Capitolo 22: Would you marry me, my love?

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«Harry, tu... cosa- ?», si alzò di scatto, la donna dai tratti così simili a quelli dei propri figli, con una forza tale che Gemma pensò potesse staccare la sedia dalla parete alla quale era attaccata.

«Mamma, Louis è quel bambino. Quello che ti ha aiutata e che ha aiutato me ad un uscire dal periodo peggiore della mia vita, nel quale ho vissuto per anni, sin da quando ci era stato detto che tu fossi morta.»

Harry, per un attimo, credette che sua madre non fosse mai stata tanto contenta come in quel momento, neppure dopo aver rivisto i propri figli.

Per tale ragione, il ragazzo non ebbe il tempo di continuare il suo sproloquio proprio a causa della madre che era fuggita in direzione della stanza dove Louis si stava prendendo cura delle bambine. Per di più i ragazzi e Sunny avevano deciso di lasciare la stanza per permettere ad Harry e Louis di parlare con Gemma ed Anne, poiché di lì a poco sarebbe terminato l'orario di visita.

«Oh, Harry, siete tornati! Darcy sentiva già la mancanza del suo pap-», se la bambina fosse stata fra le sue braccia, molto probabilmente avrebbe rischiato di farla cadere a causa della paura.

«Joy, tu...?», sussurrò, mentre le lacrime si formavano nei suoi occhi, spostandosi per avanzare in direzione della donna. «Mi chiamo Anne tesoro, e sono la mamma di Harry.», disse solo, tuffandosi in un abbraccio che non lasciava spazio a convenevoli.

«Joy — scusa, Anne —, tu sei... non- tu eri morta. Come...?» Louis era incredulo, poco prima aveva capito si trattasse della madre di Harry, ma non aveva potuto scorgerne il volto a causa delle bambine che richiamavano la propria attenzione — ma anche a causa del sovra-affollamento che vi era precedentemente nella stanza.

«È una storia molto lunga, amore. Mi sei mancato così tanto... come... il tuo bambino...?», chiese cautamente, non volendo risultare troppo impicciona. «L'ho perso, è stata colpa di Troy. Penso che a questo punto tu possa sapere cosa sia successo con lui. Tutta la città ha saputo di ciò che ha fatto dopo il suo arresto, principalmente a causa della notizia che si trova in prima pagina in quasi tutti i giornali. Ha fatto molto scalpore, peccato che non fosse ciò per cui speravo di diventare famoso...» fece un sorriso malinconico, arricchendo la situazione di tristezza.

Fortunatamente, però, l'abbraccio di Anne riprese più forte di prima. «Perché non mi hai detto il tuo vero nome?», chiese, non comprendendo il motivo per cui quella donna si fosse presentata come "Enjoy" e non semplicemente con la sua vera identità.

«Desideravo essere una fonte di gioia per te, che eri in bambino così piccolo, senza mamma e così indifeso.», chinò il capo. «Dopo tutto quello che hai dovuto passare, non posso far altro che sentirmi in colpa per non essermene accorta prima.», continuò, sentendo due lacrime cadere e rigarle le guance.

«Hai fatto più di quanto potessi aspettarmi da una semplice infermiera, Anne. Mi hai accolto come un figlio e mi hai trattato come tale ancor prima di conoscermi, quando caddi dall'altalena nel mio giardino.», le accarezzò il volto, Louis.

«Ti ricordi del nostro primo incontro?», sbarrò gli occhi, con un sorriso splendente che ricordava la dentatura perfetta del figlio.

«Sì, lo ricordo perfettamente. Sei rimasta impressa nei miei ricordi per molto tempo. Tempo fa, prima di scappare a Londra, venni a cercarti in quel dannato ospedale dove lavoravi, però mi dissero che era il tuo giorno libero, e sfortunatamente non avevo molto tempo.», si rattristò.

«Sembrate più madre e figlio voi due, che io e te, mamma.», sorrise ironicamente il venticinquenne sulla soglia, con Gemma alle sue spalle. Fortunatamente Niall aveva deciso che li avrebbe aspettati con la bambina in sala d'attesa.

Innocent || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora