capitolo 24

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erano trascorsi tre giorni da quando deku era stato ricoverato in ospedale. I dolori alla spalla si erano affievoliti e non vedeva l'ora di mettere piede fuori da quel grosso edificio bianco che puzzava costantemente di disinfettante. I dottori non gli permettevano di andare in giro e per un ragazzo sempre pieno di energie come lui, con la costante voglia di muoversi e fare qualcosa, rimanere tutto il giorno a letto era una tortura. Naturalmente, bakugou cercava il più possibile di rimanergli accanto, ma non potendo stare in ospedale 24 ore su 24, l'omega si sentiva solo il più delle volte. Inoltre, non averlo sempre accanto a se, non lo faceva dormire tranquillamente, così mitsuki aveva accettato di farlo rimanere con lui almeno durante la notte. 

Era pomeriggio, poco dopo l'ora di pranzo e deku aveva sonnecchiato per una mezz'oretta. Tra sospiri e piccoli grugniti, si stiracchiò quanto potesse e riprese a lamentarsi tra se e se di quanto fosse noioso stare a letto. Sbuffò rumorosamente con le labbra e, voltando lo sguardo da una parete all'altra, si perse nei suoi pensieri. Soffermandosi su un punto imprecisato del soffitto, gli venne in mente il piccolo kazuto. Chissà come stava? l'ultima volta che lo aveva visto era proprio ricoverato in questo ospedale. Giusto in quel momento, mitsuki entrò nella stanza, permettendo all'omega di chiederglielo. 

deku: signora bakugou.....per caso un bambino di nome kazuto è ancora ricoverato qui?

mitsu: mmh....fammi controllare...

la donna prese la cartella dove erano elencati tutti i pazienti ricoverati e, arrivando alla lettera k, trovò il nome del piccolo. 

mitsu: si, è ancora qui. Perchè ti interessa?

deku: beh, ecco....è un bambino che ho conosciuto durante la parata degli eroi e a cui voglio molto bene, vorrei fargli visita

il luccichio che si manifestò negli occhi verdi dell'omega, scaldò il cuore della donna.

mitsu: è un bambino speciale, vero? beh, mi spiace, ma se vuoi fargli visita, potrai farlo solo dopo che ti avrò dimesso

deku: eeeeehh?? m-ma....ma adesso mi sento meglio, davvero! perchè non posso alzarmi?

mitsu: sono io la dottoressa, decido io quando starai meglio

deku: ma stare sempre a letto è così noioso! voglio almeno poter parlare con qualcuno

mitsu: sei in ospedale, non al bar, il tuo compito è riposarti, non chiacchierare

come un bambino capriccioso, deku gonfiò le guance e incrociò le braccia. A mitsuki scappò un risolino, quella espressione le ricordò katsuki quando era piccolo: un paffuto riccio sempre imbronciato. 

mitsu: e non fare quella faccia, su! facciamo così....ti dimetto tra un paio di giorni, va bene? puoi resistere?

deku: ci proverò....

mitsu: bravo

gli diede un buffetto sul naso e salutandolo con un sorriso, se ne andò. Un paio di giorni non erano molti da sopportare, peccato che deku, una volta essersi messo in testa qualcosa, diventava una persona alquanto impaziente: avrebbe visto kazuto quella stessa notte. Aspettò che bakugou si addormentasse e una volta assicuratosi che dormisse come un ghiro, si alzò lentamente dal letto, facendo attenzione a non svegliarlo. Gli poggiò delicatamente sulle spalle la coperta che era caduta a terra, e a piccoli passi felpati, uscì dalla stanza. Dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno nel corridoio, proseguì con cautela fino alla stanza del piccolo, che fortunatamente era la stessa di quando gli aveva fatto visita l'ultima volta. Nel momento stesso in cui lo vide, un ampio sorriso si formò sulle sue labbra, ma al contempo stesso una piccola morsa strinse il suo cuore: quel letto lo avrebbe preferito vedere vuoto. Avvicinandosi, prese una sedia e si sedette ad osservarlo dormire dolcemente. La sua pelle era molto pallida e le sue mani sembravano ramoscelli pronti a spezzarsi. Un macigno schiacciò il suo petto nel vederlo in quelle condizioni. Strinse a se una di quelle piccole e delicate mani, come per cercare di tenerla salda al suo braccio, e ci lasciò sopra tante carezze. Quei tocchi, seppur gentili, svegliarono kazuto dopo pochi secondi e, non appena si rese conto di chi ci fosse accanto a lui, i suoi occhi stanchi si illuminarono e un sorriso pieno di gioia donarono un po di colore a quelle guance bianche come la neve.

From another world - BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora