Capitolo 2: No, Dad!

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Louis

«Sul serio?!», rise forte, sentendo Neil, un nostro compagno di corso, fare una battuta.

Era lì. Harry era lì. E io ricordavo ogni dettaglio di ciò che era successo ieri sera. Non ebbi il coraggio di salutarlo.

Mi sedetti semplicemente nel mio posto. Solo, come ero sempre stato.

«Louis.», mi salutò con un cenno, avvicinandosi a me. Quando si sedette al mio fianco, facendo toccare le nostre cosce, sentii un brivido. Sentii le lacrime accumularsi di nuovo, così mi scostai lentamente, per non destare sospetti.

«Ehi Lou?» pronunciò di nuovo, come stranito dal mio comportamento. Forse non ricordava. Questi pensieri riportarono semplicemente a galla tutto quello che era accaduto in quel bagno.

Non riuscii più. Non riuscii più a fermare i cristalli acquosi che scendevano dai miei occhi. fino a toccare il tessuto dei jeans che tenevo tra le mani, mentre mi stringevo nelle mie spalle, scosse improvvisamente da un singulto.

«Lou, che... che succede?», mi poggiò una mano sulla coscia e sentii tutta quella zona ardere, mentre in un lampo mi alzai e corsi via dall'aula, stupendo il professore che intraprendeva la lezione.

«Piccolo... aspetta!», mi inseguì Harry, prendendo anche la mia borsa e raccogliendo le mie cose, che avevo lasciate incustodite. Entrai in bagno, sedendomi con la testa sepolta tra le mie ginocchia. Lui si avvicinò a me, senza abbassarsi, inizialmente. E, questo, mi spaventò.

«N-No Harry, n-non v-voglio, no-non vo-voglio H-Harry!», sussurrai in preda ad un attacco di panico. Avevo smesso di averne prima di trasferirmi a Londra, ma quell'episodio di ieri sera li ha fatti tornare, e forse peggio di prima.

«Cosa? Lou che succede? Sono qui, ci sono io. Non piangere piccolo.» disse lui abbassandosi alla mia altezza, per potermi accarezzare il viso dolcemente, cosa a cui non riuscii ad oppormi. Riusciva sempre ad aiutarmi, anche se l'unica cosa che volevo era stargli lontano.

È come una calamita. Mi attrae fino a farmi male. Come una rosa, con uno stelo colmo di spine. Vorresti raccoglierlo, annusarne il profumo. Goderci ogni singolo petalo, facendo "M'ama e non m'ama" fino a quando non resta solo uno stelo spinoso, ma quello basta, perché che ti ami o no, tu lo farai sempre, con tutte le sue imperfezioni e i suoi difetti, che per te saranno solo caratteristiche che non puoi fare a meno d'amare.

«Va tutto bene amore, sono qui adesso.», sussurrò piano al mio orecchio. Un brivido cosparse la mia schiena, facendomi scrollare leggermente le spalle, come per liberarmene.

Lui mi abbracciò istintivamente e restammo così a lungo.

Fino a quando la sua mano non mi scostò i capelli, carezzandoli e facendoli finire dietro il mio orecchio. Le sue dita erano lunghe e anellate, percepii il freddo di quegli anelli dorati sulla guancia, quando allontanò la mano, per poi afferrare la mia, tra le sue.

«Va tutto bene... sarò sempre qui per te, non me ne vado Louis.», mi promise. E quando vidi i suoi occhi, così cristallini e verdi, capii. Capii di essermene innamorato al primo sguardo. Capii che forse i libri non erano la soluzione a tutto.

«I-Io... g-grazie Harry.» pronunciai flebilmente, mentre la mia mano scappava dalle sue, solo per cercare quell'abbraccio che non avevo mai dato. Quello che riservavo solo alla mamma. Quello in cui mi sentivo davvero al sicuro. E forse avrei dovuto vedere quella goccia bagnata che cadde dal suo occhio, infrangendosi sul tessuto della mia felpa verde.

Quando tornai a casa pensai solo ad una cosa. Quella sera sarei dovuto tornare lì, in quella discoteca. E non volevo, non c'era nulla che avrei voluto più di restare a casa quella sera. Non potevo andarci, non potevo.

Innocent || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora