le persone che conoscevo erano di Hawkins.
In casa famiglia non c'erano tanti bambini: i più piccoli venivano adottati subito mentre i più grandi restavano lì, fino ai 18 anni quando potevano andare via. Oggi sono l'unica a vivere lì, un paio di anni fa c'erano quattro bambini, due gemelline di pochi mesi, un bambino di tre anni e un altro ragazzo di due anni più grande di me. I tre bambini sono stati adottati mentre io e l'altro ragazzo siamo rimasti lì. Quando lui ha compiuto 18 anni è andato via e io non sono mai stata così felice. Mi picchiava, mi urlava contro, mi spingeva dalle scale e quando andavo dalla direttrice lui diceva che non mi aveva spinta ma ero scivolata. Questa storia è andata avanti per anni, pensava che se mai avessero deciso di adottare uno dei due avrebbero scelto me.
"Elizabeth tu sei bella, intelligente, ubbidiente sicuramente qualcuno ti adotterà" mi diceva la direttrice.
E io potevo percepire quanto lui mi odiava per questo.

Scossi la testa risvegliandomi dai miei pensieri. I due ragazzi blateravano di quanto avrebbero voluto che passassi la sera con loro e che avrei avuto un altro giorno per scrivere la lettera.
"Dai Liz, ti prego. Solo per stasera. Poi ti prometto che non ti chiederemo più nulla per almeno tre giorni" disse Dustin avvicinandosi a me.
Sospirai cercando di trattenere un sorriso "E va bene"
Mi salutarono addosso abbracciandomi e come ogni volta che qualcuno di loro mi abbracciava mi irrigidivo e non sapevo cosa fare. Non mi piaceva essere toccata.
"Ci vediamo stasera" mi urlarono mentre andavano via.

Erano le sette ed ero quasi arrivata a casa dei Wheeler. Melanie, una delle ragazze che lavorava in casa famiglia mi aveva lasciata vicino casa di Mike. Per loro non era un problema quando dormivo fuori, primo perché conoscevano tutti a Hawkins, secondo sapevo quanto ero responsabile e spesso erano loro a dirmi di uscire
"Tra pochi mesi compirai diciott'anni, devi iniziare a divertiti un po', avere qualcuno nella tua vita e non dico solo noi" mi dicevano
"Ma a me piace stare con voi" le dicevo
"Lo so, tesoro, e qui ci sarà sempre un posto per te. Ma non credi che sia un po' triste che l'unico posto sicuro sia questo?"
E lo sapevo che aveva ragione ma non riuscivo a lasciarmi andare, i ragazzi credo che stessero con me perché gli facevo pena.
Arrivata davanti alla porta notai Nancy e Robin uscire dalla macchina e venirmi incontro.
Mi abbracciarono entrambe e cercai di stringerle a me goffamente.
"Speravamo che Dustin e Mike fossero riusciti a convincerti" mi disse Nancy avvolgendomi un braccio sulle spalle.
"Già non so nemmeno io come ci sono riusciti" sorrisi.
"Dai ora non pensarci, sei qui con noi questo è l'importante" mi disse Robin e tutti e tre ci incamminammo dentro casa.

Appena entrate una massa di capelli castani e rossi mi bloccarono la vista. Undi e Max non mi vedevano da davvero troppo tempo: Undi era stata in Lenora fino a quella mattina mentre Max non riuscivo mai a vederla visto che ero sempre a studiare.
Le salutai stringendole più forte e con la coda dell'occhio vidi Eddie guardarmi con un sorriso in faccia. Non lo conoscevo bene, sapevo soltanto che giocava a D&D con i ragazzi e che non aveva un bel rapporto con la squadra di basket. Lui però era sempre gentile con me e se eravamo nella stessa stanza lo trovavo sempre a fissarmi.

Eddie Munson: fake scenariosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora