10 Maggio
Ritornano in ufficio il lunedì successivo. Di quell'aggressione non è rimasto nulla se non una piccola cicatrice sullo zigomo sinistro di Simone, la paura che si porta dietro da allora ed il desiderio di porre fine a quest'incubo che da un mese ormai gli ha sconvolto la vita.
Ciò che è cambiato dall'ultima volta che ha messo piede in quell'edificio è l'atteggiamento di Manuel che sembra essere diventato iperprotettivo al limite della paranoia.
È arrivato a chiedere a chiunque varchi la soglia del suo ufficio di identificarsi, ed ha spostato la poltrona vicino alla scrivania di Simone, per poter essere "più efficiente".
Simone ha soltanto riso di fronte a quella scusa così banale.
Sta analizzando un codice inviatogli da un collega quando il suo telefono inizia a squillare. È un numero sconosciuto.
Manuel glielo sfila di mano, fa partire con il suo cellulare una registrazione e solo dopo risponde alla chiamata, impostando il vivavoce.
La voce che arriva all'orecchio dei due ragazzi è meccanica, chiaramente alterata affinché non possa essere ricollegata ad alcun individuo.
Esordisce con un «mister Balestra» ed è Manuel a rispondere subito, chiedendo chi stia cercando Simone, pur sapendo che le possibilità di ottenere risposta sono estremamente ridotte.
«Who are you?» sibila a denti stretti, per evitare di urlare come invece desidererebbe fare.
L'unico suono che per qualche istante sentono è una risata.
«Who the fuck am I talking to?» incalza allora Manuel, che spera di sortire qualche effetto con un "con chi cazzo sto parlando".
«It's mister Rico here»
Un'altra risata.
Mister Rico.
L'uomo che l'assalitore di Simone aveva nominato la sera dell'aggressione.
«And?»
Manuel si limita a dire soltanto lo stretto necessario, con la coda dell'occhio vede Simone pallido.
Ha il labbro inferiore tra i denti, una gamba trema, andando su e giù. Senza riflettere gli afferra una mano, la stringe tre volte.
«I thought my man would be convincing enough, but I will try again, and I wanted to tell you in person»*
Mette giù prima che possa ribattere, per cui Manuel stacca la registrazione e si volta verso Simone. E non sa cosa lo spinga a compiere la sua prossima mossa, non sa se sia dettata dall'adrenalina, dalla rabbia che – a causa del senso di impotenza – lo sta assalendo, o semplicemente dall'amore che ormai non riesce più a reprimere, lo tira a sé con un braccio dietro la nuca e gli lascia un bacio in fronte.
E si aspetta che l'altro si allontani, che – presi come sono da quel disastro che si è abbattuto sulle loro vite – gli dica di smetterla, di ritornare a comportarsi semplicemente come il suo bodyguard, ma Simone non fa nulla di tutto ciò. Piuttosto con una mano afferra il lembo della sua giacca, stringendolo in un pugno, restando con la fronte incollata alle sue labbra, respirando affannosamente.
«Va-va tutto bene» sussurra Manuel, con le labbra ancora a sfiorare la sua fronte. Può giurare di averlo visto tremare debolmente.
Dovrebbero preoccuparsi del fatto che l'ufficio di Simone ha le pareti completamente in vetro per cui quella scena è visibile da chiunque si trovi a passare, ma non hanno il tempo di badare ad eventuali passanti perché Giovanni fa il suo ingresso proprio quando Manuel sta per abbracciare Simone poiché vede la sua schiena sussultare.

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Classified
Hayran KurguAU ― Simone è il giovane CEO di una multinazionale di New York, inizia a ricevere delle minacce dopo aver iniziato a collaborare con l'NSA. Manuel è un ex agente federale che cerca lavoro come bodyguard.