capitolo 25

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se neito era in grado di portare pazienza in determinate situazioni, questa non era una di quelle. Con passi incerti e irregolari, camminava avanti e indietro stringendo convulsamente un bicchiere di vino in mano. Ogni tanto, si fermava bruscamente per portare alle labbra l'amaro liquido rosso, come a cercare di sfogare la sua irritazione, ma la tensione nell'aria era talmente palpabile che persino il dottor garaki la percepì, portando una goccia di sudore a scivolare lungo la sua guancia paffuta e rugosa. Non conosceva ancora bene l'alpha e sinceramente, non aveva alcun interesse nel farlo, ma osservarlo andare sempre più veloce, mentre i suoi passi riecheggiavano per tutto il laboratorio come dei tamburi, gli fece venire in mente quel giovane e inesperto villain che era un tempo shigaraki, il pupillo del suo maestro, solo, per certi versi, più enigmatico.

neito: allora, grassone, quella donna viene o no??

garaki: ehe! datti una calmata, è da poco uscita di prigione, vedrai che arriverà

neito: sarà meglio per te che sarà così

"ohiiiiii!! doctooooor!!"

per fortuna del dottore, pochi minuti dopo, una voce acuta e squillante rimbombò tra le pareti del laboratorio, e dall'ombra, una figura femminile sbucò saltellando verso di loro. 

garaki: ahaha! toga cara, da quanto tempo! 

la ragazza agitò le mani in aria in segno di saluto e con un larghissimo sorriso inquietante, si lanciò tra le braccia del dottore.

toga: oh, doctor, sono felice di sapere che almeno tu stai bene! ihihi!

garaki: ehe! vedo con piacere che la prigione non ti ha scalfita, sei rimasta allegra e vivace come mi ricordavo

toga: mi è bastato uccidere un po' di poliziotti per farmi tornare il sorriso

garaki: a proposito di uccidere....questa è la persona di cui ti ho parlato. Vorrebbe che facessi qualcosa per lui

toga: mmmh....

assottigliando lo sguardo, la ragazza si avvicinò a neito come per scrutarlo e con un movimento rapido, puntò un coltello alla sua gola. L'alpha, però, rimase totalmente composto.

toga: allora, sentiamo, che cos'è che vuoi?

neito: vorrei che mi aiutassi a sbarazzarmi dell'eroe n.2

toga: e perchè dovrei farlo?

neito: beh, vedi....ho bisogno di vendicarmi di una persona, ma non possiedo alcun potere e quell'eroe mi è d'intralcio. A te piace uccidere, giusto? e allora perchè non festeggiare l'uscita di prigione facendo fuori uno dei migliori eroi? infondo, gli eroi ti hanno portato via una persona a te cara, dico bene? così, io mi sarò vendicato di quella persona e tu degli eroi, direi che giova ad entrambi, non credi?

quel sorriso angosciante che aveva visto prima, tornò ad espandersi sulle guance color latte della ragazza.

toga: ihihi! mi piaci. D'accordo, ci sto

le ultime gocce di vino, ondularono leggermente nel bicchiere prima di essere deglutite con un ultimo gustato sorso.

neito: molto bene



nonostante deku cercasse di andare avanti, distraendosi anche con il lavoro da eroe, la perdita di kazuto aveva lasciato una profonda ferita dentro di lui. "Sto bene", ripeteva sempre. Ma le labbra tirate in un sorriso poco sincero, facevano chiaramente capire che non era vero. Bakugou sapeva che era così. Ormai lo conosceva abbastanza per capire perfettamente quando qualcosa non andava. Ogni suo gesto, ogni sua azione, ogni sua parola era costantemente accompagnata da un velo di tristezza che incupiva il suo viso e quello splendido luccichio che illuminava i suoi occhi, si era trasformato in un barlume appena percettibile, barlume che solo grazie alla presenza di bakugou al suo fianco, continuava a lottare per non estinguersi. Ma la cosa che bakugou aveva notato di più e che lo preoccupava maggiormente, era la sua completa mancanza d'appetito. Se capitava di mangiare dopo o prima di una missione, l'omega dava un morso e proseguiva con il lavoro. Quando erano a casa, invece, portava alla bocca qualche piccolo boccone e lasciava il resto nel piatto. E quel sabato sera, non fece eccezione. Mangiò poco e nulla e il resto delle pietanze venne completamente ignorato. Bakugou non glielo aveva mai chiesto, sapeva che poteva essere un argomento delicato, ma considerando quanto fosse magro quando lo aveva incontrato, non era difficile dedurre che avesse sofferto di disturbi alimentari durante quei anni passati con neito. Ora la cosa sembrava si stesse ripetendo e non poteva rimanere in silenzio a guardare.

From another world - BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora