Capitolo 20: 28th June

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28th June; London

Louis

Mi domando se l'essere così testardo sia di famiglia, per gli Styles. «Ti ho detto un centinaio di volte che non ti dirò come chiamerò i miei bambini, non lo saprai fin quando non saranno in fasce, proprio fra le mie braccia.»

«Sei una merda, Louis. Lasciamelo dire.», si rivolge a me - gentilmente -  Gemma.

«Avete sentito cosa mi dice la vostra zietta? Quella che non volete tanto smettere di sentire?», infatti, sorprendentemente, esattamente come succede per Harry, quando Gemma poggia la sua mano sul mio pancione di trentacinque settimane circa.

Come dicevo, sarà di famiglia anche questo. «Non parlare male di me ai miei nipotini. Finirebbero con l'odiare te.» afferma alzando entrambe le sopracciglia con fare superiore.

«Qui l'unico che odio qualcuno sono io, e indovina un po' chi odio? Te.» piagnucolo. Insomma, la donna al mio fianco ha ben deciso di lasciami camminare chilometri e chilometri in uno stupido centro commerciale per comprare uno stupido regalo che deve fare ad Harry. Non ho ancora capito cosa e per quale dannata occasione.

«Eccoci!» dice lei, ignorando la mia affermazione. Quando rivolgo il mio sguardo verso l'alto, la mia mascella quasi si stacca dal mio cranio. Victoria's Secret, intimo, per la precisione. Che diavolo di regalo deve fare ad Harry?

«Scusa,» inspiro lentamente, per poi espirare di botto l'aria pesante nei polmoni. Ad aprile fa sempre così caldo? «cosa dovresti comprare qui per il tuo adorato fratellino?» cito la definizione che lei aveva precedentemente enfatizzato.

«Ti vesto sexy, semplice.», afferma come se fosse la cosa più banale al mondo, la mia mascella cade per la seconda volta. Sinceramente non ricordo nemmeno di averla tirata su, quindi non so come ciò possa avvenire. Lo shock è un misto, in realtà. Imbarazzo, disagio, sorpresa. Non saprei definirlo al meglio.

«Ok, forse questo non è qualcosa che voglio che tu sappia, magari?» le faccio notare. «Non voglio che mia cognata sappia cosa indosso per fare sesso con suo fratello.», devo dire che dopo averlo detto, suona peggio di come lo avevo immaginato prima.

«Se la metti così, fa un po' schifo.» ammette, tuttavia, notando il mio sguardo fiero che la scruta attentamente, decide di cambiare approccio.

«Però... io non penso certo a voi che vi intrattenete, nei miei pomeriggi o serate libere. In più devi vedere in me un'amica, non la sorella del tuo quasi maritino.», dice spingendomi ad entrare. «Forza.»

«Ti ho già detto che ti odio?», ripeto. «Credo di no.» sorride Gemma. Dannazione, odio gli Styles.

«La cosa mi lusinga, comunque.», non demorde, la castana. «Dovresti provare queste.» dice alzando un paio di mutandine in pizzo, bianco latte.

Corro verso di lei, che tiene le mutandine alzate nella mia direzione. «Sei forse impazzita?!» sussurro scioccato. «Dio, che imbarazzo, voglio uscire immediatamente da qui!», dico afferrando le mutandine - bellissime - per poi posarle e trascinare via Gemma da quel negozio.

«Oh Lou, ma dai!» sporge il labbro inferiore nella mia direzione. «Oh Gem, ma dai!» la imito, incrociando le braccia al petto. Cazzo, che dolore, penso che la gravidanza mi stia uccidendo i capezzoli.

«Forza Lou, che sarà mai, ho solo alzato un paio di mutandine. Non è quello che si compra in un negozio di Intimo Victoria's Secret? Cosa dovresti comprare, cetrioli?» si altera, a quel punto.

«Oh mio Dio, ma come posso farmi convincere da una tipa del genere!»

***

Una volta acquistati più di sei differenti completi di intimo, tutto pizzo e merletto. Siamo andati in altri negozi di intimo per fare altro shopping sfrenato.

Innocent || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora