CAPITOLO 2: LA STRAMBA DI MAPLE STREET

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"Possiamo chiamare qualcuno? I tuoi?"
Mike, Lucas e Dustin erano tornati nello scantinato di casa Wheeler dopo l'uscita di quella notte alla ricerca di Will. Il problema era che sì, avevano trovato qualcosa. O meglio, qualcuno. Ma non era Will.

"E i tuoi capelli? Hai il cancro?"
"Sei scappata?"
"Sei in qualche guaio?"
"Quello è sangue?"

Charlotte era stata così brava quella sera a non farsi scoprire dai ragazzini che si era perfino complimentata da sola mentre li ascoltava parlare da dietro la porta d'emergenza, socchiusa. Era quella dello scantinato da cui erano entrati i ragazzi, preferendola alla porta principale per non attirare l'attenzione.

Riusciva a sentirli abbastanza bene, anche se le voci erano ovattate e lontane. Charlotte li aveva seguiti per tutto il tempo ma non aveva trovato il coraggio di farsi avanti, nemmeno quando avevano trovato quella strana ragazza senza capelli nel bosco, né quando aveva sentito la folle idea dei ragazzi di portarla a casa di Mike.

"Basta, la spaventi!"
"È lei che spaventa me!"
"Scommetto che è sorda."

La ragazza era seduta sul divano dello scantinato, sporca dalla testa ai piedi e avvolta in una vecchia maglia gialla, logora. Charlotte, intanto, cercava di trovare una posizione comoda per terra, ma le sue gambe cedettero presto, intorpidendosi. Dopo cinque minuti di formicolio insopportabile, fu costretta ad alzarsi in piedi e sgranchirsi, senza perdere di vista la porta dello scantinato o le bici dei ragazzi per assicurarsi che non scappassero da qualche altra parte.

Mentre si alzava camminando all'indietro per far passare il formicolio, qualcosa la fece inciampare e cadere a terra.

Steve.

Steve Harrington era appena saltato giù dal tetto di casa Wheeler, trascinandosi dietro un mucchio di roba... e Charlotte. Lei non perse tempo a imprecare, alzandosi velocemente e guardandosi intorno.
Dio, quell'idiota si infilava anche di notte in camera delle ragazze?

Steve, invece, si prese il suo tempo per rialzarsi. Quando notò Charlotte, sussultò. Nessuno dei due si aspettava di vedere l'altro quella notte, in quello stesso posto.

"Non ne farai parola con nessuno, chiaro?" disse lui, cercando di ricomporsi.

Charlotte roteò gli occhi. Come poteva essere così presuntuoso da pensare che lei avrebbe parlato di lui? E poi, perché avrebbe dovuto trovarlo eccitante? Raccontare di aver colto Steve Harrington in flagrante, mentre sgattaiolava fuori dalla stanza di Nancy, non sarebbe stato certo un vanto.

"Dio, Harrington, non ci penso nemmeno a parlare di te."

Charlotte non ebbe il coraggio di guardarlo in faccia dopo aver risposto, quindi posò tutta la sua attenzione sulla porta dello scantinato, sperando di far finire lì la conversazione. Ma Steve non sembrava avere fretta di andarsene.

"Ah no? Speravo di sì... anche se non in queste circostanze."

Steve si spolverò i jeans e la maglia a righe bianca e beige che portava infilata nei Levi's. Charlotte lo osservò con una punta di fastidio. Quel look così curato e da bravo ragazzo era chiaramente studiato per impressionare le ragazze.

"Che intendi dire?"

Charlotte lo fissò con curiosità. C'era qualcosa di diverso nel suo tono. Non era l'arroganza che aveva sempre percepito nei corridoi del liceo. La sua voce era più dolce, quasi maliziosa. Questo piccolo cambiamento colse Charlotte di sorpresa.

Proprio in quel momento si accorse che dallo scantinato non arrivava più alcun rumore. Si voltò di scatto verso le bici e, vedendole ancora lì, si rilassò. Non poteva perdere di vista suo fratello per colpa di Harrington.

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