•8 Libera interpretazione

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•|Cosa manca
cosa manca
all'angolo della strada?
Che tu appaia|
da Volevo scriverti accanto di Vasco Mirandola

Le labbra di Carola erano come l'uva rossa, avevano lo stesso sapore di quell'uva appena raccolta e non ancora macinata d'altronde era periodo di vendemmia

Some time before
Luigi capì quanto Alex ci tenesse alla sua felicità, e a quanto si sarebbe sentito in colpa se in un certo senso si fosse privato di quest'ultima con Carola per la paura che potesse finire come lui e Cosmary. Per la prima volta non gli diede affatto torto si avvicinò a lui e lo abbracciò, in quell'abbraccio c'era tutto il bene che gli voleva e che a parole non gli era riuscito a dire.

''grazie''

''e di che scemo, smettila di pensare agli altri e pensa di più a te stesso''

''Alex ora che le scrivo?''

''Lasciati andare, dimentica per un attimo la tua carriera e pensa di essere un semplice ventunenne che chiede alla ragazza che gli piace un appuntamento''

''un appuntamento?''

''forza cretino muoviti prendi sto telefono''

Prese il telefono, notò che Carola aveva cambiato la sua immagine di profilo.

''Ti va di vederci, solo io e te?''

''Innanzitutto ciao, è un appuntamento?''

Che sciocco Luigi, non le aveva detto neanche un semplice ciao digitò di fretta e non se ne accorse, perché quando si tratta di Carola lui diventava un completo imbranato.

''non so, libera interpretazione'' le rispose

''che scemo, comunque si perché no''

''Alle 20 va bene, in centro?''

''Si va bene. A domani Luigi''

Fu una conversazione breve, tutto quello che dovevano dirsi l'avrebbero detto faccia a faccia

Carola si chiese perché Luigi voleva vederla, aveva fatto qualcosa di male, aveva sbagliato. Voleva dirle ancora una volta che l'abbraccio l'aveva sentito solo lei e che lui l'aveva fatto per non farcela restare male, che era solo un abbraccio di compassione. Accettò di vederlo e mentalmente iniziò a prepararsi all'ennesimo rifiuto da parte di Luigi, ma questa volta le cose erano cambiate, lei non ci sarebbe restata male l'aveva superata ne era sicura di questo ma non ne potrà mai aver la certezza stava andando a quell'incontro che non sapeva neanche che cosa fosse ''libera interpretazione'' le disse Luigi ma che cosa significava, lo odiava quando lasciava le frasi a metà cosi come l'anno scorso mentre erano in casetta ''sei tu che hai poca voglia...''

Il vento fresco di Roma si faceva sentire e Carola indossò dei semplici jeans neri e una camicetta bianca, non mise i tacchi non c'era bisogno, il chiodo di Luigi stava sopra la sua camicetta, in base all'andamento della serata avrebbe deciso se restituirglielo oppure tenerselo. Decise di ritardare e arrivò con venti minuti di ritardo, lui la stava già aspettando con la sigaretta in bocca ma non accesa, poggiato al cofano della macchina mentre guardava qualche tweet sul cellulare. La vide apparire nel vicolo all'angolo della strada che portava da lui, lei senza punte aveva lo stesso una camminata precisa ed elegante, indossava il suo giubbotto in pelle nero. Sembrava la scena di un film ma era la vita reale, non c'erano sceneggiature da seguire alla perfezione, e Carola che di copioni ne aveva memorizzati fin troppi con lui dimenticava il modus operandi.

"Scusami per il ritardo, ho lasciato la macchina nel parcheggio del Balletto e sono venuta a piedi''

''Tranquilla, dove vogliamo andare?''

''Inizio col dire che non so neanche che libera interpretazione dare a quest'incontro ma okay''

A Luigi scappò una risata, adorava quando Carola di diceva ''non lo so'' con il suo accento sardo

''conosco un posto dove bere e mangiare qualcosa''

''Sai che ci vedranno tutti e ci riconosceranno''

''non mi importa Carola, stasera voglio essere un semplice ventunenne che esce con una sua amica''

Luigi l'aveva definita ancora una volta amica, ma questo lei lo sapeva e mentalmente si era già preparata a questa ''amica''. Il bar in cui andarono non era troppo lontano dal centro di Roma riuscirono ad andare a piedi, la gente li fermò chiedendo foto, e rifiutare per quanto volevano farlo sarebbe stato scortese. Prima di entrare spensero i cellulari, avevano già iniziato a suonare in continuazione per le notifiche social. Non c'era nessuno che li aspettava, Alex lo sapeva che era uscito con lei, invece Carola abitava da sola e aveva già mandato un messaggio a suo padre per avvertirlo che era fuori con Serena la sua collega del Balletto e non aveva il caricatore del cellulare che era scarico. Si guardarono negli occhi per tutto il tempo, risero e scherzarono fra di loro sembrava di essere tornati ad Ottobre di un anno fa, e invece era fine Settembre. Erano li da soli come due semplici ragazzi sconosciuti e non famosi, durante un incontro o un appuntamento questo ancora non si era capito. Non si capiva bene che sapore avesse quella serata

''è tardi, mi sa che è ora di andare'' disse Carola mentre stavano passeggiando, la serata era andata bene, tranne l'intoppo dei telefoni e dei fans.

''già, è l'una'' Stranamente c'era silenzio per le vie e c'era anche un po' di nebbia, di quella che fa sembrare il cielo blu notte misto a qualcosa di sporco di grigio.

''Ti accompagno, è troppo tardi per andare a piedi da sola''

''ma non c'è bisogno, dico sul serio''

''dai sali, so guidare vai tranquilla''

Casa di Carola distava circa 10 minuti dal centro, salirono in macchina. Quando Luigi accese la radio risuonarono le voci e le note dei Guns N Roses ad entrambi piaceva quella band. Sembrò un tempo infinito che non volle terminare mai, una volta arrivati a destinazione non scesero subito dalla macchina, restarono fermi senza guardarsi forse colti da un sentimento di imbarazzo o di disagio, come se un incantesimo avesse agito sulle loro bocche incollandole e impedendo loro di emettere qualche suono che abbia un senso logico Luigi si schiarì la voce, fu lui a prendere la parola ed iniziare.

''Carola, sono stato davvero bene, non mi sentivo così da tanto tempo''

''devo essere sincera, anche io sono stata bene non ho avvertito pesantezza o altro perché tu come ti avevo già detto mi trasmetti serenità e legerezza ''

Forse era arrivato il momento di parlarne, di chiarire ma furono presi alla sprovvista, dall'atmosfera che si era creata

'' ed ora?'' gli sussurrò Luigi voltandosi verso il suo volto e i suoi occhi lucidi, ma non per il pianto

''non lo so, Luigi, non so che cosa fare adesso'' la voce di lei invece tremava

Carola chiuse gli occhi, e aumentò il suo respiro. Luigi fece lo stesso, si avvicinarono fronte contro fronte, si sfiorarono con le punta del loro naso i loro respiri caldi riscaldavano a vicenda il loro viso freddo a causa dei finestrini aperti dai quali entrava l'aria fredda e umida di Settembre. Dei gesti cosi intimi che non avevano alcun pizzico di malizia, ma solo la delicatezza di due spiriti che avevano bisogno d'amore reciproco. Le labbra si stavano avvicinando come una calamita si avvicina ad un magnete, come un' ape che si avvicina ad un fiore, come un uccello che si avvicina ad un albero per prenderne un ramo per costruire un nido erano un invito attraente, ma Carola rinsavì da quel momento di debolezza e si ritrasse, non si baciarono rinunciò quell'occasione raccolse la sua borsa e scese dalla macchina, lo ringraziò salutandolo.

"Ci sentiamo. Buonanotte" sono le uniche tre parola che Carola riuscì a dire balbettando maldestramente

Luigi la seguì con lo sguardo fin quando non entrò dalla porta del suo condominio, in seguito abbassò lo sguardo sul suo accendino e si accese una sigaretta.

What if |Carola e Luigi|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora