il mattino seguente, l'intensa pioggia della sera prima, che aveva lasciato un aria fresca ed umida, diede spazio ad un cielo limpido, totalmente libero dalle nuvole. I raggi del sole penetrarono senza esitazione le grandi vetrate dell'appartamento, illuminando velocemente tutto il salotto. Infastidito da quel cambio di luce improvviso, deku si svegliò e, leggermente intontito dal sonno, strizzò gli occhi e si passò una mano sul viso, mugugnando rumorosamente. Allungò un braccio per stiracchiarsi, ma qualcosa, o meglio, qualcuno, glielo impedì. Confuso, voltò lo sguardo su ciò che aveva urtato e, immediatamente, i suoi occhi, ancora appesantiti, si spalancarono: bakugou era disteso accanto a lui. Nonostante la forte luce che ormai aveva illuminato tutto l'appartamento, dormiva ancora serenamente, con le braccia poggiate sul ventre, come se fosse improvvisamente diventato immune ai raggi del sole. Se fino ad un attimo prima, sul viso dell'omega si era formata un espressione sorpresa, ora c'era un dolce sorriso ad accentuare il lieve rossore sulle guance costellate di lentiggini. A quanto pare, dopo la lunga serata di ieri, si erano entrambi addormentati sul divano, l'uno accanto all'altro. Si lasciò sfuggire un risolino e rannicchiandosi maggiormente, prese a guardare il suo volto.
però....
com'era stato bello.
ripensò alle loro dita, al modo in cui si erano intrecciate durante la festa, ai loro occhi che non avevano voluto sapere di spostare lo sguardo l'uno dall'altro, al momento in cui avevano danzato una volta tornati a casa. Ripensò ai suoi sguardi, alle sue parole, alla sua mano stretta nella sua, al suo corpo così vicino al suo, mentre, goffamente, tra risate e qualche inciampo, ballavano attorno al salotto accompagnati dalle note di quella splendida canzone. Ripensò a quante volte lo avesse aiutato, a quante volte lo avesse reso felice. Lo aveva anche ferito un paio di volte, ma, alla fine, aveva sempre rimediato. Non sapeva se era lui a volerlo o se il suo corpo avesse deciso di fare di testa sua, ma, in quel momento, le sue dita si avvicinarono lentamente al suo volto e, con estrema delicatezza, come per paura di fargli male, lasciarono una lieve carezza sulla fronte. Non ci aveva mai fatto caso prima d'ora, ma le sue ciglia erano bionde proprio come i suoi capelli, forse anche più chiare. Sembravano dei piccoli ciuffi d'erba fatti di nuvole. Ed ora che guardava più attentamente, sul ponte del naso sembrava avere delle piccolissime lentiggini che, a quanto pare, si vedevano soltanto se venivano illuminate dai raggi del sole. Il sorriso dell'omega si allargò: era incredibile quanti piccoli dettagli avesse il suo viso. Sempre con la stessa delicatezza, gli lasciò un altra carezza, questa volta sulla guancia destra.
"com'è bello"
pensò.
ed era vero. Con quell'espressione così serena, gli zigomi leggermente pronunciati e la figura totalmente illuminata dalla luce proveniente dalle vetrate, sembrava quasi un angelo. Che buffo, non aveva minimamente il carattere che di solito si addiceva ad un angelo, eppure per deku, in quel momento, sembrava essere una creatura così pacifica e gentile, la creatura più buona e dolce del mondo, che racchiudeva comunque una grande forza.
Da quanto tempo lo stava fissando?
non ne aveva idea, sapeva solo che, nel momento esatto in cui i suoi occhi si erano posati su di lui, il suo cuore non aveva smesso un secondo di martellare insistentemente nel petto. Poggiò la mano su di esso, stringendo forte le dita sulla maglia del pigiama. In quel momento, il suo sguardo decise di posarsi sulle sue labbra, piccole ma curate. Un luccichio si espanse nei suoi occhi smeraldini, mentre il rossore sulle guance si intensificò.
che cosa stava succedendo?
ancora una volta, le sue dita si mossero da sole, con il desiderio di volerle toccare, ma, questa volta, riuscì a fermarsi e a ritirarle in tempo, portando entrambe le mani al petto. Dopo svariati minuti in cui non aveva smesso di fissare il viso del biondo, si girò dall'altra parte, voltandogli le spalle e, con ancora le mani strette al petto, prese un profondo respiro. In quel preciso momento, la sua natura da omega si fece sentire e rilasciò, più forte che mai, un odore che, in quei quattro anni passati con neito, non aveva mai rilasciato neanche una singola volta. In realtà, lo aveva già rilasciato più e più volte in presenza di bakugou. Ogni volta che lo aveva aiutato, ogni volta che lo aveva reso felice, che gli aveva donato una risata, un sorriso....ma solo ora, lì, sdraiato su quel divano, così vicino a quest'ultimo, se ne era reso conto, perchè, finalmente, aveva capito. Un lieve sorriso si espanse sulle sue labbra, mentre delle piccole lacrime iniziarono ad inumidire i suoi occhi.
STAI LEGGENDO
From another world - Bakudeku
FanfictionSEMI-OMEGAVERSE. Un giovane omega di nome izuku, sarà costretto a sposare il principe neito, alpha con cui dovrà avere dei figli e successivi eredi al trono. Izuku, però, è uno spirito libero e non sopporta l'idea di avere una vita già programmata e...