CAPITOLO 1

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- CAPITOLO 1 -

ultima settimana di maggio

Sbuffai sonoramente asciugandomi con il braccio la fronte madida di sudore. Sotto il mio sedere abbondante, anche la seconda valigia era finalmente chiusa. Era stata una gran fatica far entrare tutto ciò che mi sarebbe potuto servire in quei tre mesi in un soli due trolley, tanto più con quel caldo asfissiante. Le temperature erano davvero troppo alte per essere solo a maggio.

Mi guardai allo specchio. La posa sgraziata che avevo assunto per riuscire a chiudere la valigia non mi rendeva giustizia: sembravo un budino, un budino sudato e spettinato in una lunga t-shirt oversize. Nulla a che vedere con la fascinosa ragazza curvy che mi sorrideva dalla fotografia appesa sopra la scrivania. Era lo scatto più bello della mia giornata più bella: quella della mia laurea. Quel giorno, che avrei ricordato per sempre come uno dei più emozionanti della mia vita, avevo indossato un tailleur pantalone nero con una camicetta color petrolio con lo scollo a V in grado di dare risalto, senza volgarità, al mio seno florido e alla mia pelle chiara. Nella foto avevo assunto una di quelle pose tattiche che noi ragazze un po' troppo in carne adottiamo per evidenziare ciò che va evidenziato e nascondere ciò che va nascosto: aveva funzionato alla grande.

Abbassai lo sguardo dalla foto alla scrivania ingombra di oggetti. Oggetti che dovevo ancora stipare nel borsone da viaggio. Sbuffai un'altra volta e mi rimisi al lavoro.


Sterzai leggermente a destra, rallentando appena, per imboccare l'uscita dell'autostrada. Il navigatore sosteneva che sarei arrivata a destinazione tra una ventina di chilometri ed io sapevo bene che aveva ragione. Avevo guidato ininterrottamente per più di quattro ore (era un record per me, che avevo sempre preferito muovermi con i mezzi pubblici) ed ora ero a pochi minuti dal luogo che conoscevo come casa mia, a pochi minuti dal mio primo vero lavoro, a pochi minuti dai demoni del mio passato...

Mi concessi un profondo respiro che, però, non servì a calmarmi. Sulla mia sinistra, in lontananza, scorsi un piccolo spicchio di mare turchese. Sorrisi.

Visto il potere calmante che quel colore aveva sul mio spirito, scelsi di percorrere il lungo mare. Da dove mi trovavo avrei dovuto attraversare almeno quattro paesini prima di arrivare al Lido, ma avevo voglia di immergermi nell'atmosfera tipica della Riviera Romagnola. Quella fatta di cabine colorate, di spiagge ben organizzate, di hotel enormi accanto ad alberghetti familiari, di chioschi che vendono piadine e di negozi di fantasiosi souvenir. Amavo osservare i bagnanti che passeggiavano lenti, trascinandosi pigramente nelle loro infradito di plastica. In giro quel giorno non ce n'erano molti, ma mi soffermai ad osservare una coppia di anziani camminare mano nella mano verso la spiaggia, le teste coperte da cappelli di paglia intrecciati. Sorrisi ancora.

Spensi l'aria condizionata ed aprii i finestrini. L'aria calda che mi investii portava con sé l'odore del mare e i suoni dell'estate: le ciabatte dei bagnanti, i bambini che ridono, i giovani che giocano a palla sulla spiaggia, i gabbiani festanti, i grilli chiacchieroni, un tormentone estivo in lontananza. Ferma ad uno dei rari semafori di quel viale tranquillo, per un attimo, mi sembrò di essere all'interno di una cartolina.

Il mio umore, purtroppo, cambiò drasticamente quando arrivai nei pressi dell'hotel Fortuna. Con il  cuore che batteva all'impazzata parcheggiai nella strada semideserta, spensi il motore e guardai in su. L'albergo, visto dall'esterno, era esattamente come lo ricordavo. Cinque file di balconi azzurri e rotondeggianti arricchivano entrambi i lati della struttura bianca. Sul tetto del sesto piano un mancorrente di vetro indicava la presenza di un vastissimo terrazzo. Al piano terra, invece, delle ampie vetrate illuminavano la hall e il bar. Sapevo bene che, dalla parte opposta, le finestre del ristorante si affacciavano invece sulla meravigliosa piscina situata direttamente sulla spiaggia, a pochi passi dal mare.

LUNA D'ESTATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora