Capitolo 12: Birthday.

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24 december; London

Louis stava bene. O almeno, fisicamente stava bene.

Quando era in ospedale aveva avuto una piccola emorraggia, per via di alcuni punti che sono saltati, nessuno dei due se ne era accorto, presi dalla situazione. Adesso stava bene però, si era ripreso ed era tornato a casa propria.

Louis si trovava proprio lì, molto spesso ospitava Niall durante il giorno, ma la sera lavorava in un locale e non poteva davvero rimanere, mentre Liam e Zayn lo andavano a trovare la mattina presto e stavano con lui fin quando Niall non andava a trovarlo durante il pomeriggio. In biblioteca avevano saputo che lui non stesse al meglio del meglio e avevano deciso di concedergli del tempo in malattia per potersi riprendere.

Si era tenuto spesso anche in contatto con Mark, aveva molte difficoltà a chiamarlo papà, non si trovava a sua agio, conoscendolo da così poco tempo, ma il solo fatto che sentisse già quel legame paterno con lui era molto per loro.

In tutto questo gran casino, quasi Louis non aveva avuto il tempo di pensare a cosa fare con Harry. I bambini portavano via tutto il suo tempo, era sempre stanco nonostante dormisse molto, la mattina vomitava fino a che non gli faceva male la gola, spesso capitava anche durante il corso della giornata ma principalmente la mattina.

Parla con loro molto spesso, anche del riccio, ma fino a quel momento ha sempre pensato a lui senza pensare effettivamente a cosa fare.

Era passata una settimana, quella mattina, e appena sveglio ricevette il suo primo regalo di compleanno. Nausea e vertigini.

«Grazie, piccoli miei!», sbuffó quando alzandosi, quasi non riuscì a reggersi in piedi dalle forti vertigini.

Lasciò un sospiro quando fece per camminare e riuscì a non farsi venire un'irrefrenavile voglia di correre verso la porta in legno che nascondeva il bagno dalla sua vista. In quei giorni quasi era diventato affascinante.

Arrivato in cucina strisciando le sue pantofole morbide e pelose sul parquet chiaro. Aprì il frigo prendendo da esso un piccolo contenitore con delle fragole e una banana e iniziò a tagliuzzarle su un tagliere arancione chiaro, quasi trasparente. Inserì la frutta nel piccolo frullatore economico - quello che poteva permettersi, insomma... la sua casa era già fin troppo grande per i suoi standard - e, successivamente, aggiunse del latte che prese aprendo nuovamente il frigorifero.

Frullò tutto e versò il liquido ottenuto in un bicchiere alto, dove ripose anche una cannuccia colorata di rosa, esattamente come il colore del frullato.

«Perfetto.», disse poggiandolo sul tavolo per poi prendere dalla dispensa uno dei muffin con le gocce di cioccolato che aveva preparato la sera prima, aveva molta fame quella mattina e quei muffin erano un po' troppo grandi rispetto la norma, perfetti per l'occasione.

Mise la cannuccia fra le labbra e iniziò a succhiare il liquido incavando le le guance, gli zigomi pronunciati in evidenza.

Improvvisamente sentì il campanello suonare, guardó l'ora e vide che erano le 7:15 a.m., un po' troppo presto per ricevere visite e un po' troppo presto perchè fossero Liam e Zayn.

Quando andó ad aprire vide che alla porta vi era Troy.

«T-Troy.», balbettó ansioso, paralizzato sul posto. «Pa-Papà, f-fermati, mi fai m-male.», lo pregò quando lo afferrò per il polso, stringendolo.

«Volevo solo portarti il mio regalo.», disse mentendo. Gli porse una foto. Un'ecografia. Era un bambino, un feto di circa cinque mesi.

Feto femminile - 31,6 centimetri - 642 grammi - 24 settimane.

Innocent || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora