"Non devi preoccuparti ok? è tutto sotto controllo"
avevo appena aperto gli occhi riuscendo a malapena ad adattarmi alla luce che proveniva dalla grande finestra proprio dietro al divano in cui ero ancora stesa, il mio corpo nudo era avvolto da un lenzuolo panna che probabilmente Harry mi aveva avvolto addosso nella notte, lo sentivo parlare dalla cucina, aveva la solita voce roca quella mattina lo era ancora di più, non volevo disturbarlo così me ne restai li sul mio divano in attesa che la chiamata al cellulare finisse
"Senti credo che tu non debba dirmi cosa devo o non devo fare e sopratutto non devi dirmi chi freque..." le sue parole si strozzarono, interrotte probabilmente da chi stava dall'altro capo del cellulare
"Te ne sei andato di casa anni fa e ora pretendi di fare il padre dicendomi cos'é responsabile o meno?" ci fu una lunga pausa poi continuò quasi urlando
"Il fatto che tu abbia scoperto che faccio lo spogliarelliata non significa che diventerò un fallito! e il fatto che frequenti la figlia della tua dipendente non significa che ti comporterà dei problemi nel lavoro" decisi di alzarmi dal divano per mettermi qualcosa addosso, iniziavo a sentirmi a disagio sopratutto perché Harry stava chiaramente discutendo di me con suo padre, gli aveva già parlato di me? ma come era possibile? tra noi fino alla sera prima non era mai successo nulla di tanto importante
"Credo che non sia il momento giusto per parlarne, ritornatene ai tuoi progetti" Harry rimase qualche secondo in silenzio, non lo vedevo ma probabilmente aveva da un pezzo chiuso la chiamata, sbuffò tornando nella sala dove iome ne stavo con il lenzuolo tra le mani per coprirmi
"Ehm io...mi dispiace" dissi abbassando il capo, facendogli capire che avevo sentito quasi tutta la conversazione, lui si avvicinò e sorrise, come se non fosse importante, come se non fosse ne la prima ne l'ultima
"È tutto ok" fece alzandomi il volto e baciandomi delicatamente le labbra
"Arrivo subito" dissi dirigendomi verso la mia camera per mettermi qualcosa addosso, ero decisa a sapere tutto di lui, non volevo più segreti, se aveva un problema doveva dirmelo e io l'avrei ascoltato, se il padre aveva deciso di metterci i bastoni tra le ruote volevo saperlo e se lui stava male per qualsiasi altra cosa io volevo stargli accanto.
"Così se n'é andato senza dire una parola e a quelle stupide cene siamo costretti a sorridere ed essere felici per la sua reputazione del cavolo" Harry mi aveva raccontato tutto sulla sua vita, o quasi, nei minimi dettagli. Ce ne stavamo li, di fronte al nostro caffé seduti sul tavolo della cucina, mi aveva detto dei suoi molteplici lavori per pagarsi da vivere poiché non aveva mai avuto la minima intenzione di accettare soldi dal padre, ne tanto meno dalla madre, mi aveva raccontato di come la madre aveva scoperto il lavoro da spogliarellista e di come ne fosse stata shoccata per alcuni mesi, mi aveva anche detto di come però, era stata orgogliosa di lui quando per cinque volte di fila aveva passato i suoi esami universitari con il massimo dei voti e di come la sorella Gemma, da più piccolo, lo prendeva in giro per i suoi capelli e il suo strano modo di vestire. Io in confronto sembravo vuota, senza ricordi ne emozioni, la mia vita era stata ben diversa dalla sua, figlia unica che ha vissuto con i genitori fino ai 17 anni e poi ha intrapreso la strada dell'indipendenza senza mai trasgredire una regola, o quasi.
"Harry, io credo che tu abbia bisogno di una pausa da tutto questo" dissi bevendo un sorso di caffé
"Io ho bisogno solo di te ora... credimi" ci fissammo per qualche secondo poi mi baciò con trasporto e riuscì a sentire il sapore del suo caffé amaro contro il mio fin troppo zuccherato. Il fatto che lui volesse sul serio stare con me quando aveva chiaramente altre scelte, migliori o peggiori, mi rendeva instabile sia sentimentalmente che fisicamente, sentivo le farfalle nelle stomaco e il cuore uscire fuori dal petto, io non ero pronta per tutto quello, probabilmente non lo sarei mai stata. Harry, ogni attimo che passavamo insieme, non faceva altro che farmi capire quanto per lui fossi importante, e lui lo era per me, ma tutto era sempre più complicato con lui.
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Neanche per sogno
Teen Fiction"Devi chiamarlo tu" Meggie mi cinse il braccio e mi guardò seria mentre aspettavamo di attraversare la strada affollata "Cosa? perché dovrei? non mi piace nemmeno l'idea di uno spogliarellista alla festa!" feci corrugando la fronte "Meggie ha ragion...