CAPITOLO 21

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- CAPITOLO 21 -

Giugno

Dopo la mia conversazione con Cristina tornai a lavoro con il cuore parzialmente più leggero. Ero preoccupata per la sua relazione tossica con Fabio, ma ero lieta di essere finalmente riuscita a confrontarmi con lei riguardo quello che era successo sei anni prima.

In tarda mattinata la mia giornata si illuminò di luce nuova quando Timo scese in piscina. Bello ed imponente come sempre, aveva scelto il suo solito lettino vista bar e i nostri giochi di sguardi erano ricominciati, più intensi e travolgenti che mai. Ora nel suo arsenale rientravano anche meravigliosi sorrisi svenevoli e brevi chiacchierate al bancone del bar, quando non c'era nessun altro nei dintorni.

«Quindici» disse la sua voce profonda mentre si accomodava per l'ennesima volta su uno degli sgabelli di fronte al bancone, «è il tuo quindicesimo sbadiglio».

«Sono stanca morta» ridacchiai. «Pensavo di reggere senza problemi una notte in bianco, ma mi sbagliavo. A fine turno mi fionderò in camera e dormirò fino a domani mattina».

«Fai bene» confermò allungando una mano per scostarmi un ricciolo dal viso. Io osservai le sue dita muoversi verso di me con un fremito nel cuore. Ogni suo gesto sapeva accendermi. In quel momento mi resi conto che sarei rimasta sveglia altre mille notti se le avessi potute trascorrere con lui. «A proposito, mi chiedevo se domani ti andasse di passare la mattina con me» sembrò faticare a dire quelle poche parole che mi illuminarono ancora più intensamente la giornata.

«Mi farebbe davvero molto piacere» riuscii a dire nonostante l'emozione.

«Ottimo» sospirò lui, visibilmente sollevato. «Se sei disposta ad una levataccia, proporrei di andare a vedere l'alba sulla spiaggia. Ma se non ti va non...»

«Oh no, è perfetto» lo interruppi posandogli una mano sul braccio. «Adoro guardare il sole sorgere».

«Poi magari potremo fare una passeggiata sulla spiaggia o anche solo rimanere a prendere il sole» continuò lui. «E potrai raccontarmi quello che vi siete dette tu e Cristina».

«Sembra un programma impeccabile» commentai fingendo di non aver notato la sua ennesima premura nei miei confronti: la sera (o forse era già mattina?) prima gli avevo detto che le avrei parlato al più presto e lui non se ne era dimenticato.

Chiacchierammo e ci sorridemmo ancora per un po', poi un cliente arrivò chiedendomi delle granite e Timo si allontanò garbatamente per lasciarmi lavorare. Era uno degli orari di maggiore affluenza al bar e quindi quella fu la nostra ultima conversazione di quel giorno. Poco prima delle cinque (orario in cui sarebbe finito il mio turno) lo notai allontanarsi dalla piscina, quindi non ebbi nemmeno modo di salutarlo come si deve prima di salire a mia volta in camera.

Raggiunsi il corridoio continuando a sbadigliare ininterrottamente. Non vedevo l'ora di raggiungere la mia stanza, togliermi quei vestiti sudati e gettarmi subito sulle lenzuola tra le quali sarei rimasta fino al giorno dopo. Mentre cercavo la chiave nella borsa avevo le palpebre pesantissime e la testa leggera e vagamente dolorante.

Superato anche l'ostacolo serratura, raggiunsi la mia agognata meta. Mentre mi spogliavo e tiravo giù le coperte notai quello che c'era sul comodino.

Mi sentii improvvisamente sveglia e reattiva mentre prendevo il biglietto rosa che c'era sotto il piatto di ceramica coperto da una cloche di metallo.

Sapevo che saresti corsa in camera senza passare dal ristorante, così ho chiesto a Valerio di farti recapitare qui il mio biglietto insieme ad una delle tue piadine preferite. Non volevo che andassi a dormire a stomaco vuoto.

