21 Maggio
Simone insiste per uscire a fare un giro insieme a Jacopo e Manuel. Vuole che il fratello visiti un po' la città, non che resti a casa con lui, continua a ricordare a Manuel – preoccupato ai limiti dell'inverosimile – che non ha subito alcun trauma alle gambe, né al cranio.
«Manuel mio Dio, mi stai esasperando, basta!» sbotta alla fine, mentre Jacopo si guarda bene dal proferire parola.
«Ora io vado a vestirmi e tu farai lo stesso e usciremo da quella cazzo di porta fra mezz'ora» aggiunge, indicando la porta d'ingresso, di fronte ad un Manuel ammutolito, attonito.
Lo lascia solo con suo fratello e si chiude in bagno.
«È un po' insopportabile quando non glie fai fare quello che vuole» spiega Jacopo, ridacchiando, ma Manuel non ride, Manuel è terribilmente preoccupato, in ansia. Proprio non ce la fa.
«Ho passato credo 'na settimana – non me ricordo manco più che giorno è – a preoccuparmi che glie potesse succede' qualcosa, che glie fosse successo qualcosa, tanto che sono stanco, stanco di preoccuparmi, e mi sento così stupido, perché evidentemente pe' lui so' solo un problema» confessa, lanciandosi tra i cuscini del divano.
Jacopo capisce che qualsiasi cosa dirà non potrà risolvere quella questione, quindi si limita a sederglisi accanto, portare una mano sulla sua schiena.
«Devi parlargliene Manuel, Simone è la persona più testarda che io conosca, ma-»
Un sorriso amaro seguito da un «ah fidate che l'ho capito» lo interrompe.
«Ma è anche la persona più buona che io conosca. Sono sicuro che parlando, capirà. Devi farlo, non puoi vivere con questo terrore, non sei più il suo bodyguard, sei il suo fidanzato»
Jacopo è molto più saggio di quel che sembra, pensa Manuel, prima di girarsi verso di lui a fissarlo.
«E poi non c'è più nessuna minaccia, no?»
«No» sospira lui, strofinandosi gli occhi.«Allora ce andiamo a fa' 'sto giro in città e stasera ve chiarite, tanto devi pure cambiargli la fasciatura, lo prendi in ostaggio» gli dice Jacopo, ridendo sul finale.
Manuel annuisce, riconoscente. «Grazie» sussurra ed in cambio riceve solo un sorriso.
Simone non gli rivolge uno sguardo quando escono di casa. Se ne accorge anche Jacopo, ed infatti non appena Manuel li lascia soli per recuperare la macchina, fa notare al fratello che sta sbagliando.
«Simò, te sei comportato da stronzo, 'o sai sì?»
Non ci gira troppo intorno. È fatto così.
Simone sbuffa. Non vuole guardare nemmeno lui. Improvvisamente le macchine che sfrecciano per strada sono l cosa più interessante del mondo.
«Lo sai che ho ragione» aggiunge allora.
«Vaffanculo Jacopo, vaffanculo» è l'unica risposta che Simone gli concede.
E allora Jacopo è costretto a prenderlo per la felpa, avvicinarsi con fare minaccioso.
«Perché quello che hai detto a me non lo dici pure a lui?» sibila.
«Perché 'o devi tratta' male solo perché c'hai paura?»
Simone continua a non rispondere.
02:00pm
Hanno appena pranzato, sono diretti verso Central Park. Le parole che si sono scambiati si contano sulle dita di una mano e Simone non ne può più. Non vuole che l'unica giornata che può passare con suo fratello sia rovinata dal suo carattere, dalle sue paranoie, non vuole che gli occhi di Manuel si concentrino altrove.
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Classified
FanfictionAU ― Simone è il giovane CEO di una multinazionale di New York, inizia a ricevere delle minacce dopo aver iniziato a collaborare con l'NSA. Manuel è un ex agente federale che cerca lavoro come bodyguard.