CAPITOLO 16

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- CAPITOLO 16 -

15 agosto, sei anni prima

Dopo i nostri momenti bollenti sulla spiaggia, sotto la pioggia di stelle cadenti, io e Fabio non ci eravamo più visti e ci eravamo sentiti molto di rado. Lui, in quei giorni di altissima stagione, era stato oberato di lavoro in spiaggia. Ed io, d'altro canto, mi ero messa al servizio dell'hotel visto che la famiglia Fortuni si stava cautamente riprendendo dal violento litigio dei miei zii. Nel frattempo le cose tra Valerio e Simone andavano a gonfie vele, mentre Cristina aveva riversato tutte le sue energie sull'organizzazione di una mega festa in spiaggia; i proprietari dei Bagni Dea Bendata le avevano concesso di allestirla proprio lì.

Il giorno prima di Ferragosto avevo scoperto che vi avrei partecipato anche io. Fabio mi aveva telefonato per dirmi che purtroppo, sebbene avesse a lungo insistito, non era riuscito a prendersi una giornata libera per quella data e che quindi ciò che aveva organizzato per noi due era rimandato e che avremmo trascorso il Ferragosto in spiaggia con gli altri. Avevo cercato di nascondere la mia delusione, ma lui probabilmente se ne era accorto, perché a quel punto mi aveva promesso che saremmo riusciti comunque a ritagliare qualche momento solo per noi, magari sul pattino di salvataggio, lontani da occhi indiscreti.

Quindi, dopo aver abbandonato le mie fantasie romantiche a base di alberghi lussuosi, spumante e vasche idromassaggio, avevo accettato l'idea che, se tutto fosse andato secondo i piani, la prima volta tra me e Fabio sarebbe stata decisamente più rustica di come me l'ero immaginata. Non che me ne importasse molto. Il dove e il come, in fondo, non erano altro che futili dettagli. A contare saremmo stati solo noi due e il nostro reciproco desiderio

La mattina del quindici agosto indossai il bikini rosso che avevo acquistato insieme al completino di pizzo bianco (che, ad ogni modo, non vedevo l'ora di indossare per Fabio) e scesi in spiaggia canticchiando un motivetto latino di gran moda in quel periodo.

Poco dopo il mio arrivo, la festa iniziò in un tripudio di musica assordante e adolescenti in costume sudati e scatenati. Notai che, tranne Valerio e Simone che avevano deciso di rimanere a godersi il relax in piscina, non mancava davvero nessuno. C'erano le persone che avevamo conosciuto ad inizio estate, quelli che erano arrivati al Lido un po' dopo e anche alcuni ospiti dell'Hotel Fortuna. Tra gli altri non potei fare a meno di notare il Tedeschino con i suoi due muscolosissimi fratelli: mentre questi ultimi si divertivano ballando e flirtando con delle ragazze a me sconosciute, il Tedeschino se ne stava in disparte a guardarsi intorno con aria torva. Quando incrociò il mio sguardo gli feci un accenno di sorriso, a mo' di saluto, ma lui non ricambiò.

«Ehi piccola, finalmente! Non ti trovavo!» la voce allegra di Fabio attirò istantaneamente la mia attenzione. Me lo trovai di fronte e mi dimenticai di tutto il resto. Indossava il solito costume rosso con sopra la tshirt da bagnino dello stesso colore, ma aveva negli occhi una luce diversa ed indecifrabile che mi incendiò subito le guance e non solo.

«Allora, sei pronta per il nostro giro sul pattino di salvataggio?» mi chiese ammiccando allusivo.

«Mai stata così pronta» risposi mentre un calore immenso si generava dentro di me, rendendo roca la mia voce.

«Andiamo allora» disse prendendomi la mano e conducendomi di corsa verso il bagnasciuga.


Il pattino di salvataggio era il mezzo di trasporto più instabile sul quale fossi mai salita. Fabio remava a ritmo regolare, eppure, da seduta lì sopra, persino le piccole onde dell'adriatico mi sembravano degne di una mattinata di surf californiano. Cercai di mantenere un'espressione serena mentre guardavo i suoi bicipiti flettersi e gonfiarsi mentre muoveva i remi avanti e indietro.

«Sei stupenda» mi disse squadrandomi, semisdraiata nella posa più sensuale che ero riuscita ad assumere sullo striminzito pavimento del pattino.

«Il mio costume è del colore giusto» commentai a mia volta, guardando il mio bikini rosso combinarsi alla perfezione con il colore del'instabile mezzo di trasporto. Ero consapevole che anche le mie guance si stavano chiazzando di quello stesso colore.

LUNA D'ESTATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora