Capitolo 12

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"Secondo me soffri di un bipolarismo strano Niky, cavolo ieri eri così contenta e poi hai parlato con Catlin e boom!" la mia amica fece segno di un esplosione con le mani mentre camminavamo per il centro sopraffollato dalla gente, poi continuò

"Stai cambiando idea su Harry solo per Catlin?"

"No, non sto cambiando idea e non lo faccio per Catlin.." mentii

"Si certo, non puoi chiudere con lui solo perché Catlin ci é rimasta male!" sbottò

"Ma chiudere cosa? non é mai iniziato nulla Selma" dissi spazientita facendo finta di non essere interessata all'argomento, sperando che si fosse stancata di parlare con me

"Ehm, sbaglio o siete stati insieme ieri, a casa tua, sul tuo diva..."

"Abbassa questa cavolo di voce" la interruppi guardandomi intorno come se qualcuno potesse sentirci

"Niky, permettimi di dirti una cosa" fece Selma fermandosi davanti l'agenzia di viaggi in cui aveva insisito per accompagnarmi, mentre io la seguivo

"Harry può essere anche uno spogliarellista da quattro soldi, ma non è uno stupido, ha capito perfettamente che vuoi troncare tutta questa storia strana che vi si è creata intorno" disse la mia amica gesticolando a mezz'aria, roteai gli occhi al cielo

"Ne riparliamo dopo" dissi prima di spingere la porta ed entrare nell'agenzia.

Ancora non ci credevo, finalmente il viaggio per la Spagna che avevo tanto atteso dai periodi più imbarazzanti della mia adolescenza, stava per realizzarsi. L'agenzia aveva offerto un bel prezzo per rimanere 5 giorni in un hotel di lusso di Madrid e io sul serio non stavo più nella pelle.

"Credi di poter resistere senza me qualche giorno?" dissi a mia madre dalla cornetta del telefono

"Spiritosa, tuo padre dice di stare attenta" mi sentii rispondere

"Digli che parto tra una settimana non domani, e si, starò attenta" dissi sbuffando

"Bene, vedi di non spendere tutti i risparmi accumulati" ci risiamo, ancora non ero partita e già mia madre mi faceva la ramanzina

"So badare a me stessa ok? è per questo che vivo da sola" sbuffai di nuovo, le conversazioni con mia madre erano sempre state cosi noiose, se non peggio

"Certo tesoro, ma ad appena 20 anni cosa pensi di saperne di economia, i soldi spariscono e nemmeno te ne accorgi..." mia madre continuava a chiacchierare di denaro dall'altro capo del telefono ma io sapevo già a cosa andava a mirare, mi aveva fatto un discorso simile prima di andare a vivere da sola e anche prima di comprarmi la macchina e prima di finire il college. Dopo averla rassicurata per l'ennesima volta, ed essermi sprbita il suo grande discorso, a mio parere degno di premio Nobel, riattaccai. L'idea del viaggio mi elettrizzava, l'unico problema però, era dire ad Harry che avevo già organizzato il viaggio e che sarei partita da lì ad una settimana con le mie migliori amiche, compresa Catlin con la quale avevo ancora delle cose da chiarire. Prima glielo avrei detto, prima quel peso che sentivo addosso sarebbe scomparso, o almeno così credevo. Presi la borsa di fretta che avevo lasciato poggiata sul letto e notai cadere sul pavimento un pezzetto di carta blu

'387690, chiamami se ti va

Ash xx'

era il biglietto che il cameriere mi aveva lasciato nella borsetta argento, lo raccolsi e lo sistemai nella tasca più piccola dei miei jeans anche se ero più che sicura che non l'avrei mai chiamato.

Bussai tre volte alla porta dell'appartamento di Harry, avendo già trovato il portone spalancato avevo deciso di salire senza preavviso, c'ero stata una volta sola ma ricordavo perfettamente dov'era, un ragazzo dalla pelle chiara venne ad aprirmi ma non sembrò sorpreso di vedermi lì, probabilmente era il suo famoso coinquilino

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