CAPITOLO 3

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- CAPITOLO 3 -

Giugno, sei anni prima

Quella sera, nel dehor della piadineria di Laura e Marco, erano già seduti almeno una ventina di avventori quando io e i miei cugini arrivammo ed occupammo il tavolo più grande, lasciato libero apposta per noi. Quella sarebbe stata una delle serate più importanti dell'intera estate. Durante quella cena a base di piadina avrei conosciuto i miei nuovi amici estivi. Cristina, fervente amante dei social, aveva già invitato tutti gli adolescenti dei dintorni con l'obiettivo di formare un bel gruppone da frequentare poi per i tre mesi che ci dividevano da settembre. Era una tradizione ormai consolidata e, se le prime volte a me, che ero timida ed impacciata, aveva dato fastidio quella socialità forzata, con il tempo avevo imparato ad apprezzare il bizzarro metodo di Cristina.

Quindi, sebbene fossi arrivata al Lido solo da poche ore, ero già emozionatissima. Anche perché Cristina mi aveva accennato che, tra i ragazzi che presto ci avrebbero raggiunto, ce n'erano due o tre piuttosto interessanti. Io avevo da poco rotto con Manuel, un ragazzo della mia scuola con cui ero stata per un po' dopo essermi messa con lui durante una bollente gita di classe a Roma e, sebbene non fossi affatto triste per la nostra rottura, non vedevo l'ora di innamorarmi di nuovo. Avevo da poco scoperto le gioie dell'amore e quelle del sesso e quell'estate avevo tutta l'intenzione di accantonare la mia timidezza per divertirmi un po'.

Pian piano il tavolo andò a riempirsi e quando Laura e Marco ci portarono le piadine, eravamo già una quindicina. Sapevo per esperienza che buona parte di quelle persone non sarebbero tornate all'appuntamento successivo e infatti, a cena finita, diverse persone lasciarono il tavolo con una scusa. Mentre sorseggiavo la mia bibita frizzante mi guardai attorno per osservare le persone che erano rimaste.

Anna, una ragazza minuta con lunghi capelli biondi e luminosi occhi verdi che non avevo mai visto prima, stava ridendo a crepapelle per una battuta della ragazza seduta accanto a lei. Lisa.

Lisa era una nostra vecchia conoscenza, veniva al Lido da quando era piccola ed era entrata nel nostro gruppo qualche anno prima. Quell'estate aveva i capelli neri tagliati a caschetto con una frangetta fitta a coprirle le sopracciglia sottili. Osservai il modo in cui fissava le delicate labbra a cuore di Anna e mi augurai, che almeno quell'anno, Lisa sarebbe riuscita a trovare finalmente la sua anima gemella. Qualche estate prima, infatti, aveva confessato il suo amore per Cristina che non l'aveva presa affatto bene.

Aldo, un ragazzo alto e con gli occhiali, se ne stava ricurvo sul cellulare. Non ero ancora riuscita ad inquadrarlo bene: era simpatico e brillante, ma sembrava sempre distante. Come se la sua mente fosse sempre persa in altre questioni. Forse era davvero così: sognava di diventare ingegnere informatico e, anche se non aveva ancora finito il liceo, ci raccontò che stava già studiando il materiale universitario del fratello maggiore.

Riccardo era il più grande del gruppo: frequentava l'università a pochi chilometri dal Lido dove i suoi genitori avevano una casetta sul lungomare e aveva deciso di trascorre l'estate a studiare lì con la sua ragazza, Sara. Li osservai con la coda dell'occhio mentre si baciavano con fin troppo trasporto: una mano di Riccardo stringeva i lunghi e setosi capelli neri di Sara mentre l'altra le accarezzava le cosce lasciate scoperte dal vestitino corto. Distolsi lo sguardo e mi chiesi quanti esami universitari sarebbero riusciti a dare quei due. La risposta sembrava fin troppo ovvia.

Accanto a loro, imbarazzatissimo, c'era Simone. Io e miei cugini lo conoscevamo piuttosto bene: era il figlio di una delle cameriere dell'hotel e spesso aiutava in piscina, come bagnino. Non era troppo alto, ma era ben piazzato, aveva la pelle abbronzata, dei meravigliosi occhi nocciola un po' allungati e i capelli e scuri lunghi legati dietro la nuca. Era bello ed affascinante e all'hotel aveva fatto sognare più di una giovane cliente. Peccato che a lui interessassero solo i ragazzi.

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