Capitolo 19

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"Niky?Niky! Pronto ci sei?"

Aprí gli occhi lentamente e la luce fioca del mattino accarezzò la mia pelle, Selma, una delle mie migliori amiche se ne stava seduta ai piedi del mio lettone e sventolava una foglietto di carta vicino al viso per farsi aria
"Che succede?" dissi ancora assonnata
"Non lo so dimmelo tu, ieri stavi poco bene e allora ti sei messa a dormire alle 7! E ora sono le 14! Dovresti alzarti dobbiamo correre in agenzia per il regalo di Catlin, ti sei scordata dormigliona?" Selma sprizzava euforia da tutti i fori cosa che appena sveglia mi metteva solo agitazione, io avevo solo un grande mal di testa. Mugugnai qualcosa di incomprensibile poi riusci a dire una frase di senso compiuto
"Il regalo? Il compleanno di Cait è stato mesi fa!" dissi confusa e assonnata
"Mesi fa? Ma se è domani sera! Ti sei fritta il cervello?" Selma aveva il volto corrugato come se non capisse di cosa stessi parlando
"Mi prendi in giro?" dissi ridendo, buttandole un buffetto sul braccio e strofinando l'occhio destro
"Nicky, la cosa è urgente! Smettila di scherzare e vestiti, le altre sono in cucina" Selma si alzò dal mio letto e raggiunse la porta della mia camera ignorando del tutto ciò che le avevo appena chiesto, poi la chiuse alle sue spalle. Non sembrava stesse scherzando.
Mi misi seduta sul letto e aprí il cellulare per verificare eventuali messaggi da parte di Harry, anche se il tutto sembrava molto offuscato nella mia mente, guardai l'ora e la data sul display che segnava:

Ven 16 Giugno. 14:13

No. Strofinai gli occhi ancora molto assonnata.

Ven 16 Giugno. 14:14

No. No. No. Non poteva essere vero.
Strizzai gli occhi in due piccole fessure ma la data sul display non sembrava cambiare. Sconvolta mi guardai intorno e capi che tutto era rimasto proprio come lo avevo lasciato il giorno prima, cominciai a ricordare, attimo dopo attimo.

Avevo solo sognato.

Sembrava tutto così reale io.. Non riuscivo a capire come un sogno potesse sembrare tanto reale e vero e come potesse insinuarsi nella mia mente in quel modo, con quell'effetto, quelle sensazioni che sapevo di aver provato. Portai le mani alla testa senza riuscire a credere se il vero sogno fosse quello che stavo vivendo in quel momento. Il tutto non poteva essere dettato solo dalla mia fantasia. Ero sicura di aver vissuto quella storia a pieno, e Harry e mia madre e la cena, la litigata con Cait, la festa di compleanno, la macchina rotta io... No.
"Selma!" urlai credendomi pazza
"Selma, Kelly!! Qualcuno.. Qualcuno..." non riuscí a finire la frase, gironzolavo per la mia stanza senza fermarmi un secondo, il cuore mi batteva all'impazzata e credevo di essere uscita pazza in tutti i sensi, la porta si spalancò e le mie amiche entrarono con dei volti preoccupati
"Che ti succede? Sembra che hai visto un fantasma"
"Peggio" urlai "Ragazze, sono pazza" dissi fermandomi a fissarle.

_________

Dopo avergli raccontato del mio bizzarrissimo sogno le mie amiche mi avevano convinta ad andare con loro malgrado io le avessi pregate di ricoverarmi nel centro piú vicino in cittá, avevano detto che lo stress per l'universitá mi aveva fatto male ma che mi sarei ripresa molto presto. E mentre continuavo a sentirmi fuori dal mondo io e le tre mie amiche camminavamo lungo il viale l'una stretta al braccio dell'altra, quasi come se fossimo parte dello sleepover club o robe simili, l'infanzia passata tutte insieme ci rendeva un sacco unite e fiduciose nelle altre. Ero la più piccola delle quattro, vent'anni appena, e frequentavo ancora l'università sperando di diventare un giorno una famosa giornalista, anche se da piccola mi vedevo cantare sui palchi di tutto il mondo con un casino di gente che cantava i testi delle miei canzoni, poco ambiziosa eh?
Ma io queste cose ve le ho già dette vero? Tutto era come nel mio sogno, era tutto perfettamente identico e ricordavo bene la sensazione di ansia che mi opprimeva dentro

Arrivate proprio davanti la meta Kelly e Selma smisero di ridacchiare e si voltarono verso Meggie e me, un passo dietro loro

"Chi entra per prima?" domandò Kelly

" tu per prima" rispose Meggie lasciando il mio braccio alla quale era stata aggrappata tutto il tempo

Tanto sarebbe entrata Selma per prima, io già lo sapevo che sarebbe accaduto, sembrava come se stessi guardando un film visto e rivisto miliardi di volte

"Ok, ho capito entro io" fece Selma

"Salve dolcezze, posso esservi utile?" l'uomo sulla quarantina, alto e affascinante che si nascondeva dietro al bancone rosso fuoco ci metteva non poco in soggezione
Ricordavo persino il nome, Shon.

"Si, magari... ecco, siamo qui perchè tra qualche giorno, Catlin, una nostra cara amica compierà 21 anni, e sa come funziona no? vorremmo... vorremo farle qualcosa di particolare.." Kelly smise di parlare in attesa che l'uomo afferrasse le sue intenzioni

"Assolutamente, e che tipo di.. particolare desiderate? biondo? moro? alto? muscoloso? o tutti e quatto?" rispose l'uomo con nonchalance.

Le altre si guardarono negli occhi, io mi sforzai di capire se tutta quella situazione fosse reale. Sogno premonitore? Ero diventata una vegente o cosa? Stava davvero succendo a me?

"In realtà non importa molto, ci fidiamo ciecamente.. signor.." s'interruppe per leggere la targhetta attaccata alla camicia bianca

"Shon" dissi ancora prima di leggere la targhetta

"Perfetto..." ci fu un attimo di esitazione ma Kelly rassicurò l'uomo

"Stia tranquillo Shon, non glielo sciupiamo mica..."

Ecco. Era questo il momento in cui Harry, nel mio sogno, era entrato nel negozio, neanche il tempo di pensarlo un secondo di piú che... Ecco, entrò un tipo alto e non troppo muscoloso, aveva la carnagione chiara, ma non troppo, gli occhi di un verde brillante e dei ricci che spuntavano dal cappello nero che portava con la visiera all'indietro. Era lui! Era proprio lui! Harry. Avrei voluto saltargli addosso e chiedergli di rassicurarmi perché quella situazione mi faceva girare la testa. Lo fissai per un po' inevitabilmente e lui fece lo stesso, sembrava confuso quasi quanto me.

"Ooooh, giusto in tempo Harry" disse Shon uscendo dal bancone e andandogli incontro

"Giusto in tempo per un nuovo lavoretto" continuò poi, facendo spalancare i miei profondi occhi azzurri.

"Andrà bene per la vostra festa?" chiese Shon indicando il ragazzo da capo a piede e soffermandosi su di me per qualche assurda ragione

"Oh.. io, io credo di si" risposi cercando di non risultare goffa.

"Ragazze, io sono Harry" Harry si grattò la testa sempre più confuso e io non riuscivo a smettere di guardarlo

"Perfetto, io sono Kelly, la rossa è Selma, lei è Meggie e questo amore qui è Niky" disse la mia amica cingendomi le mani sulle spalle come fa una madre orgogliosa della propria figlia

"Si lo so" rispose lui avvicinandosi a me. Il mio cuore sussultò mancando un battito, o forse due. Sapeva chi ero, e io sapevo chi era lui. E se non fosse stato solo un sogno? E se tutto fosse davvero accaduto? Magari in un altra dimensione spazio temporale? O che so...

"Ciao Harry.. Credo che ci sia parecchio in comune tra noi due" dissi, sorridendo, porgendogli la mano
"Già, lo credo anche io Nicky" sorrise anche lui e il suo sguardo mi fece capire che, anche se tutto era stato completamente assurdo, entrambi avevamo sognato dell'incontro con l'altro. E questa non era una coincidenza. Affatto. Non era nemmeno un caso o, strano a dirsi, pazzia. Era destino. Io e Harry ci sorridemmo a lungo e in quell'istante ero pronta a rivivere tutto da capo, con gli errori, i dubbi e le paranoie passate nel sogno che avevo fatto solo poche ore prima, ero pronta a mettere tutto in pratica nella mia vita. Ero pronta a mettermi in gioco. Ero pronta a vivere con lui. Per lui. Di lui.

Fine.

Neanche per sognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora