L'isola nera parte II

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Quando riaprii gli occhi, mi accolse il dolce e bellissimo volto di Terech con quei lineamenti così delicati, ma allo stesso tempo forti. Mi fissava preoccupato, come tutti del resto.

«Cosa è successo? Sei svenuta e restata priva di sensi per molto tempo» la sua voce risuonò dura, carica di ansia «io, non lo so».

Presi un gran respiro e con l'aiuto di Terech mi rimisi in piedi anche se traballante. Presi ancora fiato e anche coraggio, non era semplice per me raccontare ciò che era successo o che avevo visto.

Dopo un lungo periodo di attesa in cui tutti mi fissavano e io cercavo di riprendere del tutto conoscenza e controllo sul mio corpo, trovai la volontà per raccontare a tutti loro ciò che mi era successo. Del demone, di quel fiore e di come tutto fosse divenuto immobile all'improvviso. Mi spiegarono che nulla era divenuto immobile, ma che ero io a essermene andata, almeno con l'anima, anche se il mio corpo era rimasto lì, disteso al suolo.

Il Merech, il sacro fuoco del fiore mi aveva chiamato a sé, ora io e lui eravamo un'unica persona. Nessuno avrebbe potuto divederci, a meno che qualcuno non mi avesse uccisa strappando via da me la mia e la sua energia. Ero colei che dovevo difendere i quattro regni e quindi il fiore. Questo pensavano di me.

Rimasi perplessa per molto tempo, ma non ebbi modo di pensarci. Perché dopo quanto era successo la mia giornata venne occupata da studi e lezioni, volevano addestrarmi e prepararmi al mio futuro così mi dissero. In poco tempo tutto era cambiato.

In pochissime settimane, mi trasformarono da una ragazzina spaventata e timida in una combattente maldestra e in una dominatrice di tutti gli elementi non molto capace. Ho fatto un grande passo in avanti. Imparai anche se non molto bene a difendermi con una spada, a indossare un'armatura. L'arte dell'invocazione degli elementi fu quella che appresi più facilmente.

La magia però non veniva usata spesso, ma solo in casi estremi contro nemici eccezionali. Solo determinate persone usavano la magia più spesso delle altre le Ninfe, i medici e coloro che studiavano da secoli il potere del Merech gli anziani. In ogni caso la magia, era utilizzata con parsimonia e saggezza. Poiché essa ti cattura, inebria, fino a esaurire la tua forza vitale.

Dalle parole della gente e dei miei insegnanti, compresi che per loro ero una di quelle entità rare e potenti, il cui posto era tra i Tecar, sito nel luogo più alto tra i diversi livelli di quella società, che nonostante tutto era molto egualitaria e giusto.

Scoprii, che l'energia di cui tutti noi disponevamo proveniva proprio dal fuoco sacro donato a questa gente dal fiore, perché li proteggesse e si prendesse cura delle loro diverse terre. L'energia del fiore garantiva stabilità, prosperità ed equilibrio.

Eppure tutto ha un prezzo, quel fiore tanto bello era tanto forte quanto debole, alle volte aveva bisogno di nutrirsi dell'energia dei Tecar o dei prescelti. Coloro che avevano la sua stessa energia, entità nate da lui stesso o generate appositamente, ma da chi, questo non potevo dirlo, nessuno vuole svelarmi il segreto. Quando ciò non accadeva il fiore poteva morire o perdere forza e da ciò ne sarebbe scaturita la fine di quel mondo, della terra e anche dell'equilibrio.

Solo dopo tutti questi insegnamenti capii il perché la scomparsa del fuoco del sacro era così dannoso, voleva dire che il fiore rischiava di morire.

Eppure lo avevo visto nella mia visione, come avevo sentito la sua energia penetrare nel mio corpo e avvolgermi in un dolce abbraccio. La regina mi tranquillizzò dicendomi che ciò che era successo era tutto normale. In un momento di bisogno, il fiore aveva chiamato a sé una persona che avrebbe ospitato parte della sua energia. Nessuno doveva inquinare il suo cuore, che era il bene assoluto e il centro di ogni creazione umana e non. Per questo risiedeva nascosto in un giardino, suo luogo di origine. Lui era l'energia primordiale creata e lasciata da una vita ancora più grande e antica di lui. Era tutto così strano, ma ascoltavo tutto scoprendo ogni giorno una cosa nuova e più il tempo passava più mi innamoravo di quel luogo, lo sentivo mio. Finalmente ero a casa.

CRISTAL IN VIAGGIO VERSO L'IGNOTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora