2

1.9K 178 77
                                    

15 Aprile

Archie insiste affinché l'incontro con Manuel avvenga al più presto possibile. Questi si è subito mostrato disponibile per cui cerca di convincere Simone ad incontrarlo quella sera, magari davanti ad una birra, e poiché Simone non è mai stato bravo a dir di no ed è anche abbastanza spaventato, accetta.

Hanno appuntamento alle nove in un pub di periferia, non lontano da casa di Simone, e per la prima volta in tutta la sua vita, quest'ultimo non si sente a suo agio.
Non ha mai avuto problemi a stare tra la gente ma, per qualche strana ragione, quella sera fatica anche a respirare.

Cerca di allentare la stretta della cravatta ma serve a poco. Quell'idea non gli piaceva prima e continua a non piacergli ora. Si chiede come sarà questo famigerato Manuel che nemmeno Archie ha mai incontrato, se sarà professionale, competente nel suo lavoro.
Un miliardo di dubbi gli frullano nel cervello ma l'apertura della porta di quel locale ne riesce a fugare almeno uno.

Manuel è davvero bello ed avrà all'incirca la sua età.

Non è fare conoscenza però il motivo per cui sono lì. Le circostanze che li hanno portati a quell'incontro lo riportano alla realtà.

«Sei tu Archie?» sente dire, prima ancora di vederlo avvicinarsi alle spalle del suo amico.

Quest'ultimo si volta, con un sorriso lo accoglie, invitandolo a sedersi al loro tavolo.

Vede la sua mano tesa verso di lui prima del suo viso.

«Piacere, so' Manuel» dice il ragazzo, e  quelle semplici parole, con quella voce, gli fanno dimenticare persino il suo, di nome.

«Simone» ribatte, insicuro, afferrando la quella mano ancora sospesa a mezz'aria.

Per un attimo pensa di averlo visto sorridergli ma poi capisce che dev'essere stato frutto della sua immaginazione.

È Archie a spiegare la situazione, nonostante lui e Manuel parlino la stessa lingua per cui sarebbe più facile se a farlo fosse stato lui.

Gli racconta delle mail anonime, del biglietto trovato sulla macchina e Manuel pone la domanda che forse chiunque avrebbe posto.

«Perché non chiamare il 911?»
«Perché Simone non vuole» sbuffa il ragazzo, e Simone istintivamente alza gli occhi al cielo.

«Abbiamo iniziato a lavorare da poco con l'NSA, non possiamo compromettere tutto per qualche minaccia... alla fine è normale, no? Sono il CEO, voglio dire...» cerca di spiegare.

In realtà cerca soltanto una qualsiasi rassicurazione, rassicurazione che nello sguardo di Manuel non trova, anzi.

Gli sembra piuttosto preoccupato, pensa che quella sia un'espressione corrucciata, e non si spiega il perché.

«Voi lavorate con i dati su cloud, giusto?» domanda Manuel, e sia lui che Archie annuiscono.

«E quanto sapete dei dati che trattate per l'NSA?»

I due si guardano, poi guardano lui.
«Niente» rispondono, insieme.

«Come niente?» domanda Manuel, incredulo, con una mano diretta sulla sua fronte. È una situazione assurda. È finito in una situazione assurda.

«Sono tutti documenti riservati, informazioni classificate, top secret, nessuno di noi ha il nulla osta per potervici accedere» spiega il CEO.

«C'è un cartello sudamericano che sta facendo una strage a New York in questi giorni, 'o sapete?» comunica loro Manuel, e sembra piuttosto agitato.

ClassifiedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora