Enemies

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Edward Munson era l'essere più viscido, stronzo e insopportabile che Elizabeth avesse mai conosciuto.

Entrambi non andavano d'accordo, non l'avevano mai fatto. Purtroppo erano costretti a stare insieme tutti i giorni.
Non che loro volessero ma avendo gli stessi amici era inevitabile.

Proprio ora erano tutti insieme nell'aula dove si svolgeva l'Hellfire club.
Eddie e il resto dei ragazzi erano seduti intorno al tavolo mentre Elizabeth era seduta sul divano infondo alla stanza.

Eddie posò distrattamente lo sguardo su di lei guardandola giocare con una sigaretta spenta.
Di recente si era reso conto che posava un po' troppo  gli occhi su di lei ma non se ne curava.

Spostò gli occhi lungo tutta la sua figura: dalla maglietta che le stringeva il petto mettendo in risalto il seno, i jeans che le fasciavano le gambe perfettamente e non solo quelle.

La sua attenzione fu catturata dalla sigaretta che rigiró tra le dita per poi posarla sulle labbra.

Quelle labbra rosee e morbide che tanto avrebbe voluto mordere fino a lasciarle il sapore del sangue in bocca.

Si riprese non appena sentì i pantaloni stringersi e la voce dei ragazzi che lo richiamavano.

Doveva levarsi dalla testa quella ragazza.

***

Elizabeth buttò giù la tequila direttamente dalla bottiglia sentendo il familiare bruciore alla bocca dello stomaco.

La casa di Tina era un completo disastro.
C'era chi si limonava sul tavolo della cucina, chi vomitava davanti la porta d'ingresso e chi si scatenava nel soggiorno.

Andò ad inciampare contro qualcuno steso a terra, quando perse l'equilibrio qualcuno l'afferrò per la vita stringendola a sé.

Alzò la testa verso quel ragazzo spostandosi i capelli dal viso.

"Munson" disse posando le braccia intorno al suo collo.

Eddie, che stranamente era soltanto leggermente brillo, circondò la sua vita con le braccia approfittando del fatto che non lo stesse già picchiando per averla toccata.

"Henderson, non credi di aver bevuto troppo?" chiese sorridendo.
La ragazza guardò meglio la bottiglia mettendo il broncio.

Eddie l'avrebbe baciata seduta stante.

"No, non credo. E poi non mi dici cosa fare Munson" disse per poi spingere il ragazzo dal petto.

Nel farlo senti i muscoli del petto irrigidirsi e se non fosse stata ubriaca avrebbe spostato subito la mano invece di lasciarla lì.

Eddie la riprese per il braccio facendo incontrare i loro sguardi.
"Sei ubriaca fradicia, ti porto a casa" disse per poi trascinarsela dietro.

Elizabeth puntò i piedi a terra fermando il ragazzo davanti a lei.

"Munson come devo dirtelo? faccio quello che voglio" disse riducendo gli occhi a due fessure.

Eddie sbuffò avvicinandosi di più a lei. I loro visi erano a pochissimi centimetri di distanza. Eddie poteva sentire l'odore dell'alcol e del suo profumo.

"Senti Henderson vorrei davvero ascoltare le tue lamentele e guardare come ti do sui nervi, ma non è nelle mie priorità stasera" disse abbassandosi al suo livello.

Elizabeth aggrottò le sopracciglia.
"E sentiamo quali sarebbero le tue priorità stasera?" chiese incrociando le braccia al petto.

Eddie sorrise avvicinandosi a lei, costringendola a fare tre passi indietro fino a quando non toccò la parete.

Eddie Munson: fake scenariosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora