La battaglia parte I

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Al mattino mi svegliai affamata. Velocemente mi lavai e scesi al piano terra e da lì presi le scale che scendevano verso la cantina.

La grande stanza aveva forma circolare ed era sormontata da una cupola. Questa era divisa in tre sezioni che seguivano il moto circolare. Nella parte bassa erano affrescate scene naturali, in quella centrale a mosaico, vi erano rappresentate figure mitologiche e angeli che volgevano i volti verso l'alto. Alle spalle era uno sfondo azzurro con nuvole la cui luce del sole squarciava le tenebre e illuminava il sentiero delle creature angeliche e mitologiche. Nell'ultima scena era un sole enorme con tre troni ed era lì che gli angeli stavano volgendo il loro sguardo. Un angelo brandiva sicuro una spada da cui derivava una luce potente, un altro reggeva dei fogli. Lo sfondo era privo di colori, ma solo un tappeto unico di oro, come a sottolineare la grandezza della scena. Le scene della prima fascia erano suddivise da piccole colonne tortili che sottolineavano il movimento rotatorio. Scendendo al disotto era il cornicione delimitato da arcate e colone a fare da sfondo alle finestre che giravano tutto intorno e permettevano l'entrata della luce.

La possente cupola era sorretta da pesanti colonne e volte a crociera che sorreggevano il suo peso scaricandolo sul terreno.

La struttura sotterranea era stata ricavata scavando gli scogli e lì i Waasur avevano realizzato come una sala mensa per tutti noi; guardai per un po' l'immensa architettura, poi mi sedei pronta a mangiare ciò che mi era stato offerto.

Proprio in quel momento venni avvicinata da una guardia la quale recava un importante, messaggio da parte dei sovrani che desideravano vedermi, per avere informazioni su tutto ciò che fino ad allora era accaduto nei miei incontri con il demone e con il fiore. Così fui costretta a mangiare molto velocemente tutto ciò che avevo nel piatto.

Finito mi incamminai scortata da alcune guardie che mi indicarono la strada da seguire per giungere al castello. Le strade che percorremmo erano meravigliose composte da strane alghe fluorescenti e piante che sembravano uscire da un film di fantascienza con strani bulbi da cui usciva polvere molto gradevole e profumata. Le persone che incontravo per la strada però non erano allegri, i bambini non correvano spensierati e non sentivo le loro risate allegre, piuttosto vi era una grande tristezza e paura nei loro occhi. Quando passavo mi guardavano con un'aria di speranza, ma anche di paura c'era qualcosa che non andava, me lo sentivo nel cuore.

Ero così assorta nei pensieri che non mi resi conto di trovarmi difronte a un immenso castello scavato negli scogli e avvolto dalle alghe fluorescenti, anche le guardie nel piazzale di pietra, vedendomi arrivare mi guardarono con apprensione, mi salutarono come una persona che va verso la morte o che la porta.

Entrai all'interno del palazzo, le guardie dissero che dovevo andare da sola. Percorsi così in preda all'ansia un lungo corridoio che si affacciava sul mare e mostrava tutte le creature marine che serene nuotavano. Almeno loro quando mi incrociavano invece di scappare o di guardarmi in modo strano, si avvicinavano al vetro che ci separava per salutarmi allegramente, era come se ogni animale fosse attirato da me. 

Alla fine del lungo corridoio mi ritrovai difronte a un immenso portone e capii di essere arrivata alla sala del trono, così facendomi coraggio spalancai la porta e ciò che vidi furono i sovrani intenti a discutere con la Laima e le Ninfe da sempre guardiane del fiore e del suo giardino. Vedendomi arrivare smisero di discutere tra di loro per posare la loro attenzione su di me che ero l'ultima arrivata. 

«Bene arrivata Crystal» disse la Laima. «Grazie signora». «Cara Crystal, dobbiamo chiederti di aprire la tua mente e i tuoi ricordi. Permettici di guardare dentro di te e provare a vedere cosa tu hai visto». Così mi parlò la signora delle ninfe, con voce perentoria di chi un no, non sa cosa sia. Era una donna bellissima con capelli rosso Tiziano acconciati in uno chignon arricchito da pendenti. Indossava un abito azzurro molto semplice, ma che le donava molto, le sue ali erano di un unico colore quello dell'oro. 

CRISTAL IN VIAGGIO VERSO L'IGNOTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora