La città di Zeltso parte III

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Non so dirvi per quanti giorni dormii, so solo che al mio risveglio non ero su di un prato verde, ma all'interno di una stanza piccola e tutta bianca, il letto era come quello di un ospedale ed anche tutto il resto ci somigliava, quando aprii gli occhi, mi vidi tutta bendata, accanto a me c'era il mio Terech che dormiva come un angioletto, se lui era lì voleva dire che io ero salva, mi aveva trovata.

<<ciao>>la mia voce era ancora molto debole, ma lui riuscì ugualmente a sentirmi,<<ciao, piccola ho avuto davvero paura di perderti>> <<midispiace tanto, né ho avuta anche io>> ci abbracciamo, per molto tempo<<dove sono?>> <<nella città dei Tecar, ti stavano cercando,dal giorno in cui sei Sparita, abbiamo iniziato le tue ricerche, convinti chefosse successo qualcosa>> <<ho sognato gli uomini alati, mi hannomandata sulla terra, ho dovuto recuperare il mio sigillo>> gli dissimostrandogli la collana <<inseguito sono andata a prendere lo scettro epoi sono tornata indietro, ma sono passata per la gola di Erith>> <<sei passata, per la gola del non ritorno?>> io gli feci segno di sì con la testa <<tu sei matta! Ma ora capisco come mai ti abbiamo ritrovata in quel punto, per fortuna ci trovavamo a sorvolare i cieli in quel luogo>> <<già se voi non mi avreste trovata non oso immaginare cosa mi sarebbe successo.>> <<Non ci voglio nemmeno pensare>>, poi la mia mente andò allo scettro <<dove è lo scettro?>> <<lo hanno prese le ninfe che lo stanno portando alla signora delle Laime>> <<devo raccontarti così tante cose>> <<avremo tempo ora riposa>>, mi diede un bacio sulla fronte ed io serena mi riaddormentai. C'è l'avevo fatta, ero giunta alla città dei Tecar, con un po' di aiuto, ma potevo dire di esserci riuscita, ora tutto era come doveva essere.

Al quarto giorno di sonno continuativo, mi risveglia e finalmente tutte le mie ferite erano guarite, ero una sopravvissuta.

Con l'aiuto dei medici mi lavai e vestii, e con Terech cominciai a passeggiare tra le case della città dei Tecar.

La città diZeltso era forse la più bella che avessi mai visto. Le sue alte mura biancheche la circondavano, immersa in una fitta vegetazione, un grande burrone che si attraversava grazie ad un enorme ponte di marmo rosso e granito, grandi case di mattoni, strade lastricate con pietre levigate e molto ricercate, ad ogni angolo della strada c'erano delle illuminazioni a forma di piante tutte scolpite e rifinite, dal centro scaturiva una luce soffusa che illuminava le vie.

Il paese era tutto un vociare, c'era chi si trovava sull'uscio della propria casa e parlava mentre guardava i bambini giocare chi camminava per le vie del borgo, mercanti che stavano sistemando la loro mercanzia, sarte, mercerie, chi andava alla taverna e chi faceva compere, e in tutte le vie si alzava un buon profumo di cibo caldo.

C'erano poi meravigliose aiuole ad ogni angolo delle strade, fontane ben realizzate ed eleganti da cui si poteva trarre l'acqua che sgorgava limpida e fresca. Piccole piazze con archetti e vicoli, poi c'erano le piazze centrali, con grandi fontane, torri dell'orologio, ma la più bella era la piazza centrale, delimitata tutta da colonne bianche e ioniche, con capitelli sapientemente decorarti con foglie di abaco, rose e edere, tutto scolpito a rilievo nel marmo, gli archetti in stile gotico delle colonne permettevano di rendersi conto solo una volta entrati al centro della piazza di quanto questa fosse enorme e spaziosa. Al centro della piazza era una fontana con statue marine, al centro era la statua di una ninfa marina circondata da cavalli acquatici, tra le mani teneva una brocca enorme da cui fuoriusciva dell'acqua, il suo piedistallo marmoreo era tutto ricoperto di vegetazione, scendendo potevano scorgersi delle statue di sirene che tenevano in mano le piante marine e poi ai lati delle fontane erano stati realizzati una specie di delfini, ma con piccole ali dalle cui bocche usciva una zampillante acqua.

Dietro la fontana era un bellissimo tempio, che ad oggi riconoscerei in stile barocco. Solo il campanile aveva un qualcosa di gotico.

Sotto le immense arcate erano i negozi e le piccole locande dove si poteva mangiare, in questo caso i lampioni erano un po' come quelli del nostro mondo, ma anche in questo caso l'unione con la natura non mancava.

Si respirava una grande pace e serenità, quel luogo era davvero magico, Terech mi portò in giro fino a quando non mi stancai, quel giorno vidi solo una metà della città, ma già avevo capito che quello era il luogo primordiale, il più importante e significativo per tutti quanti loro. Mentre rientravamo nelle nostre camere, decidemmo prima di fermarci in una piccola locanda situata ad un angolo della grande piazza centrale, sembrava davvero molto carina. Decorata con tanti mattoncini colorati, con la sua facciata angolare, il portone in mogano, e delle lanterne appese al muro, per indicare la sua presenza. Quando entrammo subito fummo accolti da un irresistibile profumo di verdure e di pane caldo. Un oste molto gentile, con una folta barba bianca, è una pancia molto vistosa, appena ci vide venne verso di noi, <<buona sera, in cosa posso esservi utile?>>, non era molto più alto di me, ma comunque anche se solo di pochi centimetri mi superava.

<<se possibile un tavolo per due, vorremo cenare qui>> gli rispose Terech, <<ma certo! Seguitemi>> il signore ci scortò sino ad un tavolo, situato tra una grande finestra ed un balcone, l'atmosfera era davvero molto carina, al centro del tavolo era una bellissima rosa rossa. Poco dopo arrivò una donna, la quale ci elencò le prelibatezze del luogo. Sia io che Terech decidemmo di prendere la stessa cosa, una bella focaccia bianca, delle patate al forno e delle verdure che lui mi disse essere buonissime, poi per primo prendemmo una lasagna di zucchine e fiori. Dovetti ammettere che il cibo era tutto buonissimo, soprattutto la lasagna.

La cena trascorse serenamente tra una risata e un'altra, stavamo davvero molto bene insieme io e Terech ed il tempo ci scivolo tra le dita. Quando ci incamminammo verso le nostre camere era già notte inoltrata, ma ero davvero felice, <<allora buona notte>> <<notte, Terech>>, ci scambiammo un bacio molto casto, ma quando lo vidi andare via decisi di fermarlo <<aspetta, resta con me, solo per questa notte>> i miei occhi lo stavano quasi implorando, mi era mancato troppo e non volevo passare un'altra notte senza di lui. <<Va bene, furbetta mia>> a quelle parole esplosi di felicità, lo abbraccia forte a me, e poi aprii la porta della mia camera.

La stanza non era tra le più grandi, ma nemmeno tra le più piccole. C'era un bel bagno con una vasca, un saloncino ed una porta che portava alla camera da letto.

Dopo esserci lavati, ci mettemmo finalmente a letto, ero molto stanca eppure avrei voluto continuare a parlare e a ride con Terech per tutta la notte, ma alla fine La stanchezza ebbe la meglio e mi addormentai in un sonno profondo tra le sue braccia. L'indomani mattina sapevo che sarebbe stato tutto diverso, i Tecar come la signora delle ninfe mi stavano aspettando, sapevo che quella signora era la mia vera madre e il mio cuore non sapeva se essere spaventato, euforico o terrorizzato, difronte a quell'incontro che avrei fatto di lì a poco tempo.

CRISTAL IN VIAGGIO VERSO L'IGNOTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora