Con molta fatica, mi costrinsi a ritrovare la calma. Non dovevo dare di matto proprio in quel momento, il passato era tale e anche se faceva male, ora dovevo guardare ad oggi. Ed il presente mi diceva che gli amici e la persona che amavo avevano bisogno di me, del mio aiuto e del mio potere.
Nello zaino, che portavo con me sin da quando avevo iniziato questo viaggio inserii anche lo scettro, che data la sua lunghezza ci entrò solo a metà, ma almeno non lo avrei dovuto portare per mano. Deposi poi anche il libro, la guida che John o meglio Faireth mi aveva dato. Chiuso il mio zaino, mi andai ad abbeverare al piccolo fiume che tranquillo scorreva in quel meraviglioso giardino. Una volta dissetata, decisi che potevo partire. Non sapevo come funzionavano i portali o il trasferimento di energia, o almeno non lo ricordavo ancora, così mi incamminai a piedi, sicura che ci avrei messo almeno dieci giorni per raggiungere la città di Zeltso. Comunque avevo sempre a portata di mano la mappa dettagliata che John mi aveva lasciato, così la guardai ancora una volta, e vidi che da dove mi trovavo io la città di Zeltso era molto più a nord vicino alle montagne Tereinith, quindi se volevo raggiungere Terech e spiegare lui tutta questa brutta situazione, dovevo sbrigarmi. Soprattutto perché sentivo che non mancava molto al giorno finale. Il giorno che avrebbe deciso i vincitori e i vinti. Gli uccellini cinguettavano sereni, le strane farfalle di molti colori e brillanti giravano allegre fermandosi ogni tanto su qualche fiore variopinto, se mi fossi fermata ad analizzare ogni animale che era in quel luogo e che John aveva disegnato nella guida non seria mai uscita di lì, così decisi di smettere di curiosare in giro, avrei avuto modo più in là per ricordare ogni cosa e catalogare altri animali o imparare a distinguerli.
Appena fuiuscita dal cancello, le porte di oro massiccio si richiusero rumorosamente allemie spalle, in alto sulle nuvole volavano i pesci del cielo con le loro meravigliose ali piumate e la loro coda morbida e batuffolosa come quella delle nuvole, il loro colore azzurrino era così dolce che non potei non fermarmi, aprendo il libro scoprii che quegli strani animali non solo erano innocui, ma che il loro nome era Groilin e che potevano anche essere usate come delle cavalcature. Rimpiansi che Terech non fosse con me, lui sicuramente avrebbe saputo come fare per poterle domare, Faireth dal canto suo benché fosse un anziano non avevo scritto molto di più oltre quello che lessi.
Passai difronte al laghetto di montagna che solo qualche giorno fa, mi aveva vista con Terech giocare serenamente e felicemente, sembrava già un ricordo lontano, eppure erano passati si e no due giorni. La mente alle volte gioca brutti scherzi.
Nell'acquacristallina cerano diversi animali che sguazzavano felici, ed io li ammiravotutti quanti i diversi colori secondo la mia guida indicavano gli anni di etàappartenevano tutti alla stessa razza, gli Olicai, bisognava stare alla largada loro erano innocui, ma le loro squame contenevano un veleno mortale, cheliberavano sottofondo di spore per uccidere la propria preda. Il luogo intornoa me ora che lo guardavo con calma era molto sereno e tranquillo, il vento soffiava leggero tra i cespugli e gli alberi, l'erba alta era tutta di un verde scuro, e quando il vento soffiava tra di esso sembrava si potesse udire della musica, stando a Faireth quella valle si chiamava Meliodh la valle della melodia, ed in effetti lì tutto sembrava risuonare di una musica armoniosa.
Durante la notte continuai il mio cammino, invocai un piccolo fuoco magico davanti a me, ma la maggiore luce derivava dagli esseri notturni che illuminavano i miei passi molti di loro erano innocui, ma altri erano invece dei cacciatori quindi dovevo stare all'erta. Ero stata sciocca senza pensare non avevo chiesto a John o Faireth altre informazioni su come arrivare alla mia destinazione o come poterci arrivare con maggiore velocità, ma ormai il brodo era fatto così presi un grande respiro e ripresi la marcia.
Mi sembrava diessere in uno di quei libri di avventure che avevo sempre letto, in cui avevosempre invidiato la protagonista, ma quella volta ero io a dirigere il gioco ecome protagonista facevo davvero schifo, avevo paura ero insicura e non sapevonemmeno cosa fare, insomma ero pessima, nonostante questo mi convinsi chedovevo comunque andare avanti. Già non facevo altro che cambiare idea. Unminuto prima ero la più coraggiosa e convinta combattente e paladina della luce, un secondo dopo una piagnucolona che non sapeva dove sbattere la testa, a ripensarci ad oggi mi viene davvero da ridere.
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CRISTAL IN VIAGGIO VERSO L'IGNOTO
FantasiaE SE TUTTO QUELLO CHE NOI RITENIAMO INESISTENTE E IMPOSSIBILE AD UN TRATTO DIVETASSE REALE? SE TUTTO CIO' CHE TU PENSI DI SAPERE, SE LE TUE CERTEZZE E SICUREZZE VENISSERO STRAPPATE VIA COSA FARESTI? CRYSTAL SI TROVERA' AD AFFRONTARE UN VIAGGIO CHE...