CAPITOLO 11

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- CAPITOLO 11 -

12 agosto, sei anni prima

Era il 12 agosto. Erano passati poco più di dieci giorni (il che significava circa duecentoquaranta ore) dalla promessa che Fabio mi aveva fatto in spiaggia. Dopo quegli attimi bollenti io e lui ci avevamo continuato a vederci sempre e solo in posti pubblici e piuttosto affollati. Avevo smesso di farmi troppe domande a riguardo, perché ormai Ferragosto era alle porte ed io ero tanto agitata quanto eccitata all'idea di quello che sarebbe accaduto quel giorno. Ero curiosa di sapere cosa aveva pianificato per rendere speciale quel nostro momento. Sapevo che Cristina stava organizzando un'imponente festa sulla spiaggia che sarebbe durata tutto il giorno e tutta la notte, ma non mi era chiaro se io e Fabio vi avremmo partecipato per poi appartarci o se mi avrebbe sorpresa con qualcosa di diverso e speciale. Mi ero fatta mille film mentali, più o meno a luci rosse, su ciò che sarebbe successo, su dove mi avrebbe portata e come mi sarei sentita tra le sue braccia.

Quella mattina decisi che, festa sulla spiaggia o no, avevo bisogno di un nuovo costume da bagno da indossare il quindici di agosto. Pedalai fino a Milano Marittima, che non distava che qualche chilometro dal Lido, e gironzolai tra le vie del centro guardando le vetrine e provando diversi bikini e costumi interi. Alla fine, quando ormai cominciavo a demoralizzarmi, in un negozio un po' defilato trovai un due pezzi rosso con il reggiseno a balconcino e lo slip a vita alta, un po' sgambato sul sedere. Mi piaceva perché metteva in risalto le mie curve abbondanti senza darmi un aspetto volgare o grossolano. Fiera della mia scelta, decisi di entrare nel negozio adiacente a quello di costumi da bagno. Era una raffinata boutique che vendeva principalmente lingerie. Avevo spesso pensato a quell'aspetto del mio appuntamento con Fabio ma, fino a quel momento, non avevo mai avuto il coraggio di andare a comprare della biancheria intima sexy. Mi sentivo in imbarazzo e temevo che nessun completino avrebbe reso giustizia alle mie curve.

A quell'ora nel negozio non c'era nessuno, ed anche se tentai di ignorarla, la commessa mi chiese subito se avevo bisogno di qualcosa. Pur non desiderando il suo aiuto, mi arresi all'idea di farmi assistere in quell'acquisto. Il negozio straripava di reggiseni imbottiti, lucidi, neri o fin troppo trasparenti, mutandine di pizzo, giarrettiere, calze ricamate, babydoll, vestagliette, bustini e chi più ne ha più ne metta.

«Quindi si tratta di un'occasione speciale» disse la commessa. Mi guardava negli occhi e non sembrava importarle che il mio corpo non sarebbe mai entrato nella stragrande maggioranza dei capi che ci circondavano.

«Sì» affermai, un po' in imbarazzo. «Sarà la prima volta che io e il mio ragazzo...»

«Non dire altro: ho capito di cosa hai bisogno» mi interruppe subito la commessa, sorridendomi sorniona. «Vai in camerino, io ti raggiungo subito».

Titubante ma curiosa, mi diressi dove mi aveva indicato e mi trincerai dietro una delle tende di raso.

Pochi minuti dopo la commessa tornò con una notevole pila di completini e babydoll.

Provai moltissimi modelli, di diversi colori e fogge e alla fine mi innamorai dell'impensabile: ero convinta che non avrei mai scelto della lingerie bianca, eppure fu proprio ciò che mi colpii. Uscii dal negozio con il portafoglio alleggerito ed una busta piena. Avevo acquistato un babydoll di seta bianco con dettagli in pizzo che arrivava a malapena a coprirmi il sedere e che valorizzava in maniera impressionante il mio seno prosperoso in un gioco di trasparenze coprendomi, al contempo, la pancia non esattamente piatta. La commessa, in abbinamento, mi aveva consigliato una sensualissima brasiliana di seta e pizzo, un reggicalze e delle autoreggenti dello stesso colore. Mi suggerì di indossare il tutto con dei tacchi alti.

"Lo farai impazzire" mi aveva sussurrato all'orecchio mentre osservavo allo specchio la mia figura, sensuale e provocante, in quel completo bianco. Ero arrossita a quelle parole anche perché effettivamente l'idea era proprio quella: far impazzire Fabio durante la nostra prima notte insieme. Certo, non ero del tutto sicura che avrei indossato anche autoreggenti e tacchi alti, però in quel babydoll mi ero sentita bella e sicura di me e questo era già sufficiente a giustificare la folle spesa che avevo appena fatto.


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