20 Maggio, 09:00am
Manuel è felice quando varca la soglia dell'ospedale. Felice perché sa che è l'ultima volta. Felice perché potrà tornare a casa e portare Simone con sé, questa volta.
«Simone!» esclama, appena lo vede, ed è ancora più bello perché è in piedi, che sistema i pigiami nello zaino che lui stesso gli aveva portato, e gli sembra così strano vederlo muoversi liberamente dopo giorni in cui l'ha visto lasciare il letto solo per andare al bagno.
E può correre ad abbracciarlo, finalmente, può gettargli le braccia al collo e stringere forte. «Manu, ciao» ridacchia il più alto, stringendolo a sua volta.
«Non ci credo che torniamo a casa insieme oggi Simò» confessa Manuel, prima di baciargli le labbra.
«È tutto pronto, devo solo firmare»
Diventa tutto incredibilmente reale quando iniziano a battibeccare perché Manuel vuole portare lo zaino di Simone e quest'ultimo non glielo permette.
«Se non me dai 'sto zaino Simò» minaccia Manuel, ponendosi di fronte a lui, precisamente tra lui e la porta d'ingresso dell'ospedale.
Simone ride beffardo. «Che fai? Mh?» chiede, prima di avventarsi sulle sue labbra, e leccarle tutte.
«Così non vale» borbotta Manuel, imbambolato, completamente impietrito, rimasto fermo perché Simone l'ha lasciato lì, scappando fuori con lo zaino.
Gli corre dietro, imprecando.
«Simone fermati immediatamente» urla, prima di raggiungere la macchina, dove effettivamente Simone si è fermato. Si sente decisamente ridicolo.Sta sorridendo ed il sole di fine Maggio si riflette sui suoi occhi in modo quasi ingiusto, ché qualcosa di tanto bello non dovrebbe poter esistere, non è giusto nei confronti del suo povero cuore.
«Simone» lo rimprovera, col fiatone, davanti a lui.
«Manuel?» chiede il minore, sbattendo gli occhi in modo innocente, come se l'altro non l'avesse appena rincorso per tutto il parcheggio.
«C'hai le ferite co' i punti, i punti in fronte, le dit-»
Manuel cerca di elencargli tutte le ragioni per cui non avrebbe dovuto correre, per cui avrebbe dovuto lasciare che lui portasse il suo zaino, ma viene interrotto da una mano che, fugace, lo strattona, da una bocca che si piazza sulla sua con prepotenza.
Non sa nemmeno come e quando Simone abbia invertito le posizioni, sa solo che si ritrova schiacciato tra la macchina ed il suo corpo, che Simone ha entrambe le mani sul suo viso, poggiando quindi tutto il suo peso su di lui, che lo sta baciando come non aveva fatto mai.
Che non riesce a respirare perché le loro lingue sembrano essere incollate, che muore dalla voglia di sentirlo ansimare in quel modo in un altro contesto, gemere il suo nome, che sente un brivido lungo la schiena quando, contemporaneamente, Simone sposta la mano per tirargli i capelli e gli morde il labbro inferiore.
Che ha tanto caldo e sente gli organi tremare, che il respiro di Simone gli si infrange sulle labbra completamente bagnate di tutta la saliva che quel bacio frenetico vi ha lasciato.
Che non riesce a separarsi da lui e non riesce a smettere di accarezzarlo tutto, che vorrebbe togliergli la maglietta proprio lì, nel mezzo di quel parcheggio, e baciargli ogni ferita fino a farla scomparire, prendersi cura di ogni taglio, di quelli che lacerano la carne e di quelli che lacerano l'anima.
«Simo» riesce a biascicare, quando Simone si allontana appena per prendere fiato, nonostante le loro labbra ancora si tocchino.
Sorride. Sorride Simone ed è il sorriso più bello del mondo, e Manuel sposta le mani sui suoi fianchi e scopre che è quello il loro posto.
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Classified
FanfictionAU ― Simone è il giovane CEO di una multinazionale di New York, inizia a ricevere delle minacce dopo aver iniziato a collaborare con l'NSA. Manuel è un ex agente federale che cerca lavoro come bodyguard.