Buon appetito e buona notte, mia luminosissima Luna.

Non vedo l'ora che sia domani mattina.

Tuo, Timo.

P.S. Scusa se hai pensato ad un piatto gourmet. Colpa della cloche. Non ho trovato nulla di meglio.

Il vostro gufo, Valerio ;)

Risi alle parole di mio cugino che non perdeva occasione per sfoggiare la sua cultura pop, poi strinsi al cuore quel biglietto come una ragazzina sentimentale. Tuo, Timo. Quelle parole mi diedero un brivido molto particolare lungo la schiena.

Ecco perché Timo era scomparso dal mio radar poco prima che finisse il mio turno: era andato ad organizzarmi questa premurosissima sorpresa. Sollevai la cloche e, vedendo la piadina super condita, il mio stomaco fece una capriola: non me ne ero accorta fino a quel momento, ma effettivamente stavo morendo di fame.

Addentando la mia cena, ancora deliziosamente tiepida, mi soffermai nuovamente sul biglietto. Era mai possibile che Timo avesse anche una calligrafia stupenda? Poteva una persona essere così perfetta? Se la sera prima mi fossi ricordata di chiedergli il numero, in quel momento avrei potuto scrivergli un messaggio per ringraziarlo di quella piccola e dolce sorpresa. Per un attimo mi chiesi se non fosse il caso di contattarlo via social. Cancellai subito quel pensiero: sei anni fa avevo chiuso con quella robaccia. Certo, avevo creato un profilo anonimo, per ogni evenienza, ma ringraziare Timo per la sua premura non era la ragione giusta per accedere a quei maledetti siti di impiccioni e odiatori. Ero curiosa di spulciare le sue foto? Certo che sì! L'avrei fatto? Categoricamente no. Scossi la testa e presi un altro morso di piadina mentre mi alzavo dal letto per andare a frugare tra le mie cose in cerca di una pezzo di carta e una penna. Trovai ciò che mi serviva, ma non le parole giuste per ringraziarlo di essere tanto speciale. Scrissi e poi cancellai diverse frasi troppo sciocche, troppo banali o troppo smielate.

Grazie. Luna.

No, troppo impersonale.

Era (quasi) tutto ciò di cui avevo bisogno.

Grazie. Tua, Luna

Forse meglio evitare, potrebbe pensare che la piadina non fosse una cena sufficientemente sostanziosa per me. Invece a mancarmi era qualcosa di ben diverso dal cibo...

Mancava solo un bacio, poi sarebbe stato tutto perfetto.

Grazie. Tua, Luna.

Certo, questo non lasciava spazio a fraintendimenti, ma tanto valeva bussare alla sua porta e saltargli addosso, no?

Non potevo chiedere di meglio.

Dormo augurandomi che domani arrivi presto.

Grazie di esserci sempre.

Tua, Luna.

Troppo sincero? Forse. Quelle parole venivano direttamente dal mio cuore, sentivo ogni lettera fin nel profondo. Però esporsi subito così limpidamente non era esattamente la via migliore per una donna rigida e diffidente come me. Quindi decisi di riscrivere il messaggio ancora una volta, aggiungendo un pizzico di ironia:

Con tutte le tue attenzioni stai alzando troppo l'asticella delle mie aspettative riguardo gli uomini. Questo, a lungo andare, potrebbe rivelarsi un problema per entrambi. ;)

Ad ogni modo, grazie di esserci Timo. Di esserci sempre.

Aspetto con ansia che suoni la sveglia per vedere cos'altro hai in serbo per me. ;)

Tua, Luna.

Sì, così poteva andare bene.

Coprendomi con una vestaglia, sgattaiolai fuori dalla mia stanza fino a quella di Timo, mi chinai e feci scivolare il mio biglietto sotto la sua porta, poi tornai velocemente sui miei passi.

Rientrata nella mia zona di comfort, mi sedetti sul letto e finii la piadina con un sorriso sciocco dipinto sulle labbra.

LUNA D'ESTATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora