I'm here

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Scusatemi davvero tanto ma purtroppo non è un periodo bellissimo e non riesco proprio a scrivere nulla che mi piaccia. Questo capitolo, nonostante sia stato difficile scriverlo, è uno dei miei preferiti. Sperò vi piaccia ❤️




Da quando Eddie era in ospedale, io non mi ero staccata nemmeno un momento dalla sedia accanto al suo letto. Dustin veniva a trovarlo ogni volta che poteva, gli raccontava come andava a scuola e quanto facessero schifo senza di lui. Suo zio ogni tanto mi dava il cambio mentre io passavo a casa cercando di dormire, ma non riuscivo a stare lontana da lui.

Quando eravamo nel sottosopra io e Dustin eravamo riusciti a portarlo oltre la porta dopo esserci accorti che c'era ancora battito.

È stata un impresa dover spiegare tutto ai medici e alla polizia. Ma alla fine erano riusciti a salvarlo. Beh, più o meno. Si trovava in uno stato di coma da tre mesi ormai. Vecna era morto, Max stava bene, Hawkins era apparentemente salva e le accuse contro di lui erano state rimosse. Doveva solo svegliarsi.

Entrai nella stanza d'ospedale notando lo zio di Eddie accovacciato sulla sedia, che dormiva in una posizione scomodissima. Mi avvicinai toccandogli la spalla per svegliarlo.
"Elizabeth" esclamò appena mi vide.
Gli sorrisi stanca "Signor Munson, perché non va a casa a riposare meglio? sto io con lui" dissi.
Accettò senza troppe storie per la stanchezza e si chiuse la porta alle spalle dopo aver stretto la mano al nipote.

Finalmente mi girai verso Eddie e mi fermai a guardarlo. Era esattamente come il giorno prima, e il giorno prima ancora. Sempre nella stessa posizione. I capelli neri facevano contrasto con il bianco del cuscino, una miriade di tubicini gli passavano dal braccio alla mano.
Era bellissimo anche così, ma mi mancavano i suoi occhioni da cucciolo.

Mi avvicinai a lui stampandogli un bacio leggero sulla fronte "Ciao amore" gli sussurrai.
Avevo letto che le persone in coma possono sentire le persone care e da quel momento gli parlavo sempre. Ma mai quando c'erano altre persone, volevo che quelli fossero i nostri momenti, solo noi due.

Gli accarezzai i capelli "Dustin mi ha detto che domani viene a trovarti con tutto il club, sei felice vero? Viene anche Will, non vede l'ora di giocare a D&D con te." continuai a sussurrargli.

"Oggi mi manchi tanto" mormorai con la voce rotta dalle lacrime che si iniziavano a formare.
"Voglio vederti senza queste macchine attaccate. Voglio vederti suonare la chitarra il quel bar orrendo che tanto ti piace. Voglio vederti giocare con i ragazzi e arrabbiarti con loro nonostante tu gli voglia bene. Voglio che ti diplomi con me. Che mi baci di nuovo, che mi tocchi di nuovo. Voglio vedere Eddie Munson realmente vivo, l'Eddie Munson di cui mi sono innamorata." ormai le lacrime scendevano silenziose sulle mie guance cadendo sul lenzuolo che copriva il mio ragazzo.

Gli strinsi la mano e appoggiai la testa sul materasso con lo sguardo rivolto verso lui e chiusi gli occhi, sperando che la prossima volta che l'avrei rivisto vivo sarebbe stato nella realtà e non solo nei miei sogni.

Sentì una mano accarezzarmi i capelli spostandosi sulla guancia. Aprì gli occhi lentamente, mettendo a fuoco il viso del mio ragazzo e i suoi occhi.
Era sveglio.
Mi alzai di scatto prendendogli il viso tra le mani.
"Eddie" sussurrai senza crederci.
Corsi fuori a chiamare i dottori urlando per tutto il corridoio, con il cuore che scoppiava dalla felicità.

Dal pomeriggio in cui Eddie si svegliò, la sua stanza è diventata un via vai continuo. I ragazzi lo venivano a trovare ogni pomeriggio aspettando il giorno in cui sarebbe stato dimesso, suo zio quando finiva di lavorare era sempre lì a tenergli compagnia e io gli stavo accanto ogni minuto, preoccupandomi per ogni cosa.
Lui sembrava trovarlo divertente e spesso mi prendeva in giro. Vederlo sorridere era la cosa che mi mancava di più.

Eddie Munson: fake scenariosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora