Keep driving

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Eddie non aveva tantissime qualità. Sapeva suonare la chitarra, cantare anche decentemente, se si impegna arrivava anche a un certo livello di quoziente intellettivo.
Ma l'autocontrollo era una cosa che non aveva e che mai avrebbe avuto. E ora, mentre guardava la sua ragazza muovere i fianchi in quel vestito davvero troppo corto, non riusciva a controllarsi.
Gli altri ragazzi sparpagliati per la stanza la guardavano senza levarle gli occhi di dosso, le loro ragazze li fulminavano con lo sguardo sbuffando e lanciando sguardi infuocati alla mia ragazza.
Ma lei non se ne curava, ballava da sola in mezzo alla sala in quel vestito dorato che le lasciava la schiena scoperta.
L'unico ragazzo con un minimo di coraggio si avvicinò a lei e appena le posò le mani sui fianchi mi alzai dalla mia sedia avvicinandomi a loro.
Elizabeth era troppo brilla per capire qualcosa e si girò confusa. Spinsi il ragazzo dalla spalla portando la mia ragazza dietro la mia schiena.
"Toccala di nuovo e ti spezzo l'osso del collo" dissi sopra la musica.
Il ragazzo mi guardò spaventato e se ne andò.
Mi girai verso la mia ragazza che si alzò in punta di piedi per abbracciarmi dal collo. Le strinsi i fianchi sfiorando la schiena che le fece venire i brividi. Sorrisi e la condusse fuori verso la mia macchina.
"Dove andiamo?" mi chiese riprendendosi all'aria fredda.
"A casa, è tutta la sera che sto cercando di controllarmi, ma cazzo non c'è la faccio proprio" sussurrai con la mandibola serrata.
Strinsi le mani al volante quando lei alzò una gamba poggiandola sul suo sedile, la stoffa del vestito lasciò scoperta la pelle della sua coscia. Iniziai a respirare più velocemente sentendo i pantaloni stringere.
Elizabeth mi guardò ridacchiando e portò una mano ad accarezzarmi i capelli, attorcigliando una ciocca intorno al suo dito. Lo sapeva che amavo quando lo faceva.
"Smettila" dissi ma neanche io mi credevo. Si girò a guardarmi posando la testa sulla spalliera del sedile, fece scendere la mano dai capelli al collo, spostandola ad accarezzarmi il labbro inferiore. Sospirai e sterzai verso una strada totalmente al buio.
Spensi il motore e mi girai verso la mia ragazza prendendola dai fianchi e facendola sedere sul mio bacino.
Le sciolsi i capelli legati in uno chignon basso e le passai la mano in mezzo i capelli.
Si appoggiò a me accarezzandomi il viso, inarcò la schiena quando strinsi le mani sui suoi fianchi.
Mi spinsi verso il suo collo lasciandole succhiotti per tutta la superficie e la guardai negli occhi.
"Sei mia" le sussurrai spingendo il bacino verso il suo. Buttò la testa all'indietro e si spinse su di me.
"Dillo che sei mia"
Annuì unendo le nostre labbra "Sono tua."
Sfibbiò la cintura e il bottone dei miei jeans e alzai il bacino aiutandola ad abbassare i pantaloni.
Passò la mano sui miei boxer, lasciai un gemito stringendole il collo.
Rise e abbassò anche i boxer.
Passai una mano sui suoi glutei stringendoli assicurandomi di lasciarle il segno e le abbassai le mutande.
Posò di nuovo le labbra sulle mie quando entrai velocemente dentro di lei. La famigliare sensazione di calore mi colpì. Le strinsi i fianchi sentendo quanto si stringeva sulla mia erezione.
"Muoviti piccola" le dissi prendendo il suo labbro inferiore tra i miei denti.
Iniziò a muoversi su e giù con il bacino e l'aiutavo con i movimenti lasciando che i muscoli della braccia si flettessero.
Buttò la testa all'indietro lasciando il petto scoperto dove mi sbrighai a lasciare dei baci.
Capì che stava per venire quando aumentò la velocità delle spinte.
Spostai la testa sulla sua spalla gemendo il suo nome con la voce roca.
Aveva il fiato spezzato per le spinte e le mie mani che la stringevano dovunque. Le lasciai un morso sulla spalla per trattenere un gemito più forte.
Mi prese il viso tra le mani posando le labbra sulle mie che si sfioravano mentre entrambi ansimavamo aiutandoci a vicenda ad aumentare le spinte.
Cacciò un urlo, appoggiando la mano al vetro e inarcando la schiena liberando la sua eccitazione. E nel guardarla feci lo stesso.
Ripresimo a respirare normalmente fronte contro fronte.
"Mi fai impazzire" le sussurrai lasciandole un bacio sulla punta del naso.
"Ti amo" disse stringendosi a me.
"Anch'io piccola" la abbracciai abbassando i finestrini.

Eddie Munson: fake scenariosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora