•6 Corsa di lacrime

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|Scrivi:
  l'inchiostro scarseggia
  cresce il mare.|

"ed hai visto come è andata a finire?''

Carola rabbrividì quando Luigi alzò la voce, per risponderle ma la risposta che le diede era la verità fra Alex e Cosmary era finita davvero, non esistevano più i ''cosmex''. Tremò tutto nello stomaco di Carola, mai si sarebbe aspettata che il suo Gigi le avrebbe risposto così, sembrava cosi adirato ma in cuor suo sapeva che non era così. Luigi era incomprensibile, così come fu incomprensibile la reazione che seguì dopo questa discussione, il mascara le bruciava agli occhi, cosa che non avvenne per tutta la serata, ma solo adesso mentre guardava il ragazzo di cui si era innamorata di spalle e la nuvola di fumo che lo avvolgeva uscendo dalla sua bocca.

Poteva andarsene, ma restò lì immobile paralizzata davanti a questa immagine e a quello che aveva sentito. Il viso di Carola divenne presto una pista da corsa, di quelle in cui gli atleti fanno le maratone ecco il suo viso divenne proprio così, una pista per le lacrime che correvano sul suo viso. Quel ''finire'' urlato dalla voce graffiante di Luigi fu il via il colpo di pistola gettato in aria che fece partire la corsa delle sue lacrime, Carola si pentì di tutto, di essere venuta a cena e di essergli andata dietro ancora una volta e soprattutto di essere stata così impulsiva ad aver lasciato la sua borsa sul tavolo con dentro un pezzo bianco di carta, un piccolo fazzoletto con cui asciugarsi le lacrime. 

Ma Carola un fazzoletto lo trovò, quel piccolo e delicato fazzoletto era fatto di cute umana, di pelle calda e ruvida, erano le dita di Luigi a farle da fazzoletto quelle dita con le quali Luigi ultimamente sfiorava solo un qualcosa di trasparente fino, montato su un pezzo di legno le corde della sua chitarra

Gettò la cicca della sigaretta sulla spiaggia avendo l'accortezza di spegnerla con le scarpe e poi si voltò con le mani in tasca e lei era ancora lì, gli occhi come quelli di un panda e non per la stanchezza ma per le lacrime che presero il comando della sue splendide iridi. Luigi si sentì uno schifo quando si accorse che Carola stava piangendo e ricordò di aver esagerato alzando lievemente la sua voce. E senza pensarci due volte si avvicinò a lei, le accarezzò un braccio e notò che aveva la pelle d'oca, non sa però se era il freddo o era un altro dei risultati della sua voce,

Sta di fatto che lui si tolse il chiodo di pelle che portava e con esso gli cinse le spalle, tremando al solo pensiero di poterla sfiorare si avvicinò a lei con le mani e le dita si bagnarono delle sue lacrime, Carola era come una forbice che riusciva a spezzare la sua razionalità e per quanto Luigi provasse a riparare il taglio con un po' di scotch non ci riusciva, era un taglio netto e preciso.

''non piangere, vieni qui'' le disse aprendo le braccia e Carola sprofondò in quelle braccia era dura da ammettere, che lei dopo tutto questo tempo queste braccia desiderava poterle viverle ogni giorno, la cosa brutta e che Carola non sapeva che questo desiderio non era solo suo, ma era anche di Luigi. Affondò il viso in quel nido di capelli mossi di lei che erano come una casa per lui. Si drogò del suo profumo di rose, e lei in quel momento era come un bocciolo custodito nella sua custodia naturale che per Carola erano le braccia di Luigi. Chiuse gli occhi mentre il venticello dall'aria marina gli sfiorava il corpo, Luigi si staccò da lei e poggiò le labbra sulla sua fronte, cercò di tranquillizzarla proprio come aveva fatto quella sera, ma forse ora poteva spingersi un po' di più non c'erano ne telecamere e ne microfoni, le diede un bacio sulla guancia, che aveva il sapore di una sorta di veleno il mascara di Carola si era sciolto ed aveva quel sapore amaro e acido le accarezzò il viso scompigliandole i capelli

''ti sei calmata?''

L'unica cosa che Carola riuscì a fare fu annuire lievemente arricciando il naso, Luigi adorava quel gesto sembrava una bambina che si affacciava al mondo dei grandi, ma lei non era una bambina era una donna e lui non era un ragazzino, ma era un uomo.

''sono stato uno sciocco non dovevo alzare la voce, scusami''

''lascia stare''

Erano letteralmente ancora attaccati, la voce di Luigi era camuffata dall'effetto dei capelli di Carola che gli coprivano la bocca. Il giubbotto che lei portava addosso scivolò a terra sulla sabbia umida, ma non si chinò a prenderlo stava troppo bene ora per uscire da quelle braccia che erano casa.

''Avrai visto sicuramente i video dei vari instore dove mi chiedevano di te ''

''eh già ho visto tutto''

''beh ecco io..''

''tranquillo non devi darmi nessuna spiegazione'' lo interruppe Carola  

E invece Luigi voleva farlo, voleva darle delle spiegazioni a quei sorrisi da ebete che faceva quando si parlava di lei, di quei baci mandati al vento che erano destinati a lei, voleva dirle che ogni giorno scriveva messaggi e cancellava assiduamente tenendo premuto il tasto in basso a destra, ma le parole diminuivano così come diminuiva l'inchiostro in una penna a furia di scrivere. Continuarono a stare abbracciati fin quando non sentirono dei passi, in lontananza e si staccarono, Carola raccolse il giubbotto e glielo porse, ma Luigi le disse di tenerlo la sera era molto fredda e fra due giorni sarebbe arrivato l'autunno. Lui imprecò mentalmente contro il suo coinquilino e migliore amico, Carola e Alex si salutarono e poi lei andò via con quel giubbotto nero pieno fradicio del profumo di Luigi. Le chiavi della macchina erano a terra sulla sabbia, lui e Alex faticarono non poco per trovarle erano sommerse dalla sabbia.

Salirono in macchina, Luigi mise a moto stringendo forte il volante fino a far divenire le sue nocche bianche, ad Alex bastò uno sguardo per capire che non era il momento di porre domande.

Arrivarono a casa, lui aprì l'armadio e il cassetto Luigi osservò quel piccolo nascondiglio il quale teneva nascosta quella scatola che forse un giorno avrebbe avuto il coraggio di aprire.

What if |Carola e Luigi|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora